La crescita è dello 0,3% su base annua e dello 0,4% su base trimestrale. "Ad esclusione dell'energia, unico aggregato stabile, l'incremento congiunturale mensile si estende a tutti i principali raggruppamenti di industrie", commenta l'istituto
La produzione industriale italiana torna a salire. Dopo 26 mesi di calo tendenziale i dati evidenziano ad aprile 2025 un aumento dell’1% rispetto a marzo. È quanto emerge dalle tabelle Istat sugli indici delle serie storiche che mettono in luce un leggero aumento dello 0,3% rispetto al 2024. "Si osserva una moderata crescita anche su base trimestrale (+0,4%). Ad esclusione dell'energia, unico aggregato stabile, l'incremento congiunturale mensile si estende a tutti i principali raggruppamenti di industrie", ha commentato l’istituto di statistica. Si tratta di una crescita “modesta” che tuttavia, sottolinea l’Istat, “interrompe la lunga fase di contrazione dell'indice corretto per gli effetti di calendario. La dinamica tendenziale è positiva per l'energia e i beni di consumo, a fronte di flessioni per i beni intermedi e i beni strumentali".
I dati nel dettaglio
Guardando i dati del rapporto Istat nel dettaglio si nota come l'indice destagionalizzato mensile aumenti su base congiunturale per i beni di consumo (+1,8%), i beni strumentali (+0,8%) e i beni intermedi (+0,2%). Stabile invece l'energia risulta stabile. Al netto degli effetti di calendario, ad aprile 2025 l'indice generale aumenta in termini tendenziali dello 0,3% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 20 come ad aprile 2024). Si registrano incrementi tendenziali per l'energia (+1,8%) e i beni di consumo (+1,1%); calano, invece, i beni intermedi (-0,4%) e i beni strumentali (-0,7%).
Meglio industria del legno, energia elettrica e gas
I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono l'industria del legno, della carta e stampa (+4,7%), la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+4,3%) e la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+3,3%). Le flessioni più ampie si registrano nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-11,0%), nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-9,5%) e nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-5,0%).