Il debito pubblico globale potrebbe raggiungere il livello più alto dal 1948. Ad annunciarlo è stato il Fondo Monetario Internazionale nel Fiscal Monitor, indicando Canada, Cina, Francia, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti come i "Paesi con un debito elevato ma con rischi di bilancio moderati". Nello specifico, per l'Italia l'Fmi prevede un debito al rialzo fino al 2027, dopodiché si assisterà a una diminuzione
Il debito pubblico globale potrebbe salire sopra il 100% del Pil entro il 2029, raggiungendo il livello più alto dal 1948. Ad annunciarlo è stato il Fondo Monetario Internazionale nel Fiscal Monitor, indicando Canada, Cina, Francia, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti come i "Paesi con un debito elevato ma con rischi di bilancio moderati". Nello specifico, per l'Italia il Fondo prevede un debito al rialzo fino al 2027, dopodiché si assisterà a una diminuzione. Quest'anno si attesterà al 136,8%, per poi aumentare al 138,3% nel 2026 e al 138,5% nel 2027. Si registrerà un calo al 137,9% nel 2028 e un'ulteriore diminuzione al 137,3% nel 2029. Poi ancora, al 137,0%, nel 2030. Il deficit è invece stimato quest'anno al 3,3% del Pil e atteso scendere al 2,8% nel 2026: continuerà poi a calare negli anni successivi fino a toccare il 2,3% nel 2027 e il 2,5% nel 2030.
Fmi: "I governi agiscano su crescita e razionalizzazione della spesa"
Secondo il Fondo Monetario Internazionale, "i governi dovrebbero assumere misure decisive per rafforzare la crescita economica e razionalizzare la spesa pubblica per alleviare le pressioni di bilancio". Per il Fmi, è necessaria un'azione di fronte a una crescita globale "fiacca”, un debito pubblico “elevato e in aumento”, piu “l'invecchiamento della popolazione e i tassi di interesse che mettono a dura prova le finanze pubbliche". I paesi potrebbero quindi “migliorare le loro prospettive se riorganizzassero la spesa pubblica dando priorità ai settori che possono aumentare la capacità produttiva dell'economia”. Fmi osserva anche che “aumentare gli investimenti nelle infrastrutture dell'1% del pil mantenendo la spesa costante nel lungo termine può aumentare la produzione dell'1,5% nelle economie avanzate e del 3,5% in quelli emergenti e in via di sviluppo”. Infine, i benefici di lungo termine dell'aumento delle spese nell'istruzione sono “ancora maggiori e stimati nel 3% nelle economia avanzate e del 6% in quelle emergenti", conclude il Fondo.