Istat, vendite al dettaglio ferme a luglio, +1,8% su anno. I dati Istat

Economia
Aleksandra  Georgieva

Aleksandra Georgieva

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A sostenere il comparto è il settore non alimentare, in crescita, mentre quello alimentare segna una diminuzione. I prodotti di profumeria e cura della persona registrano l’aumento più marcato (+3,7%), mentre il calo più significativo riguarda elettrodomestici, radio, TV e registratori (-3,1%)

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A luglio, le vendite al dettaglio in Italia mostrano segnali contrastanti. Secondo i dati diffusi dall’Istat, rispetto al mese precedente le vendite restano invariate (0%) in valore, ma registrano una leggera flessione in volume (-0,2%). Su base tendenziale, a luglio, le vendite al dettaglio registrano una crescita dell'1,8% in valore e sono stazionarie in volume. A sostenere il comparto è il settore non alimentare, in crescita, mentre quello alimentare segna una diminuzione. 

Il quadro macroeconomico

Su base tendenziale, le vendite registrano una crescita dell'1,8% in valore e sono stazionarie in volume. Sempre secondo quanto rileva Istat nel mese di luglio le vendite di beni alimentari sono diminuite (-0,4% in valore e -0,9% in volume), invece quelle dei beni non alimentari registrano un aumentanto sia in valore sia in volume (+0,3%). 

Bene grande distribuzione e commercio elettronico

Tornando sui numeri, sempre su base tendenziale, la grande distribuzione e il commercio elettronico hanno registrato delle crescite maggiori, rispettivamente del 2,8% e del 2,9%. Seguite dalle imprese su piccole superfici (+0,6%) e dalle vendite fuori dai negozi (+0,9%). Analizzando i beni non alimentari, emergono variazioni tendenziali eterogenee tra i diversi gruppi. I prodotti di profumeria e cura della persona registrano l’aumento più marcato (+3,7%), mentre il calo più significativo riguarda elettrodomestici, radio, TV e registratori (-3,1%).

Il consumatore cambia rotta: tra digitale e selettività

Il dato più rilevante non è tanto il calo mensile, quanto la trasformazione delle abitudini di consumo. Il commercio online continua a guadagnare terreno, segno che la digitalizzazione non è più una tendenza, ma una realtà consolidata. La tenuta della grande distribuzione indica che il consumatore cerca ancora convenienza e varietà, ma con un occhio sempre più attento alla qualità e alla personalizzazione.

Il calo dei beni alimentari in volume, nonostante l’aumento in valore, potrebbe riflettere una maggiore selettività negli acquisti, forse dettata da dinamiche inflattive o da una crescente attenzione alla sostenibilità. In questo scenario, il commercio al dettaglio si trova a dover interpretare un consumatore più consapevole, digitale e orientato alla qualità.

Assoutenti, pesa la crisi materie prime

Nei primi sette mesi dell'anno le vendite nel comparto alimentare registrano una contrazione in volume dello 0,8%, a fronte di una maxi-crescita in valore del +2,1%, a dimostrazione di come prosegua in Italia la forte crescita dei prezzi al dettaglio nel settore. Lo afferma Assoutenti, a seguito dei dati diffusi oggi dall'Istat.  "Sul fronte dei beni alimentari il trend continua ad essere negativo - spiega il presidente Gabriele Melluso - Nei primi sette mesi dell'anno si assiste infatti ad una riduzione dei volumi del -0,8% equivalente, al netto dell'inflazione, ad un taglio di spesa per l'acquisto di cibi e bevande da complessivi 1,3 miliardi di euro all'anno. Si compra di meno ma si spende di più, considerando che nello stesso periodo il valore delle vendite alimentari sale del +2,1% rispetto allo stesso periodo del 2024". "A pesare su tale situazione è la crisi delle materie prime che sta portando a sensibili rialzi dei prezzi per prodotti alimentari di largo consumo, beni che registrano in alcuni casi una inflazione a due cifre che costringe i consumatori a cambiare abitudini e ridurre gli acquisti", conclude Melluso.

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