Lavoro, età di pensionamento verso i 70 anni in Italia: i dati Ocse

Economia
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Il nostro Paese è tra quelli con l’età di pensionamento più alta, contro ad esempio Slovenia e Lussemburgo dove gli uomini smettono di lavorare a 62 anni. I dati emergono dal rapporto Panorama delle Pensioni 2025 pubblicato a Parigi. Ancora ampio il gender gap, anche se ''il divario medio tra donne e uomini in materia di pensioni nei Paesi Ocse è diminuito per passare dal 28% del 2007 al 23% del 2024

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Sale l’età della pensione: un dato che accomuna molti Paesi dell’Ocse e che, in Italia, tocca il picco dei 70 anni. È quanto emerge dal report Panorama delle Pensioni 2025 pubblicato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. In media l’età pensionistica “passerà rispettivamente dai 63,9 anni e 64,7 anni per donne e uomini che sono andati in pensione nel 2024, ai 65,9 anni e 66,4 anni di chi ha cominciato la carriera nel 2024". Il documento precisa anche che “sulla base della legislazione in vigore l'età normale della pensione aumenterà in oltre la metà dei Paesi Ocse per stabilirsi in una forchetta compresa dai 62 anni in Colombia (per gli uomini, 57 per le donne), nel Lussemburgo e in Slovenia, ai 70 anni o più in Danimarca, Estonia, Italia, Paesi Bassi e Svezia".

Pensioni delle donne 23% più basse degli uomini

Il gap tra le pensioni di donne e uomini resta ancora molto ampio. ''Le donne - si legge nel report - percepiscono pensioni mensili mediamente inferiori di un quarto a quelle degli uomini nei Paesi dell'Ocse". Il divario, come sottolineato dall'organismo internazionale con sede a Parigi, “è di meno del 10% in Estonia, in Islanda, in Slovacchia, in Slovenia e in Repubblica ceca e di oltre il 35 % in Austria, Messico, Olanda e Regno Unito, per arrivare fino al 47 % in Giappone". Nonostante il gap sia ancora troppo ampio, l'Ocse ha tuttavia registrato un lieve miglioramento perché ''il divario medio tra donne e uomini in materia di pensioni nei Paesi Ocse è diminuito per passare dal 28% del 2007 al 23% del 2024, e questa tendenza dovrebbe continuare".

Gender gap

"Il miglioramento della situazione delle donne senior e il loro equo compenso occupano un posto centrale nei dibattiti sulle riforme delle pensioni, dalla Francia, al Messico, fino alla Germania e al Giappone, per citare solo alcuni Paesi". Lo scrive il direttore per l'Occupazione, il Lavoro e gli Affari sociali dell'Ocse, Stefano Scarpetta, nell'editoriale introduttivo del report Panorama delle Pensioni 2025. "In effetti - prosegue Scarpetta - in numerosi Stati, le pensioni delle donne sono nettamente inferiori a quelle degli uomini e il tasso di povertà delle persone anziane è molto più elevato tra le donne". E aggiunge: "Se il divario tra i generi è diminuito, passando mediamente dal 28 % nel 2007 al 23% nel 2024 al livello Ocse, le donne percepiscono ancora solo 77 centesimi per ogni euro o dollaro guadagnato dagli uomini". Quindi come risolvere questo gender gap? Per l’Ocse le misure più efficaci "dovrebbero riguardare gli scarti sull'occupazione, sulle ore lavorate e sulla remunerazione". 

Invecchiamento demografico

Legato all’età di pensionamento c’è anche l'invecchiamento demografico dei Paesi che nel corso dei prossimi 25 anni aumenterà a “un ritmo sostenuto”. Secondo il rapporto, “nei Paesi dell'Ocse, per 100 persone tra i 20 e i 64 anni, il numero di sessantacinquenni e più dovrebbe passare mediamente da 33 nel 2025 a 52 nel 2050, quando era invece di 22 nel 2000". Questo significativo aumento “dovrebbe essere particolarmente forte in Corea a rappresentare quasi 50 punti, ma anche in Spagna, in Grecia, in Italia, in Polonia e in Repubblica slovacca, dove dovrebbe raggiungere oltre 25 punti". Con l’invecchiamento demografico diminuisce di conseguenza la popolazione attiva, intesa come fascia d’età tra i 20 e i 64 anni: questa “dovrebbe diminuire di oltre il 30% nel corso dei prossimi quattro decenni in Spagna, Estonia, Grecia, Giappone e Repubblica slovacca, e di oltre il 35% in Corea, Italia, Lettonia, Lituania e Polonia''.

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