Violenza sulle donne: Federmanager e il nuovo Ccnl dei dirigenti

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Rafforzare nelle aziende la cultura del rispetto, affrontare la lotta alle disparità ogni giorno dove si formano le relazioni, dove si genera dipendenza economica e può nascere o essere contrastata la discriminazione: nei luoghi di lavoro

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Federmanager rimarca il suo impegno al fianco delle donne e sottolinea l’importanza, all’interno delle imprese, di favorire un clima positivo attraverso l’esempio dei manager. Se ne è discusso durante il convegno “Oltre il 25 novembre: la forza della prevenzione, la voce delle donne”, promosso da Federmanager e Federmanager Minerva con il patrocinio dell’Arma dei Carabinieri. Una giornata che ha posto al centro un principio fondamentale: per prevenire la violenza non bastano le norme, serve un’alleanza strutturale e continua tra istituzioni, imprese e management. I numeri diffusi dall’Arma dei Carabinieri rivelano un’emergenza che non può essere ignorata: da gennaio a settembre 2025 i reati da Codice Rosso hanno superato quota 40mila, con 6.673 arresti tra maltrattamenti in famiglia, atti persecutori e violenze sessuali. La Federazione nazionale dei dirigenti aziende industriali porta in questa discussione una chiave decisiva: il lavoro come prima linea della prevenzione e nel nuovo Ccnl dei dirigenti introduce strumenti moderni e concreti su pari opportunità, genitorialità, equità retributiva, benessere e prevenzione. “Il nostro impegno costante nella promozione di modelli inclusivi ci ha portato a conseguire la certificazione per la parità di genere, diventando tra le prime organizzazioni rappresentative a ottenerla” ha sottolineato in apertura dei lavori il presidente Federmanager, Valter Quercioli che ha spiegato: “Consapevoli dell’importanza strategica dell’inclusione per le imprese, continuiamo a lavorare per valorizzare ogni talento. L’incontro è un momento necessario per mantenere vivo il dialogo e ampliare la consapevolezza sulla prevenzione della violenza di genere”.

 

Che la violenza nelle sue molte forme non sia un atto improvviso ma spesso figlia di una cultura che deve essere cambiata, lo confermano i dati della Global Thinking Foundation che mostrano come solo il 58% delle donne ha un conto corrente intestato personale, il 12,9% ne ha solo uno intestato con il partner o altro familiare e una percentuale compresa tra il 49,5 al 65,9% prende le decisioni inerenti al denaro insieme al partner. È una vulnerabilità che si riflette anche nel mondo produttivo, perché dove manca autonomia economica manca libertà di scelta e dove questa manca le molestie possono radicarsi più facilmente.

 

Il dibattito ha visto la partecipazione di: l’On. Martina Semenzato, presidente Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio; Monica Lucarelli, assessore alle Attività Produttive, pari opportunità e attrazione investimenti del Comune di Roma; Samanta Cimolino, Maggiore della sezione Atti persecutori Ra.C.I.S.; Luciana Delfini, presidente del Comitato Pari opportunità dell’Ordine degli avvocati di Roma e Consigliera di parità Sup.te della Regione Lazio; Maria De Renzis, Coordinatrice nazionale Federmanager Minerva; Simona Signoracci, presidente Fondazione Vises Ets; Maria Cristina Cerrato, avvocato Ufficio legale Differenza donna; Antonio Cavallera, direttore Human Capital & Organization Autostrade per l’Italia.

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