Esprime soddisfazione l'Unasca ((Unione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica): "Una sentenza storica che evita il salasso per chi vuole guidare su strada e in mare"
"Un’importante vittoria per i cittadini e per il diritto alla sicurezza sulle strade e in mare: con la Sentenza n. 72/2025, la Corte di Giustizia Tributaria di La Spezia ha stabilito che l’Iva non è dovuta sui corsi per il conseguimento delle patenti moto (A e Am) e per la nautica. Senza questo chiarimento, autoscuole e scuole nautiche avrebbero dovuto applicare un rincaro immediato del 22% sui corsi di formazione, penalizzando in particolare giovani, famiglie e tutti coloro che vogliono acquisire competenze fondamentali per una guida sicura. Grazie all’azione congiunta di Unasca (Unione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica) e dei suoi consulenti, è stato dimostrato che tale aggravio non era previsto dalla legge. L’attuale normativa limita infatti l’applicazione dell’Iva esclusivamente ai corsi per le patenti di categoria B e C1 — una linea confermata anche dalla recente Legge di Bilancio 2025". Lo rende noto Unasca, l'Unione nazionale autoscuole e studi di consulenza automobilistica in un comunicato.
"Una battaglia per la sicurezza"
"Questa vittoria - sottolinea - non è solo fiscale: è anche una battaglia per la sicurezza e per l’accessibilità della formazione di qualità. I numeri parlano chiaro: nel 2023, secondo i dati Istat, 802 persone hanno perso la vita su due ruote a motore. Disincentivare l’accesso ai corsi con un aumento ingiustificato dei costi sarebbe stato un grave errore". Unasca ribadisce "il proprio impegno — insieme alle istituzioni — per raggiungere l’obiettivo europeo di ridurre del 50% la mortalità stradale entro il 2030 e per costruire una cultura della sicurezza realmente condivisa e accessibile".
"La legge deve prevalere sulle interpretazioni arbitrarie: la formazione alla guida, su strada o in mare, non è un lusso, ma un investimento in sicurezza per tutti", sottolinea Unasca.