Manovra, l’85% delle risorse del taglio Irpef va alle fasce alte: i dati Istat

Economia
©Ansa

Le risorse che arrivano dal taglio dell'Irpef “coinvolgerebbe poco più di 14 milioni di contribuenti, con un beneficio annuo pari in media a circa 230 euro". A dirlo è Francesco Maria Chelli, presidente dell'Istat, durante l'audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Giorgetti: "Il taglio dell'Irpef tutela i contribuenti con redditi medi". Ascani (Pd): "Istat e Bankitalia confermano inadeguatezza manovra"

ascolta articolo

Il taglio dell’Irpef previsto in manovra andrebbe a beneficio principalmente delle famiglie più ricche. A dirlo è Francesco Maria Chelli, presidente dell’Istat, durante l'audizione di fronte alle commissioni Bilancio di Senato e Camera. Tale taglio, ha detto il numero uno dell’istituto di statistica, “coinvolgerebbe poco più di 14 milioni di contribuenti, con un beneficio annuo pari in media a circa 230 euro. Le famiglie beneficiarie sarebbero circa 11 milioni (44% delle famiglie residenti) e il beneficio medio di circa 276 euro (in ogni famiglia ci può essere più di un contribuente)". Come ha sottolineato Chelli, "ordinando le famiglie in base al reddito disponibile equivalente e dividendole in cinque gruppi di uguale numerosità emerge come oltre l'85% delle risorse siano destinate alle famiglie dei quinti più ricchi della distribuzione del reddito: sono infatti interessate dalla misura oltre il 90% delle famiglie del quinto più ricco e oltre due terzi di quelle del penultimo quinto. Il guadagno medio va dai 102 euro per le famiglie del primo quinto ai 411 delle famiglie dell'ultimo. Per tutte le classi di reddito il beneficio comporta una variazione inferiore all'1% sul reddito familiare".

Bonus mamme

Con la manovra, il cosiddetto “bonus mamme” coinvolgerà circa 865mila lavoratrici. Il bonus, erogato alle titolari di un reddito da lavoro non superiore a 40mila euro, come ha riferito il presidente dell'Istat Chelli, spetta dunque al 3,2% del totale delle famiglie residenti. Il beneficio comporterà una variazione sui redditi familiari pari, in media, al 2,7%. “Assumendo un tasso di adesione pari al 100% - ha spiegato Chelli - il beneficio medio annuo individuale sarà di quasi 660 euro (60 euro mensili moltiplicati per il numero di mesi lavorati) per un costo totale di circa 570 milioni".

10% italiani non si cura

Un altro dato allarmante emerso dai dati Istat esposti da Francesco Maria Chelli durante l'audizione sulla manovra riguarda i buchi nella sanità, con il 10% degli italiani che rinuncia a curarsi a acausa delle liste d'attesa troppo lunghe. "Nel 2024 il 9,9% delle persone ha dichiarato di aver rinunciato a curarsi per problemi legati alle liste di attesa, alle difficoltà economiche o alla scomodità delle strutture sanitarie: si tratta di 5,8 milioni di individui, a fronte di 4,5 milioni nell'anno precedente (7,6%)", ha detto il presidente dell'Istat. "La rinuncia a causa delle lunghe liste di attesa costituisce la motivazione principale, indicata dal 6,8% della popolazione, e risulta anche la componente che ha fatto registrare l'aumento maggiore negli ultimi anni: era il 4,5% nel 2023 e il 2,8% nel 2019", e "la rinuncia in conseguenza delle lunghe liste di attesa è più elevata per le persone adulte di 45-64 anni (8,3%) e tra gli anziani di 65 anni e più (9,1%). Il fenomeno è più diffuso tra le donne (7,7%), sia nelle età centrali (9,4% a 45-64 anni) sia in quelle avanzate (9,2% a 65 anni e più)".

Critiche alla manovra

Dopo l'audizione di Chelli alle commissioni Bilancio di Senato e Camera e l'uscita dei dati Istat non sono mancate le critiche alla manovra. A partire da Anna Ascani, vicepresidente della Camera e deputata dem, per la quale "la legge di bilancio continua a incassare bocciature. Dati e valutazioni di Istat e Bankitalia confermano quello che diciamo da settimane: questa manovra è inadeguata, insufficiente e pasticciata. Non fa nulla per la crescita, mette sul piatto poche risorse e quelle che stanzia le disperde. Il taglio dell'Irpef che doveva sostenere finalmente il ceto medio? Una beffa. Avvantaggia le famiglie più ricche, l'85% delle risorse va alle fasce alte. Mentre si insiste con i condoni, operazione inefficace oltre che ingiusta. Anche quest'anno il governo ha partorito una legge che invece di ridurre le disuguaglianze le allarga".

Le fa eco il leader M5S Giuseppe Conte che su Facebook scrive: "Avete letto? Dopo 3 anni di record di tasse e di poveri assoluti, il misero intervento del Governo Meloni sull'Irpef avvantaggia per l'85% le famiglie più ricche secondo l'Istat. Il 45% delle imprese viene tagliato fuori da alcune agevolazioni nonostante dazi, bollette e un crollo di 31 mesi. Ma è il Paese alla rovescia?". 

Giorgetti: "Taglio Irpef tutela i redditi medi"

A difendere la manovra è invece il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti che, nell'audizione in Parlamento sulla manovra, ha sottolineato come "ogni confronto della manovra" di 18 miliardi "con le precedenti non terrebbe conto di alcuni aspetti rilevanti" a partire dalle nuove regole europee, ma anche il fatto che "la legge di bilancio delle scorso anno ha finanziato in via permanete e strutturale misure che in passato venivano finanziate anno per anno". Il ministro ha poi sottolineato: "Il perseguimento di una politica di bilancio attenta" non vuol dire che con la manovra il governo non abbia puntato a dare "risposte a esigenze profonde del Paese". Il titolare del Tesoro ha citato anche il taglio dell'Irpef, affermando che con la riduzione dell'aliquota dal 35 al 33% "tutela i contribuenti con redditi medi, ed estendendo la platea di chi aveva beneficiato del cuneo fiscale coinvolge il 32% del totale dei contribuenti" per un valore del beneficio medio atteso di 218 euro all'anno" che arriva a toccare per le fascia più alta interessata i "440 euro".

Leggi anche

Manovra, Giorgetti: "Tutela i redditi medi e mantiene conti in ordine"

Economia: I più letti