Il reddito disponibile lordo corretto pro capite nominale - uno dei 12 indicatori - "prosegue anche nel 2024 sul sentiero di crescita" registrando una "variazione significativa pari al +3,0% rispetto al 2023" e "a fine periodo, il livello dell'indicatore dovrebbe essere più elevato del 11,5% rispetto al 2024
Aumenta il reddito disponibile degli italiani ma il divario tra i più ricchi e i più poveri aumenta leggermente e la povertà assoluta resta stabile. E' quanto emerge dall'analisi dell'andamento degli indicatori di Benessere Equo Sostenibile del Minstero Economia e Finanza, contenuta nell'allegato del Dpfp 2025. Il reddito disponibile lordo corretto pro capite nominale - uno dei 12 indicatori - "prosegue anche nel 2024 sul sentiero di crescita" registrando una "variazione significativa pari al +3,0% rispetto al 2023" e "a fine periodo, il livello dell'indicatore dovrebbe essere più elevato del 11,5% rispetto al 2024. In termini reali, alla luce del calo dell'inflazione, per il reddito pro capite si stima un aumento del 5,2% nel 2025 rispetto al 2019 e dell'8% per cento, in termini cumulati, nel triennio successivo. Aumenta il gap tra ricchi e poveri: la stima della disuguaglianza del reddito netto per il 2024 è in lieve peggioramento (+0,2 punti a 5,5 punti), mentre le previsioni per il periodo 2025-2028 prospettano una sostanziale stabilità. Inoltre "lo scenario di proiezione prefigura una sostanziale stabilità della povertà assoluta familiare nel periodo 2024-2028".
I dati
I dodici indicatori su cui verte l'Allegato del Dpfp 2025 afferiscono a 7 domini del benessere individuati secondo l'approccio metodologico adottato per la predisposizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile annuale da parte dell'Istat: benessere economico, salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione tempi di vita, sicurezza, politica e istituzioni, ambiente. Il reddito disponibile lordo corretto pro capite nominale, che nell'ambito fornisce una misura sia delle risorse monetarie sia dei benefici in natura a disposizione delle famiglie, prosegue sul sentiero di crescita intrapreso dal 2021. Su tale andamento influisce la buona dinamica dei redditi nominali delle famiglie (+3% nel 2024 sul 2023) e la lieve diminuzione della popolazione. Inoltre, nel 2024 c'è stato un aumento dei trasferimenti in kind (di beni e prestazione di servizi primari), forniti dalle amministrazioni pubbliche e dalle istituzioni sociali private senza scopo di lucro. Il Mef spiega poi che la disuguaglianza del reddito netto è misurata dal rapporto fra l'ammontare del reddito disponibile equivalente del quinto di popolazione con il reddito più alto e quello del quinto con il reddito più basso. Rispetto alla stima Istat nella relazione Bes 2025, il dato definitivo per il 2023 è stato rivisto lievemente al rialzo e pari a 5,5. E per il 2024 la stima è di un lieve peggioramento, con l'indicatore che scende allo stesso livello per il 2019. Le previsioni per il periodo 2025-2028 prospettano una sostanziale stabilità, tuttavia il Mef ricorda che le stime non prendono in considerazione interventi programmati, quali ad esempio la riforma dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, che saranno compiutamente definiti in sede di predisposizione della prossima Legge di Bilancio. Per la povertà assoluta l'indice relativo al 2023 "risulterebbe sostanzialmente stabile rispetto al 2022". La stabilità verrebbe sostanzialmente confermata sia a livello di nuclei familiari, attestandosi all'8,5% delle famiglie residenti (+0,2 punti percentuali), sia a livello individuale, con un valore del 9,8% della popolazione residente (+0,1 punti percentuali); l'aumento era invece stato sensibile nell'anno precedente con una variazione rispetto al 2021, rispettivamente pari a +0,6 e +0,7 punti percentuali. Lo scenario di proiezione prefigura poi una sostanziale stabilità della povertà assoluta familiare nel periodo 2024-2028. Tra gli altri indicatori, il tasso di mancata partecipazione al lavoro rappresenta una misura più ampia del tasso di disoccupazione, poiché considera gli inattivi disponibili. Nel 2024 è proseguita la dinamica molto positiva del mercato del lavoro, con un marcato miglioramento dell'indicatore (-1,5 punti percentuali), grazie all''aumento degli occupati e alla diminuzione degli inattivi disponibili. Anche le previsioni per il 2025-2028 confermano l'andamento positivo del mercato del lavoro: nello scenario programmatico, il tasso di disoccupazione scenderebbe di -0,2 punti percentuali alla fine del periodo analizzato.