Così l'Ue può rispondere al Genius Act di Trump

Lo scorso 18 luglio, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato ufficialmente il Genius Act , la prima legge federale che disciplina le stablecoin. Le stablecoin sono criptovalute il cui valore è ancorato a una valuta fiat, principalmente al dollaro americano. Questo significa che, se il valore del dollaro aumenta, cresce anche quello della stablecoin corrispondente. In pratica, una stablecoin agganciata al dollaro e il dollaro stesso sono considerati intercambiabili. La normativa introduce regole chiare per l’emissione e la gestione delle stablecoin, rafforzando così il ruolo del dollaro nei mercati globali e sostenendo il finanziamento del debito pubblico americano. Il Genius Act stabilisce un quadro normativo rigoroso per gli emittenti di stablecoin, che devono essere banche, istituzioni finanziarie assicurate o entità non bancarie approvate da agenzie indipendenti come l’Office of the Comptroller of the Currency . La legge, firmata dal Presidente Trump, è considerata, da alcuni osservatori, una svolta per il settore delle criptovalute, poiché offre chiarezza normativa, promuove l’innovazione e protegge i consumatori, distinguendo le stablecoin dalle altre asset class sui mercati. Tuttavia, solleva interrogativi sul suo impatto globale, soprattutto in Europa, dove la normativa MiCAR adotta un approccio più complesso e restrittivo. Abbiamo chiesto a Christian Miccoli, Ceo di Conio, un parere sulla nuova legge americana e le eventuali ripercussioni sugli investitori europei. Qual è la sua valutazione del Genius Act, che regola le stablecoin negli Stati Uniti ed è considerato da alcuni rivoluzionario? Il Genius Act è un’iniziativa importante, parte di una strategia più ampia dell’amministrazione Usa che sta portando avanti per attaccare l’Europa e per rafforzare la propria egemonia finanziaria. Insieme ai dazi e all’opposizione alla global minimum tax, promuove le stablecoin in dollari per mantenere la dominanza del dollaro americano sui mercati globali e finanziare il debito pubblico americano. Le stablecoin, infatti, devono essere garantite da asset a basso rischio, come i Treasury Usa, il che canalizza i capitali raccolti verso il debito statunitense. Questo scenario è potenzialmente problematico per l’Europa: se le stablecoin Usa si diffondessero, gli investitori europei potrebbero finanziare indirettamente il deficit americano, un esito poco favorevole per il vecchio continente. Sarà cruciale osservare la risposta europea a questa normativa. La regolamentazione europee, come MiCAR, non è sufficiente come risposta? Assolutamente no, anzi al contrario, la regolamentazione MiCAr è fin troppo complessa. Introduce requisiti stringenti, come autorizzazioni preventive e licenze, che aumentano i costi per le aziende europee, rallentandone l’innovazione e rendendole di conseguenza poco innovative. Questo eccesso di regolamentazione non protegge adeguatamente l’Europa, come ci dimostra il caso della società americana Circle, che ottenendo l’autorizzazione in Francia, dove vuole posizionare il suo centro decisionale europeo, ha aggirato facilmente le barriere di MiCAR. Questo evidenzia come la normativa MiCar, pensata per proteggere il mercato europeo, possa invece penalizzarlo. Il Genius Act richiede che le stablecoin siano garantite da asset liquidi e sicuri, come i Treasury Usa. Serve una regolamentazione simile in Europa? No, MiCAR copre già ampiamente il settore. Piuttosto che aggiungere nuove regole, l’Europa dovrebbe semplificare l’attuale quadro normativo. Proporrei una regola: per ogni nuova normativa introdotta, una vecchia dovrebbe essere eliminata, per ridurre la complessità e i costi per le imprese europee. Negli Stati Uniti, sono stati recentemente approvati gli ETF, che replicano il prezzo spot del Bitcoin e dell’Etherium, e stanno avendo successo. Sarebbe utile anche in Europa? Gli ETF sulle criptovalute non sono particolarmente utili. Le criptovalute si possono acquistare direttamente, operando 24/7, mentre gli ETF sono negoziabili solo durante gli orari di borsa, ovvero da lunedì a venerdì, otto ore al giorno, circa il 21% del tempo rispetto alle cripto. Comprare criptovalute tramite ETF è quindi meno efficiente. Ed ecco perché secondo me è meglio acquistare direttamente le criptovalute. Tuttavia, il lancio degli ETF in America hanno avuto un ruolo importante, legittimando le criptovalute come un asset class di prima categoria, non più considerate mere speculazioni ma strumenti con un ruolo nei portafogli di investimento, con caratteristiche distintive rispetto agli strumenti tradizionali. A differenza di quella che è la percezione verso il Bitcoin e le altre criptovalute in Italia. Qual è la sua valutazione generale del mercato delle criptovalute? Bitcoin ha recentemente superato i 120.000 dollari ed è tra le asset class più performanti. Quali sono le sue aspettative di lungo periodo? Bitcoin è l’unica criptovaluta veramente rilevante, grazie alla sua offerta limitata. Quando la domanda cresce, i prezzi salgono inevitabilmente. Nel medio-lungo termine, diversi fattori suggeriscono un ulteriore aumento della domanda. Un elemento cruciale potrebbe essere l’adozione di Bitcoin come riserva strategica da parte di Stati come gli USA. Se, ad esempio, la Federal Reserve iniziasse ad acquistare Bitcoin, altre banche centrali seguirebbero, creando una scarsità che potrebbe spingere i prezzi a livelli altissimi, potenzialmente verso il milione di dollari. Questo scenario non è certo, ma è discusso negli USA e, se si verificasse, avrebbe un impatto clamoroso.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Così l'Ue può rispondere al Genius Act di Trump

Aleksandra Georgieva