Cala il peso dei combustibili fossili nell’import Ue

Al momento dell’invasione dell’Ucraina, nel febbraio 2022, la Russia era il principale fornitore di combustibili fossili dell’Unione europea. Primo per quanto riguarda il petrolio e i suoi derivati, primo anche per il carbone e per il gas in forma gassosa, e secondo per il gas liquefatto . Oggi l’apporto di Mosca per il petrolio che l’Ue compra all’estero è residuale, non molto di più per quel che riguarda il gas naturale, mentre le importazioni di carbone stanno a zero ormai da diversi trimestri. Solo il Gnl resta un asset russo importante per il Vecchio continente. I dati pubblicati da Eurostat e relativi alle importazioni di combustibili fossili nel terzo trimestre del 2025 confermano che la dipendenza energetica dalla Russia è quasi del tutto risolta. E dicono anche che continua a diminuire il conto economico che l’Europa paga agli altri paesi per l’energia, anche se aumenta leggermente il volume dell’import. Vediamo come si è evoluto il mercato e quali Paesi hanno preso il posto di quello che poco più di tre anni fa era il partner energetico principale per l’Ue. Valore e volume L'analisi dei dati relativi al terzo trimestre 2025 mostra un calo del valore delle importazioni di prodotti energetici dell'Ue del 12 per cento rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, proseguendo una tendenza osservata da tre anni a questa parte. Il calo del valore delle importazioni è dovuto principalmente a una diminuzione dei prezzi, in particolare quelli dei prodotti petroliferi. Durante gli ultimi dodici mesi, il volume complessivo è in realtà aumentato del 3,3%. Osservando l’incidenza delle importazioni di energia sul totale di import Ue negli ultimi anni, si nota che la quota dei prodotti energetici sulle importazioni totali dell'UE ha registrato fluttuazioni significative, a causa della forte volatilità dei loro prezzi, raggiungendo un picco nel 2022 al 22,8% delle importazioni totali dell'UE. A questo è seguito un notevole calo nel 2023 al 17,8% e di nuovo nel 2024 al 15,4%. https://public.flourish.studio/visualisation/26985875/ Se si considerano solo i terzi trimestri del 2024 e del 2025, si è registrato un calo di 2,1 punti percentuali. La ripartizione per prodotti mostra che le quote di gas naturale liquefatto sono aumentate mentre sono diminuite le quote di gas naturale allo stato gassoso , oli petroliferi e carbone . https://public.flourish.studio/visualisation/26989812/ Per quanto riguarda i volumi, invece, l’andamento degli ultimi 5 anni è stato diverso. Calcolando le variazioni registrate in ogni trimestre a partire dal primo trimestre del 2021, si scopre che nel terzo trimestre del 2025 il volume di gas naturale liquefatto è diminuito del 16,6% rispetto al trimestre precedente. Nonostante questo calo trimestrale, rispetto al primo trimestre del 2021, il volume ha mostrato un aumento significativo, con un aumento del 107,5%. La crescente popolarità del gas naturale liquefatto può essere spiegata da alcuni fattori, come la facilità di trasporto e la maggiore efficienza. Il volume di gas naturale allo stato gassoso, invece, è diminuito leggermente nel terzo trimestre del 2025 rispetto al trimestre precedente, ma il calo è stato più marcato rispetto al primo trimestre del 2021, a causa del passaggio al gas naturale liquefatto. Le importazioni di petrolio e oli derivati hanno registrato un incremento del 7,4% rispetto al primo trimestre del 2021. Il volume di carbone è diminuito significativamente rispetto al primo trimestre del 2021, grazie alle normative ambientali dell’Unione europea. https://public.flourish.studio/visualisation/26985764/ Indipendenza energetica da Mosca L'invasione russa dell'Ucraina ha portato a cambiamenti significativi nella quota dei principali partner a causa di diverse sanzioni che hanno interessato direttamente e indirettamente le importazioni di prodotti energetici dalla Russia. La strada tracciata verso l’indipendenza energetica da Mosca ha prodotto i suoi frutti, anche se resta ancora la Russia il secondo fornitore di gas liquefatto dell’Unione. https://public.flourish.studio/visualisation/26989284/ Chi ha preso il posto della Russia come partner per i combustibili fossili? La Norvegia, dall’entrata in vigore delle sanzioni contro Mosca, ha assunto un ruolo di primissimo piano. Il Paese scandinavo oggi è il principale fornitore di petrolio e oli derivati e di gas naturale allo stato gassoso, fonte energetica di cui detiene più del 50 per cento delle importazioni totali della Ue. Per quanto riguarda il petrolio, nel terzo trimestre 2025 dopo la Norvegia sono stati gli Stati Uniti e il Kazakistan i partner principali del Vecchio continente. Per quel che riguarda il gas naturale, dietro Oslo ci sono Algeria e il Regno Unito . La Norvegia è, però, assente dai principali fornitori di gas liquefatto e carbone. Sono gli Stati Uniti , oggi, il principale fornitore di gas naturale liquefatto all'Ue; seguono Russia , Algeria e Qatar . E per le importazioni di carbone, sempre più risibili in termini di volumi assoluti, nel terzo trimestre 2025 è stata l'Australia il principale fornitore dell'Ue, davanti agli Stati Uniti e al Kazakistan .

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Gabriele De Palma