Ex Ilva, riunione conclusa. Fonti Mimit: “Impegno a firmare accordo martedì 15”

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Il ministro delle Imprese e del Made in Italy ha incontrato il governatore e gli altri rappresentanti delle amministrazioni pugliesi. Una riunione - ormai conclusa -"decisiva" che deve arrivare a una quadra. Sul tavolo, l’accordo di programma per la nuova autorizzazione ambientale e sanitaria Aia, necessaria per proseguire nel percorso di conversione ambientale e garantire la produttività

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Giornata focale per il futuro dell’ex Ilva di Taranto: a Roma il ministro delle Imprese Urso ha incontra il presidente della Regione Puglia Emiliano e i rappresentanti di tutte le amministrazioni pugliesi, centrali e locali, dopo l’incontro di ieri tra Urso, i sindacati e la ministra del Lavoro Calderone. I punti centrali sono sempre gli stessi: tutelare occupazione e produzione (oltre 4mila i lavoratori), salvaguardare il processo di decarbonizzazione, rilanciare l'acciaieria attraverso un intervento deciso dello Stato. I sindacati sono stati chiari, insistendo sulle risorse: i 200 milioni di euro già messi a disposizione non possono bastare. 

Fonti Mimit: “Impegno a firmare un accordo nei prossimi giorni”

Fonti del Mimit, il ministero delle Imprese e del Made in Italy, hanno riferito al termina dell'incontro che è stato assunto un impegno da parte degli enti presenti al tavolo a sottoscrivere l'accordo interistituzionale che sarà alla base della revisione dell'autorizzazione Aia. Si profila l’intenzione di riaggiornarsi alla riunione già convocata per martedì 15, al fine di consentire ulteriori approfondimento sulle due opzioni di lavoro emerse.

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Emiliano: "Due scenari"

“È stata una giornata abbastanza soddisfacente. Abbiamo definito due scenari: un primo per mantenere la strategicità dello stabilimento, come il più importante d'Italia, facendo abbassare i tempi della decarbonizzazione da 12 a 8 anni". Ha spiegato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al termine del tavolo sull'ex Ilva al Mimit. "Un secondo scenario è legato alla nave rigassificatrice. Laddove non ci fosse la possibilità di rifornire i forni Dri con sufficiente gas non sarebbe possibile realizzarli. Quindi si farebbero solo tre forni elettrici che non consentono allo stabilimento di avere lo stesso ruolo". E ha proseguito: "Chiederemo un rinvio della conferenza dei servizi per evitare di essere scavalcati dal rilascio di un'aia a cui la regione sarebbe contraria e dovremmo rivederci martedì prossimo per cercare di trovare una definizione complessiva. Laddove non intervenisse l'accordo noi rischieremmo di avere da parte del ministero dell'Ambiente l'autorizzazione degli impianti così come sono adesso senza avere la garanzia della decarbonizzazione, questo è il rischio noi ovviamente vorremmo provare a evitare". 

Urso: "Decisione spetta a Taranto". Il sindaco Bitetti: "Non può passarci così la palla"

Il ministro Urso, all'inizio della giornata, aveva parlato di una riunione "decisiva", manifestando l'intenzione di andare avanti a oltranza: "Ho liberato la mia agenda per i prossimi due giorni perché abbiamo 48 ore di tempo per decidere". La prima scelta, dice, "spetta a Taranto", chiedendo ai rappresentanti delle istituzioni locali di "esprimersi in modo chiaro, nello spirito di piena e leale collaborazione tra organi dello Stato". Non è del tutto convinto il sindaco di Taranto, Piero Bitetti: "È piuttosto semplice passare la palla così".

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Scongiurare la chisura dello stabilimento

L'accordo, come detto, è necessario per il rilascio dell'Autorizzazione integrata ambientale. Il tempo stringe: "La conferenza dei servizi tecnica è stata convocata giovedì per il rilascio dell'Aia e incombe la sentenza del tribunale di Milano che, laddove non ci fosse un'Aia sanitaria e ambientale condivisa dagli attori, inevitabilmente dovrebbe decidere per la chiusura dello stabilimento. Non possiamo fare, come si diceva una volta, che mentre Roma discute Sagunto cade. Le discussioni sono al termine, bisogna ora passare alle decisioni", ha avvertito Urso. Come accennato all'inizio, si starebbe ora procedendo verso il rinvio della conferenza dei servizi. 

Sindaco Taranto: "No a nave rigassificatrice, Taranto zona a rischio incidenti"

Per il dissalatore "abbiamo anche fatto una proposta che credo che sia facilmente accoglibile", mentre il rigassificatore nel porto "certamente non si può fare", aveva detto il sindaco di Taranto, a margine della riunione. Per quanto riguarda la nave rigassificatrice, "immaginate se quello che è successo a Roma (con l'esplosione di un impianto di carburante), succede a Taranto", rifletteva il sindaco. "Taranto ha due siti con un rischio di incidente rilevante molto importante. Proviamo a immaginare se una nave, che può essere la più sicura del mondo, con la tecnologia più avanzata del mondo, si va a mettere vicino a questi impianti, cosa significherebbe per la città di Taranto avere un effetto domino". 

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Tra conversione ambientale e problemi agli altoforni

Ma anche le condizioni dello stabilimento preoccupano i sindacati. L'incidente all'Altoforno 1, la mancata ripartenza dell'Afo2, i problemi all'Afo4, eredità della precedente gestione, unitamente all'assenza di un solido piano finanziario inducono le parti sociali a chiedere ancora, con forza, una assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti. Anche perché nei piani del governo si dovrebbe portare la produzione di acciaio a sei tonnellate, obiettivo a oggi irraggiungibile, avvertono sindacati e amministrazioni locali. 

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