Kodak rischia il fallimento dopo un secolo e mezzo per un debito di 500 milioni di dollari

Economia

L'iconica azienda fotografica Eastman Kodak, fondata 133 anni fa, ha avvertito gli investitori che potrebbe ben presto chiudere i battenti. Nella sua relazione sugli utili, la società ha riferito di non avere "finanziamenti impegnati o liquidità disponibile" per pagare i suoi debiti

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Il colosso della fotografia, Kodak, rischia di chiudere i battenti dopo quasi un secolo e mezzo di storia a causa di debiti che arrivano fino ai 500 milioni di dollari. Queste condizioni sollevano "seri dubbi" sulla capacità dell'azienda di continuare l'attività. Kodak punta a fare cassa interrompendo i pagamenti per il suo piano pensionistico e punta a rimborsare parte significativa del prestito a termine prima della scadenza, cercando contestualmente di rinegoziare o rifinanziare il debito residuo. L'azienda ha poi dichiarato di non aspettarsi "impatti significativi" dai dazi, poiché produce negli Stati Uniti molti dei suoi prodotti, tra fotocamere, inchiostri e pellicole.

La storia di Kodak

Nel 1880 a Rochester, stato di New York, l’americano George Eastman fonda un’azienda destinata a cambiare per sempre la fotografia. Otto anni dopo arriva la prima macchina fotografica portatile della storia: è il 1888, e da lì inizia un’epopea. Nel 1892 parte la produzione vera e propria.

Da allora, una pioggia di brevetti: oggi sono 79 mila. Un patrimonio che ha permesso alla società di dominare il mercato delle pellicole fotografiche, di quelle cinematografiche e delle apparecchiature per immagini e stampa. Poi, nei primi Duemila, la svolta digitale. L’immagine analogica cede il passo al pixel, e con lei rischia di scomparire un’attività che ha attraversato 133 anni di storia.

I risultati dei dati del secondo semestre 2025

Il ceo dell'azienda, Jim Continenza, parla di «progressi rispetto al piano a lungo termine, nonostante le sfide di un contesto incerto». In cassa, 155 milioni di dollari tra liquidità e mezzi equivalenti: 46 in meno rispetto al 31 dicembre 2024. Di questi, 70 milioni si trovano negli Stati Uniti.

Il calo – spiega la società – è legato alle spese in conto capitale per sostenere iniziative di crescita, alle variazioni del capitale circolante, all’aumento dei costi e a una minore redditività delle attività operative.

Nessuna preoccupazione particolare per i dazi: la produzione è tutta negli Stati Uniti, lontano dalle importazioni. E un anno fa, per ridurre il debito, Kodak aveva annunciato lo stop al piano pensionistico. Una decisione confermata dal Wall Street Journal.

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