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Reddito delle famiglie italiane, la classifica delle province più ricche

Economia
Ipa/Unioncamere
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Introduzione

Il reddito delle famiglie italiane tra il 2021 e il 2023 è cresciuto in termini nominali dell'11,3%, un valore inferiore all'aumento dei prezzi nello stesso periodo (14,2%) e che ha determinato quindi una caduta del potere d'acquisto. È lo scenario che emerge dall'analisi di Unioncamere-Centro Studi Guglielmo Tagliacarne sulle stime 2023 del reddito disponibile delle famiglie.

Quello che devi sapere

Redditi e variazioni da Nord a Sud

  • Secondo lo studio, la provincia di Sondrio si posiziona al primo posto nella variazione dei redditi registrando un aumento dei redditi correnti superiore all'inflazione (+17%), mentre Trieste chiude la classifica con un aumento di appena il 5,90%, meno della metà dell'inflazione. Se invece si guarda al reddito disponibile pro capite delle famiglie consumatrici Milano è prima con un reddito disponibile di 34.885 euro a testa, quasi due volte e mezzo più alto di quello di Foggia che chiude la classifica con 14.554 euro. Dall’analisi emerge che a fare più fatica a tenere il passo con l'inflazione sono soprattutto le famiglie del Centro Italia con una crescita dei redditi del 10,3%, mentre il Nord segna in media un +11,96% e il Sud un +10,9%.

Per approfondire: Stipendi, Italia "maglia nera" tra i Paesi Ocse per potere d’acquisto. La classifica

Redditi e retribuzioni

  • "La geografia dei redditi delle famiglie - afferma il direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, Gaetano Fausto Esposito - delinea un quadro che possiamo definire più ‘democratico’ rispetto a quello della produzione, perché le distanze territoriali appaiono meno accentuate: mentre per il valore aggiunto pro capite la distanza tra la prima provincia e l'ultima è di 3,6 volte, questa differenza si riduce a 2,4 volte per il reddito disponibile. Questo dipende anche dai trasferimenti pubblici che, ad esempio, nel Mezzogiorno, pure se in calo, incidono per il 40% contro il 35% della media italiana. Inoltre, al Sud la dinamica delle retribuzioni da lavoro dipendente, in termini nominali, riflette anche la crescita economica rilevata negli anni più recenti. Tuttavia, le retribuzioni per dipendente al Meridione restano inferiori di circa il 15% al valore medio nazionale. Un segnale da non trascurare, in aggiunta, è il ritardo che registriamo del Centro Italia, il cui reddito disponibile, tra il 2021 e il 2023, cresce meno di quello del resto del Paese".

Per approfondire: Reddito e patrimonio: quanto sei ricco (o povero) rispetto agli altri? Il calcolatore

Retribuzioni crescono più del reddito ma meno dell’inflazione

  • Come spiega Unioncamere, a contribuire alla crescita del reddito disponibile è soprattutto la componente legata al reddito da lavoro dipendente, che rappresenta la parte largamente maggioritaria delle entrate delle famiglie italiane. Tra il 2021 e il 2023, quest’ultima voce è infatti aumentata dell’11,8% a fronte dell’11,3% del reddito complessivo disponibile. Nel complesso, in ben 55 province su 107 il reddito da lavoro dipendente è incrementato più di quello disponibile. Si tratta di un aumento attribuibile soprattutto alla crescita della platea degli occupati (aumentata di circa 850mila unità nel triennio) che, comunque, non riesce a recuperare la perdita del potere d’acquisto generato dall’inflazione cresciuta del 14,2% nello stesso periodo di tempo.

Per approfondire: Lavoro, in Italia gli over 50 sono 10 milioni: numero raddoppiato in 20 anni

La geografia del reddito da lavoro

  • Aumenti più consistenti del reddito da lavoro dipendente si registrano in particolare al Mezzogiorno (12,5%), con punte del 14,2% in Abruzzo e del 13,8% in Sicilia. Mentre il Centro mostra, anche in questo caso, una minore velocità (10,8%). L'Aquila (+18,5%), Teramo (18,1%) e Sondrio (17,9%) sono le province dove si registrano le crescite maggiori. All’opposto Terni (+7,3%), Pordenone (+6,2%) e Trieste (+6,1%) sono quelle che restano più indietro

I dati del reddito disponibile pro-capite

  • Tra il 2021 e il 2023 restano saldi sul podio per reddito disponibile pro-capite Milano con 34.885 euro, Bolzano con 31.160 euro e Monza e della Brianza con 29.452 euro. Mentre sul fronte opposto nel 2023 Foggia scivola all’ultima posizione della graduatoria provinciale con 14.554 euro a testa, penultima Caserta con 14.683 euro e terzultima Agrigento con 14.802 euro, nonostante i tassi di crescita del reddito complessivo disponibile registrati nel triennio da queste province rispettivamente del 9,1%, dell’11,1% e del 12,8%. Consistenti variazioni positive di posizione - segnala Unioncamere - si rilevano tra il 2021 e il 2023, soprattutto in corrispondenza di Belluno che guadagna 10 posizioni collocandosi al 23esimo posto, di Sondrio che ne scala 9 attestandosi al 43esimo e di Venezia che ne recupera 7 piazzandosi al 27esimo. Sul fronte opposto, invece, Pordenone retrocede di 10 "gradini" classificandosi al 25esimo posto, Udine di 9 al 36esimo e Trieste di 8 al 18esimo

Le prime 20 province per reddito disponibile delle famiglie

  1. Milano - 34.885,27 euro
  2. Bolzano - 31.159,70 euro
  3. Monza e della Brianza - 29.452,14 euro
  4. Bologna - 28.560,67 euro
  5. Genova - 27.105,54 euro
  6. Parma - 27.083,16 euro
  7. Reggio nell'Emilia - 26.654,55 euro
  8. Firenze - 26.194,51 euro
  9. Modena - 26.076,91 euro
  10. Torino - 25.852,91 euro
  11. Roma - 25.507,93 euro
  12. Savona - 25.179,29 euro
  13. Valle d'Aosta - 25.150,50 euro
  14. Trento - 25.133,85 euro
  15. Cuneo - 25.132,58 euro
  16. Forlì-Cesena - 25.037,79 euro
  17. Vicenza - 24.987,52 euro
  18. Trieste - 24.885,99 euro
  19. Lecco - 24.704,82 euro
  20. Verona - 24.655,98 euro

Per approfondire: Reddito disponibile per le famiglie, il Nord supera del 30% quello del Sud: i dati Istat

La classifica completa

Di seguito la classifica completa delle 107 province in base al reddito disponibile pro capite delle famiglie consumatrici:

La classifica completa