Introduzione
“Le bici stanno rivoluzionando i trasporti”. Titola il The Economist in un approfondimento in cui sottolinea come "la potenza dei pedali è in piena espansione, e scatena una nuova guerra culturale".
Ma la situazione cambia molto da città a città, tra alcune che si sono già adattate alle esigenze dei ciclisti, e quelle che ancora faticano a farlo. Dal Canada fino all’Asia, passando anche per l’Europa e l’Italia, ecco alcuni esempi
Quello che devi sapere
I motivi della “rinascita” delle biciclette
Il The Economist, prima di tutto, ha individuato le ragioni che stanno dietro alla “rinascita” della bicicletta. E sono tre:
- La prima è la pandemia: con il Covid, milioni di persone hanno scelto la bici per evitare bus e metropolitane affollate. I governi, in molti casi, hanno risposto a questa nuova esigenza realizzando piste ciclabili temporanee, che in molti casi sono poi diventate permanenti.
- La seconda ragione è tecnologica ed è legata allo sviluppo delle ebike. Le batterie più leggere e i motori sempre più efficienti hanno reso le bici elettriche “più economiche, più divertenti e accessibili a chiunque”, scrive il giornale. Questo tipo di bicicletta, viene poi sottolineato, è quello più usato nel bikesharing, che ha fatto sì che l’uso di questo tipo di mezzi si sia diffuso molto rapidamente, soprattutto nelle grandi città
- Infine, la terza ragione è l’infrastruttura: “Le piste ciclabili creano ciclisti, “perché eliminano gran parte del rischio di essere travolti da automobilisti distratti o aggressivi”. Se ci sono ciclabili sicure e ben progettate, i cittadini le usano, è la tesi del giornale.
Per approfondire:
Su Insider - Più ciclabili e meno parcheggi: ecco come Parigi ha ridotto l'inquinamento
Il caso di Montreal
Il The Economist cita diverse città come buoni esempi. La prima è Montreal, in Canada, dove un quinto di tutti gli spostamenti viene fatto in bicicletta e un terzo della popolazione la usa almeno una volta a settimana. Negli ultimi anni, Montreal ha ampliato notevolmente la sua rete ciclabile: solo nei cinque anni precedenti al 2020, la rete è cresciuta del 34%, superando i 1.000 km di piste ciclabili. Non solo: nel 2024 la città ha annunciato 29 nuovi progetti ciclabili aggiungendo 33 km alla rete.
I casi di Londra e Parigi
A Londra, l’uso delle biciclette “è aumentato del 57% in due anni” e ora nel quartiere finanziario durante il giorno “superano le auto in un rapporto di due a uno”, scrive il The Standard. Questo enorme aumento, il più grande mai registrato dalla City of London Corporation, è stato alimentato in parte da un incremento del 340% nell'uso di biciclette senza dock, ovvero le ebike Lime e Forest, ampiamente diffuse nel centro di Londra.
Anche a Parigi le biciclette sono molto usate, più di moto e scooter. Un’indagine dello scorso anno sulla mobilità nell’Île-de-France certificava l’affermazione della bicicletta sull’auto come mezzo di trasporto preferito dai residenti nel cuore di Parigi, per spostarsi in città. Questo trend è stato poi confermato anche nelle aree limitrofe al pieno centro cittadino.
Il caso di Tokyo (e non solo)
Spostandosi in Giappone, nella trafficatissima Tokyo, il The Economist scrive che “il 23% degli uomini d'affari” qui è passato “alla bicicletta per recarsi al lavoro ed evitare la folla sui treni”. E le bici stanno tornando ad affollare anche le strade di Pechino, in Cina.
E in Italia?
Anche nel nostro Paese le bici, e in particolare quelle elettriche, sono aumentate del 40% rispetto al 2019. L'anno scorso sono state vendute circa un milione di bici tradizionali, e 274mila di quelle elettriche. Milano è la prima città italiana per numero di bici elettriche in bikesharing, circa 10mila, seguita da Roma e da Bologna. Il problema principale in Italia è che le piste ciclabili separate dalla carreggiata delle auto sono ancora poche. E andare in bici nel traffico è pericoloso. L'anno scorso in Italia sono morti 185 ciclisti in incidenti stradali, ricorda Il Corriere della Sera, mentre nel Regno Unito, che ha una popolazione maggiore, 82.
A livello locale, le politiche per garantire la sicurezza di chi si muove in bicicletta restano frammentarie e spesso insufficienti. Secondo i dati del nono rapporto dell’Osservatorio Focus2R, la ricerca promossa da Confindustria Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) con Legambiente, solo il 25,3% dei Comuni italiani considera la tutela dei ciclisti una priorità “molto alta” nei propri piani di mobilità urbana, mentre oltre un terzo (34,3%) la classifica come “alta”.
Bisogna poi considerare anche la struttura delle città, che, in Italia, spesso sono storiche, con vie strette, e dove le difficoltà sono oggettivamente alte quando si vogliono creare piste ciclabili separate.
Per approfondire:
Su Insider - L'Europa si muove in bicicletta. Mentre l'Italia va in macchina