Rifiuti elettronici, fissate nuove regole per la raccolta dei Raee. Cosa sapere
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In Italia è arrivata una svolta nella gestione dei rifiuti elettronici, ambito cruciale per la transizione verso un’economia circolare ma ancora distante dagli standard fissati dall’Unione europea. A sancirla è l’approvazione del decreto legislativo collegato alla Legge 147/2025, con il quale il Consiglio dei ministri mira a ridefinire completamente il sistema di raccolta e trattamento dei Raee. Ecco cosa sapere
Quello che devi sapere
Cosa prevede il decreto
Entrata in vigore l’8 ottobre, la Legge 147/2025 introduce una misura molto attesa: i cittadini potranno richiedere il ritiro gratuito dei Raee direttamente presso la propria abitazione, grazie al coinvolgimento dei distributori. In questo modo si spera di recuperare milioni di piccoli apparecchi ed oggetti elettronici di consumo dimenticati in cantine, cassetti o garage.
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Sanzioni e ricavi
Il provvedimento rafforza inoltre il sistema sanzionatorio, imponendo multe più severe a chi gestisce in modo improprio i rifiuti elettronici. Non solo: le imprese del comparto saranno obbligate a destinare almeno il 3% del fatturato a campagne informative e iniziative di sensibilizzazione.
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Come funziona attualmente il sistema
In Italia il modello di conferimento per i cittadini si basa su due strumenti principali: il ritiro “uno contro uno”, che consente di restituire gratuitamente un apparecchio usato al momento dell’acquisto di uno nuovo, e il ritiro “uno contro zero”, pensato per permettere la consegna dei piccoli dispositivi nei punti vendita di grande superficie senza obbligo di spesa.
Il tasso di raccolta dei rifiuti elettronici
Secondo il rapporto Gestione dei Raee: cosa cambia?, anticipato da Il Sole 24 Ore, il quadro nazionale resta problematico: nel 2024 il tasso di raccolta si è attestato al 29,64%, ben lontano dal 65% fissato dall’Unione Europea. Un divario di oltre 35 punti percentuali relega l’Italia tra i Paesi più indietro rispetto agli obiettivi comunitari. Gli analisti di Ref sostengono che l’introduzione del ritiro a domicilio e la semplificazione burocratica per installatori e rivenditori, misure già incluse nella legge 166/2024, detta “Salva Infrazioni”, possano finalmente favorire la diffusione dei sistemi “uno contro uno” e “uno contro zero”, finora scarsamente utilizzati. La normativa, inoltre, interviene in modo deciso anche sul commercio elettronico e sulla gestione dei Raee professionali, due ambiti essenziali per colmare il divario con gli standard europei.
Un quinto della popolazione ignora i rischi ambientali
I dati di Erion WEEE mostrano che il 61% degli italiani conserva in casa apparecchi non più funzionanti, solo la metà conosce realmente cosa siano i Raee e un terzo ritiene necessarie più campagne informative. Ancora più allarmante è il fatto che un quinto della popolazione ignori completamente i rischi ambientali legati a un errato smaltimento, percentuale che sale al 32% tra i più giovani. Nel 2023, Ispra ha registrato circa 274mila tonnellate di Raee domestici raccolti, mentre il CdC Raee (Centro di Coordinamento Raee) ne ha censite 348mila: un divario di oltre 70mila tonnellate.
La dispersione dei rifiuti elettronici
Ancora più significativo è capire quale destino abbiano i Raee che sfuggono ai canali ufficiali. Un’indagine condotta nel 2023 da Erion Weee in collaborazione con Altroconsumo, tramite l’uso di dispositivi Gps applicati a 260 apparecchi dismessi, ha rivelato risultati preoccupanti: soltanto il 66% dei rifiuti elettronici è stato conferito presso impianti autorizzati, l’11% è finito in strutture non accreditate e un consistente 23% ha seguito percorsi verso destinazioni irregolari.
Il numero degli impianti
In Italia sono presenti quasi 1.100 impianti dedicati al trattamento dei rifiuti, ma soltanto 48 risultano ufficialmente riconosciuti dal CdC Raee. Questi pochi centri gestiscono il 96% dei Raee domestici censiti, mentre i restanti 1.045 impianti non accreditati trattano appena il 4%, rendendo i relativi dati di tracciamento parziali e incompleti. Secondo le stime di Erion Weee, ogni anno circa 400mila tonnellate di rifiuti elettronici, equivalenti a quasi 3 milioni di grandi elettrodomestici e oltre 400 milioni di dispositivi di piccole dimensioni, si disperdono lungo la filiera.
La procedura di infrazione europea
La svolta a livello legislativo nasce anche come risposta alle sollecitazioni provenienti da Bruxelles. Nel 2024, infatti, l’Unione europea ha avviato procedure di infrazione contro più della metà degli Stati membri, tra cui l’Italia. Se la situazione non migliorerà entro il 2028, l’ipotesi sul tavolo è una sanzione di 2 euro per ogni chilo di Raee non correttamente raccolto, una cifra che potrebbe tradursi in un esborso annuo di circa 2,6 miliardi di euro. Secondo l’analisi del Ref, le criticità restano le stesse: una quota rilevante di materiali continua a sfuggire ai canali ufficiali, i controlli risultano deboli e i cittadini spesso non ricevono il necessario supporto. Raggiungere un centro di conferimento, soprattutto nelle aree periferiche o rurali, resta a oggi un’impresa.
Negli altri Paesi europei
Diversa la situazione oltreconfine: il Belgio ha reso obbligatorio il ritiro “uno contro uno” anche per gli acquisti online; l’Ungheria incentiva economicamente chi restituisce apparecchi obsoleti; Spagna e Irlanda, infine, promuovono campagne di sensibilizzazione e giornate di raccolta dedicate, ottenendo risultati di tutto rispetto.
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