Mercato auto, rischio rincari fino a 3 mila euro per i dazi Usa. Cosa succede
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Auto, effetto dazi: a febbraio vendite Italia -6%
00:01:27 min
Introduzione
I dazi verso Canada e Messico varati dagli Stati Uniti ed entrati ieri ufficialmente in vigore, rischiano di causare a regime un effetto domino su tutto il comparto dell'automotive. In questo caso arriverebbero ripercussioni, per recuperare le perdite subite, anche sulle autovetture e sulla componentistica commercializzate in Italia
Quello che devi sapere
La denuncia
- A fornire le stime è Federcarrozzieri, l'associazione delle autocarrozzerie italiane, che ha elaborato alcune proiezioni sulle possibili ricadute delle nuove imposte sulle merci studiate dal governo americano
Per approfondire:
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Un duro colpo per le case automobilistiche
- Come spiega Federcarozzieri, le case automobilistiche di tutto il mondo potrebbero subire un duro impatto in termini di mancati profitti e perdite economiche. Questo perché sono molteplici i marchi che producono automobili in Canada e Messico: Volkswagen, Audi, Bmw, Stellantis, Honda, Hyundai, Kia, Mazda, Toyota, Nissan
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Il caso del Messico
- Il Messico, dove si producono ogni anno 3,5 milioni di autovetture, è il più grande Paese di origine per le auto vendute dal gruppo Volkswagen negli Usa (il 44% delle vendite totali nel 2024), e il secondo per le auto destinate agli Usa di Stellantis (40% tra Canada e Messico), Nissan (31%), Mazda (23%), Honda (13%)
La riduzione degli utili per le case automobilistiche
- Per questo gli analisti, considerato anche il numero di vetture vendute ogni anno negli Stati Uniti dai singoli marchi, hanno stimato una riduzione media degli utili per le case automobilistiche tra il -5% e il -15%
In fumo 5,9 miliardi di utili
- I danni dei dazi, però, potrebbero essere anche più consistenti. Come stimano gli analisti di Bloomberg Intelligence, i dazi di Trump sulle importazioni dal Messico e dal Canada rischiano di cancellare 5,88 miliardi di dollari di utili operativi per i grandi produttori europei e le più colpite sarebbero Stellantis e Volkswagen. Le case automobilistiche europee, tra cui anche Bmw e Mercedes, producono in Messico e vendono negli Stati Uniti 620 mila veicoli, mentre Stellantis importa anche dal Canada circa 170 mila unità. Nel dettaglio sono 417 mila veicoli Stellantis, 301 mila Volkswagen, 59 mila Bmw e 516 mila Mercedes. E si traduce in un impatto sull'ebit di 3,44 miliardi per Stellantis, di 1,77 miliardi per Volkswagen, di 552 milioni per Bmw e di 123 milioni per Mercedes. "Le case automobilistiche dell'Ue hanno la possibilità di spostare la produzione negli stabilimenti statunitensi, ma questo richiederà tempo e comporterà costi più elevati", spiegano gli analisti che li stimano in 3.500 dollari per veicolo, per un costo complessivo di quasi 2,8 miliardi. Se invece, ma gli analisti ritengono improbabile l'ipotesi, il costo venisse trasferito sugli acquirenti, le case automobilistiche dovrebbero aumentare i prezzi dei veicoli fino a 10 mila dollari
Gli effetti sulla filiera della componentistica
- Non solo auto: come rivela Federcarrozieri, ad essere colpita dai dazi potrebbe essere anche tutta la filiera della componentistica. I dazi si applicherebbero infatti anche ad airbag e cinture di sicurezza (prodotti da Autoliv), pneumatici (Michelin e Pirelli), sedili (Yanfeng), freni (Brembo), componenti per motori elettrici (Eurogroup Laminations)
La simulazione
- La conseguenza diretta per i cittadini sarebbe un rialzo dei prezzi di mercato di tutto il comparto auto, dai veicoli nuovi ai pezzi di ricambio. Federcarrozzieri ha elaborato delle proiezioni sull'entità degli impatti economici dei dazi. Ipotizzando un rincaro dei listini delle auto del 10%, i prezzi dei modelli base più venduti in Italia subirebbero le seguenti variazioni: Fiat Panda (ibrida) +1.595 euro; Jeep Avenger (benzina) +2.475 euro; Citroen C3 (benzina) +1.524 euro; Toyota Yaris Cross (ibrida) +2.865 euro; Peugeot 208 (ibrida) +2.422 euro; Toyota Yaris (ibrida) +2.455 euro; Lancia Ypsilon (ibrida) +2.390 euro; Volkswagen T-Roc (benzina) +3.035 euro
Rischio nuova impennata dei listini
- "Nel 2024 il prezzo medio di una autovettura si è attestato in Italia a 30.096 euro, con una crescita enorme del +43% rispetto al periodo pre-covid (21mila euro nel 2019). I dazi rischiano di determinare a livello globale una nuova impennata dei listini delle auto, che nel 2025 potrebbero salire in media di 2.500/3 mila euro rispetto ai prezzi attuali", ha dichiarato Davide Galli, presidente di Federcarrozieri
La produzione di batterie in Ue
- Proprio per evitare problemi come i dazi oggi l’Unione europea dovrebbe adottare un piano Ue per l’automotive che prevede “1,8 miliardi di euro nei prossimi due anni" (2025-2027)”, al fine di sostenere la produzione di batterie nell'Ue, mobilitando risorse dal Fondo europeo per l'innovazione. Bruxelles ricorda di aver già annunciato finanziamenti fino a "3 miliardi di euro del Fondo per l'innovazione per la produzione di celle per batterie per veicoli elettrici" e che il primo bando da un "miliardo di euro è stato lanciato" lo scorso dicembre. Tra le misure menzionate per rafforzare la capacità di produzione di batterie in Ue, Bruxelles promette di esplorare la "possibilità di finanziare l'aumento delle linee di produzione europee" e strumenti di "sostegno diretto dell'Ue alla produzione per le aziende che producono batterie nel territorio comunitario", che potrebbe essere combinato con gli aiuti di Stato
Per approfondire: Automotive, osservatorio Tea: "Metà delle aziende non investe in innovazione"
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in questa scheda
- La denuncia
- Un duro colpo per le case automobilistiche
- Il caso del Messico
- La riduzione degli utili per le case automobilistiche
- In fumo 5,9 miliardi di utili
- Gli effetti sulla filiera della componentistica
- La simulazione
- Rischio nuova impennata dei listini
- La produzione di batterie in Ue
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