Italiani al risparmio: è l'era del deconsumismo

Inquietudine, allerta, timore. Sono queste le parole che meglio descrivono lo stato d'animo degli italiani nel 2025, secondo quanto emerge dall’ultimo Rapporto Coop sui consumi e gli stili di vita. Le difficoltà quotidiane persistono, ma è la guerra, con la sua lunga ombra, a segnare la più profonda discontinuità nell'immaginario collettivo. Oggi una buona metà della popolazione accetta l’idea che possano scoppiare conflitti armati. Sul fronte degli acquisti, la spesa delle famiglie è cresciuta dello 0,5% rispetto a cinque anni fa. Tuttavia, oltre la metà del budget familiare è assorbita da costi obbligati: bollette, casa, cibo, salute, trasporti. Il nuovo codice del consumo Il rapporto fotografa un'Italia che cambia pelle. Il risparmio è il criterio primo con cui si compra, come se a essere messo in discussione fosse il concetto stesso di consumo, che perde la sua funzione gratificante e si trasforma in necessità. Sembra essere arrivato il tempo del deconsumismo: si compra solo ciò che serve, si ripara ciò che si rompe, si riscopre il valore del tempo e delle esperienze. Anche la tecnologia, quando entra nel carrello, lo fa per utilità, non per desiderio. “Il consumo sta perdendo la sua dimensione identitaria - specifica Albino Russo, Direttore Generale ANCC Coop -. Lo dimostra il fatto che tra le attività a cui si prevede di rinunciare nel prossimo anno, lo shopping registra il calo più marcato. Le risorse economiche vengono indirizzate verso ciò che è essenziale: la salute, un’alimentazione sana, l’istruzione dei figli. È una visione del consumo diversa, forse più antica, che privilegia il valore e la funzione rispetto al desiderio”. Italiani a tavola E mentre il possesso perde fascino, il corpo diventa protagonista. Gli italiani investono in salute, scelgono frutta, verdura e prodotti freschi. Il no-alcool avanza, soprattutto tra i giovani, e il cibo torna a casa: cucinato, sperimentato, condiviso. “Oggi, circa un terzo dei consumatori italiani si allontana dai modelli tradizionali e abbraccia nuove proposte identitarie legate al cibo, al benessere, alla longevità, alla sostenibilità ambientale e alla cura del corpo - spiega Russo -. Si affermano stili alimentari influenzati tanto dai social quanto dal mondo medico: dal digiuno intermittente alla sostituzione delle proteine animali, spesso adottati per motivi salutistici o estetici. Un dato emblematico: nell’ultimo anno sono state vendute oltre mezzo milione di bilance in più”. Nei primi 6 mesi del 2025, infatti, si registra una ripresa significativa nei carrelli della spesa, con le vendite nella grande distribuzione in crescita del 3,8% a valore e del 2% a volume. Al contrario, la spesa per la ristorazione fuori casa cala del 2,2%. Il ritorno al supermercato Le difficoltà economiche degli italiani mantengono alta l'attenzione verso soluzioni convenienti anche a tavola, alla ricerca di modi per risparmiare indirizzandosi verso prodotti in promozione e quelli a marchio del distributore tra gli scaffali del supermercato che segnano un +2,7%. “Il consumatore italiano, quando acquista cibo, è tra i più esigenti al mondo - conclude Albino Russo-. Deve e vuole risparmiare per far quadrare i conti familiari, ma allo stesso tempo non è disposto a rinunciare alla qualità. Per conciliare questa apparente contraddizione, mette in campo strategie sempre nuove e mirate. Il canale discount non ha smesso di crescere, ma ciò che emerge con forza è un primo segnale di resistenza: la classe media italiana cerca con determinazione di difendere la qualità del cibo, anche in un contesto economico difficile”. E così tra timori globali e scelte quotidiane, il carrello diventa lo specchio di un Paese che consuma di meno e pensa di più.

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Italiani al risparmio: è l'era del deconsumismo

Beatrice Subissi