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iPhone, ecco perché i dazi americani fanno volare il prezzo degli smartphone di Apple

Economia
©Ansa
Dazi, Trump: non cambio idea, portano ricchezza
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Dazi, Trump: non cambio idea, portano ricchezza
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Introduzione

Secondo un'analisi realizzata dall’istituto finanziario newyorkese Rosenblatt Securities, l’inasprimento delle tariffe commerciali imposte il 2 aprile scorso dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump rischia di raddoppiare il prezzo degli iPhone con i modelli che potrebbero subire rincari fino al 43% sul costo attuale

Quello che devi sapere

Il tonfo di Apple a Wall Street

  • L'introduzione dei dazi e la prospettiva di una guerra commerciale Usa con le principali economie del mondo ha scosso i mercati e in particolare le multinazionali americane che basano una quota dei loro affari all'estero: nella seduta del 3 aprile, Apple ha ceduto sul terreno oltre il 9,25% mentre in due giorni è arrivata a perdere oltre 300 miliardi di dollari. Perdite consistenti in borsa hanno interessato colossi come Amazon, Nvidia, Meta e Nike. Per Wall Street il 4 aprile è stato un venerdì “nero” con tutti e tre gli indici principali sotto il 5%. Il Dow Jones ha perso il 5,50% a 38.314,86 punti, il Nasdaq il 5,82% a 15.587,79 punti mentre lo S&P 500 è calato del 5,97% a 5074,08 punti

La rubrica di Carlo Cottarelli: "Dazi sulle auto, perché l'Ue dovrebbe rispondere a Trump"

Il tonfo di Apple a Wall Street

L’effetto sui mercati

  • A poche ore dall'annuncio, l'introduzione immediata dei dazi americani ha mandato in tilt i mercati a livello globale con crolli paragonabili all’11 settembre 2001, al crack di Lehman Brothers nel 2008 e al Covid. Aleggia anche lo spettro della recessione e le Borse mondiali, dall'Asia all'Europa ne hanno subito risentito, con Piazza Affari in picchiata: nella seduta di venerdì 4 aprile il Ftse Mib ha ceduto il 6,53% a 34.649 punti, dopo essere sprofondato durante la giornata di contrattazioni di oltre il 7%

Dipendenza dall’Asia

  • Gli effetti delle nuove tariffe commerciali americane potrebbero farsi presto sentire sulle tasche dei consumatori. A spingere verso l’alto il costo futuro degli smartphone venduti dall’azienda di Cupertino sono soprattutto i dazi al 54% (34 + 20 già in vigore) applicati alla Cina, Paese dove si concentra la fetta maggiore della produzione

La risposta della Cina

  • Come altri colossi americani, il tonfo in borsa di Apple ha rivelato la dipendenza dalla catena produttiva cinese. Secondo gli analisti, negli ultimi 20 anni l’azienda fondata da Steve Jobs ha legato gran parte della sua fortuna alle vendite degli iPhone. La risposta della Cina non si è fatta attendere con l'annuncio di contro dazi del 34% che impattano direttamente sulle aziende americane attive nel suo territorio

Vietnam e India

  • Negli ultimi anni, una parte della produzione di iPhone è migrata verso altri Paesi asiatici come il Vietnam e l’India, che tuttavia sono stati colpiti in misura analoga dalla scure trumpiana con dazi rispettivamente del 46% e del 26%

L’impatto sui consumatori Usa

  • Di fronte all’aumento delle tariffe commerciali è verosimile che l’azienda californiana possa scaricare i costi sul prezzo finale dei prodotti con rincari fino a 500 euro. Sembra dunque tramontare l’ipotesi di bissare lo sconto ottenuto durante il primo mandato di Trump (2017-2021) quando Apple riuscì a negoziare delle eccezioni ai dazi che per il momento non sono state concesse

Quanto potrebbero aumentare i modelli

  • Ipotizzando rincari al 43% come confermato dall’agenzia Reuters, l’analisi di Rosenblatt Securities calcola che il modello attuale di iPhone 16, lanciato sul mercato statunitense ad un prezzo base di 799 dollari, potrebbe toccare i 1.142 dollari. In attesa dell'arrivo di nuovi modelli previsti a settembre, è destinato a lievitare anche l’iPhone 16 Pro Max nella versione con display da 6,9 pollici e 1 terabyte di spazio di archiviazione – il più caro attualmente in circolazione - con un balzo da 1.599 a 2.300 dollari. Non va meglio per l’iPhone 16e, il modello più economico della gamma, che passerebbe a 856 dollari dagli attuali 599

L’impatto sull’Italia

  • Di conseguenza, gli iPhone più cari negli Stati Uniti potrebbero far sentire gli effetti in Europa e in particolare in Italia dove il costo base risultava già più alto. Al prezzo di listino viene infatti applicata l’Iva al 22% e altri balzelli come l’equo compenso Siae

I costi in Italia

  • Ipotizzando i nuovi prezzi post-dazi, un modello 16 Pro Max venduto negli Stati Uniti a 2.300 dollari in Italia potrebbe superare i 2.500 euro, di cui 462 di Iva 

Vantaggio per la concorrenza?

  • Come ulteriore effetto collaterale, l’imposizione dei dazi potrebbe avvantaggiare i concorrenti di Apple che basano la propria produzione su Paesi dove le tariffe sono meno alte. In prima fila c’è Samsung, colosso tecnologico "made" in Corea del Sud che rispetto alla Cina affronta dazi più blandi, pari al 25%

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