Airbag difettosi, come aderire alla class action per ottenere un risarcimento danni
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I titoli di Sky TG24 del 16 aprile, edizione delle 20
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Introduzione
Il Tribunale delle Imprese di Torino ha giudicato ammissibile l’azione promossa dal proprietario di una Citroen C3 e da un gruppo di associazioni dei consumatori nei confronti di Psa Italia, Stellantis e Automobiles Citroen, per gli airbag di marca Takata difettosi, installati su vetture Citroen C3 e Dsr3 prodotte tra il 2009 e il 2019
Quello che devi sapere
Come è nata la class action
- A innescare la class action era stata la certificazione di un malfunzionamento degli aribag prodotti dall’azienda giapponese, finita in bancarotta nel 2017. L’esplosione incontrollata degli apparecchi salvavita, soprattutto in condizioni di caldo e umidità, in caso di incidenti stradali come un tamponamento o l'urto accidentale contro un guard rail rischiava di provocare gravi ferite, fino al decesso dei passeggeri
Per approfondire: La rubrica di Carlo Cottarelli: “Perché Trump ha fatto un passo indietro sui dazi?”

I primi casi in Usa nel 2008
- I primi casi di malfunzionamento degli airbag Takata risalgono al 2008 quando negli Stati Uniti la National Highway Traffic Safety Administration aprì un'indagine a seguito di incidenti sospetti. Nel 2013 l'azienda nipponica fu costretta a richiamare 3,6 milioni di automobili con diversi marchi coinvolti da Volkswagen a Seat, da Audi a Mercedes e Skoda
Le prime auto Citroen ritirate
- Tra i costruttori coinvolti c'è anche Citoren che dallo scorso maggio ha inviato messaggi a migliaia di clienti con la richiesta di “sospendere immediatamente la guida”. Alcuni avevano lamentato però scarsa assistenza, in particolare nella gestione degli appuntamenti in concessionaria e l'ottenimento di un'auto di cortesia
I ritardi
- Nell'istanza di procedimento al tribunale, le associazioni dei consumatori avevano puntato il dito contro i tempi giudicando "tardiva" la campagna di richiamo dei veicoli in Italia da parte di Citroën
Codacons: "Danni per 285 milioni di euro"
- Secondo il Codacons, che ha presentato l’istanza insieme ad altre associazioni come Adusbef, Assourt, Altroconsumo, Movimento Consumatori, Adiconsum e Udicon, i modelli difettati sono stati montati su circa 179mila vetture per un danno complessivo pari a 285 milioni di euro. Secondo invece il calcolo fatto lo scorso anno dai giudici di Torino, in Italia ammontano a circa 46mila le auto coinvolte
Udicon: “Chi guida un veicolo deve stare al sicuro”
- Le associazioni per i consumatori evidenziano come le condotte adottate dalle aziende abbiano leso i diritti degli automobilisti. “Chi guida un veicolo deve stare al sicuro e, se c'è una campagna di richiamo, ci vuole certezza sui tempi di riparazione e sull'assegnazione dei veicoli sostitutivi”, sottolinea Martina Donini, presidente dell’Unione per la difesa dei consumatori (Udicon) che invita i proprietari interessati a farsi avanti per “aderire alla procedura”
I tempi per aderire
- Il Tribunale del capoluogo piemontese ha fissato in 150 giorni la finestra temporale a disposizione degli automobilisti coinvolti per aderire all’azione collettiva
Psa: “Continuiamo lavoro per campagna ritiro”
- Dopo la sentenza, il Gruppo Psa Italia e Stellantis ha confermato la campagna di richiamo dei veicoli C3 e DS3 equipaggiati con gli airbag difettati. “Groupe Psa Italia e Stellantis, che si riservano di valutare ogni opportuna iniziativa nell'ambito del procedimento in corso, continuano a lavorare incessantemente, impiegando ingenti risorse, anche finanziare, per completare la campagna di richiamo 'Stop Drive' dei veicoli C3 e Ds3 equipaggiati con airbag Takata, prontamente adottata dal costruttore e attuata da Groupe Psa Italia per tutelare la sicurezza dei clienti”, fa sapere un portavoce del gruppo che precisa come la decisione del Tribunale di Torino “riguardi solo l'ammissibilità dell'azione di classe, e non anche i presunti profili di responsabilità di Groupe Psa Italia e di Stellantis e i danni lamentati, la cui valutazione è rimessa ad una fase successiva del procedimento”
Chi può aderire alla class action
- Alla class action, gratuita, possono aderire tutti i proprietari di Citroën C3 e DS3 prodotte tra il 2009 e il 2019 che non abbiano ancora ricevuto una comunicazione di richiamo da parte dell’azienda oppure che non abbiano sostituito l’airbag difettoso. Il procedimento ha carattere retroattivo ed è aperto quindi agli automobilisti che in passato abbiano subìto disagi o danni economici a causa di un malfunzionamento del sistema salvavita
Dove aderire
- Nei prossimi giorni la richiesta d’adesione alla class action sarà disponibile sui siti ufficiali delle associazioni promotrici
La richiesta di danno patrimoniale
- In vista della prossima udienza del procedimento, fissata per il 21 novembre 2025, inizia a delinearsi l’entità del danno patrimoniale con l’associazione Altroconsumo che ha richiesto una liquidazione di 517,20 euro per ogni mese di mancato intervento. A tale cifra si aggiunge un risarcimento per danni non patrimoniali di 1.500 euro per ogni automobilista, in particolare per il "disagio psicologico" provocato dalla consapevolezza di guidare un veicolo con un sistema potenzialmente mortale
Per approfondire: Drive Club, tutte le puntate della rubrica su auto, motori e mobilità di Sky TG24
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in questa scheda
- Come è nata la class action
- I primi casi in Usa nel 2008
- Le prime auto Citroen ritirate
- I ritardi
- Codacons: "Danni per 285 milioni di euro"
- Udicon: “Chi guida un veicolo deve stare al sicuro”
- I tempi per aderire
- Psa: “Continuiamo lavoro per campagna ritiro”
- Chi può aderire alla class action
- Dove aderire
- La richiesta di danno patrimoniale
- Leggi anche
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