L'Europa si muove in bicicletta. Mentre l'Italia va in macchina

Lo scorso aprile, le tre principali istituzioni europee hanno approvato all’unanimità la Dichiarazione europea sulla mobilità ciclistica, una direttiva non vincolante che riconosce la bicicletta come mezzo di trasporto sostenibile, accessibile, inclusivo, economico e salutare, con un forte valore aggiunto per l'economia europea. Tra i principali punti del documento, lo sviluppo e il rafforzamento delle politiche per la mobilità a pedali, il miglioramento delle infrastrutture ciclabili e l'aumento degli investimenti per favorire un maggiore ricorso alla bicicletta. Inoltre, la dichiarazione promuove la sicurezza stradale, sostiene l'industria ciclistica europea e favorisce l'integrazione con altri mezzi di trasporto per migliorare la multimodalità e il cicloturismo. In alcuni Paesi, però, applicare queste misure sarà più semplice che in altri, e l’Italia non è uno di questi. L'Italia in coda Gli ultimi dati disponibili sull’uso della bicicletta nei Paesi dell’Unione europea risalgono al 2019 e mostrano i Paesi Bassi in testa, con il 41% delle persone che utilizzavano biciclette o scooter come principale mezzo di trasporto, superando di gran lunga la media europea dell'8%. Da allora, le città di tutta Europa hanno lavorato per diventare più a misura di bicicletta, spinte dal Quadro per la Mobilità Urbana introdotto dalla Commissione europea nel 2021, come ad esempio Parigi ed Helsinki. Nel 2021, la sindaca di Parigi Anne Hidalgo ha lanciato "Paris 100% Cyclable" un piano quinquennale con un investimento di 250 milioni di euro che prevede l'espansione della rete ciclabile esistente, aggiungendo 130 km di nuove piste ciclabili e trasformando 52 km di piste provvisorie create durante la pandemia in strutture permanenti. Inoltre, Parigi sta lavorando per integrare la sua rete ciclabile con quella dei comuni limitrofi e della regione Île-de-France, partecipando al progetto RER Vélo che prevede la realizzazione di 680 km di piste ciclabili interconnesse entro il 2030. Questi sforzi hanno già portato a un notevole aumento dell'uso della bicicletta, con un incremento del 47% tra il 2019 e il 2020, seguito da un ulteriore aumento del 22% tra il 2020 e il 2021. Sotto la guida del sindaco Juhana Vartiainen, la giunta comunale locale ha fissato l'ambizioso obiettivo di posizionare Helsinki tra le tre migliori città europee per il ciclismo. Per raggiungerlo, la città ha ampliato notevolmente la sua rete ciclabile, raggiungendo circa 1.300 km di piste, che corrispondono a circa 2 km per abitante. Dal 2018, Helsinki ha anche iniziato a mantenere le piste ciclabili durante l'inverno, rendendo il ciclismo praticabile anche in condizioni climatiche avverse. Inoltre, la città ha introdotto piste ciclabili monodirezionali per migliorare la sicurezza dei ciclisti. Anche diverse città italiane stanno investendo significativamente sulla mobilità ciclistica. Rimini è un esempio particolarmente virtuoso, che ha incrementato i chilometri di piste ciclabili da 123 km nel 2020 a 134,20 km nel 2022, con ulteriori interventi in corso. Altre città che si distinguono per gli investimenti in infrastrutture ciclabili, servizi per i ciclisti e politiche di mobilità sostenibile sono Bolzano, Cesena, Ferrara, Pesaro, Ravenna e Reggio Emilia, che hanno ottenuto il massimo punteggio dalla rete FIAB-ComuniCiclabili nel 2023. Nonostante questi esempi positivi, l'Italia resta indietro rispetto ad altri paesi europei. Secondo un rapporto di Legambiente, le città italiane hanno in media solo 2,8 km di piste ciclabili ogni diecimila abitanti, contro i 20 km di Helsinki o i 14 km di Amsterdam. Cresce il tasso di motorizzazione Gli ultimi dati pubblicati dall’Istat confermano invece la continua crescita del tasso di motorizzazione in Italia, che resta il più alto dell’Unione europea, con 694 auto ogni mille abitanti. Il tasso continua ad aumentare in media dell'1,3% l’anno dal 2018, molto più che nelle altre maggiori economie dell’Unione . Nel 2023, inoltre, tutti i capoluoghi metropolitani presentano tassi di motorizzazione superiori a quelli del 2015, compresi quelli che negli ultimi anni avevano registrato una flessione di questo indicatore, come ad esempio Torino dal 2018 al 2021, Genova e Firenze nel 2020, Milano nel 2018-2019, Venezia nel 2019, Roma nel 2018 e Bari nel 2020-2021. “Non si è verificata, pertanto, quella stabilizzazione del tasso di motorizzazione che queste prime battute d’arresto sembravano preannunciare, sulla scorta di dinamiche analoghe osservate in altri Paesi, come Francia e Spagna. Tra le grandi città, gli incrementi più significativi si rilevano nel Mezzogiorno: a Napoli, Reggio di Calabria, Palermo, Messina e Catania”, hanno sottolineato gli autori del report.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

L'Europa si muove in bicicletta. Mentre l'Italia va in macchina

Abbiamo (ancora) bisogno del Pride?

Fertilità in calo: economia, guerre e ambiente ini...

Europa disarmata, anche l’Italia al bivio

Predator: Killer of Killers, l'uomo al centro di u...

La Puglia offre un bonus per congelare gli ovuli: ...

Israele, Iran e il giudizio sospeso (e studiato) d...