Pnrr Italia, fondi non spesi e finanziamenti Ue inutilizzati: il rapporto Assonime
Economia
Introduzione
L’utilizzo dei fondi Pnrr prosegue a ritmo molto lento. Lo evidenzia il report di Assonime, l'associazione fra le società italiane per azioni. Al 13 dicembre 2024 risultavano spesi 58,6 miliardi, che sono circa il 30% del totale delle risorse a disposizione del Piano. Restano da spendere circa 135,8 miliardi entro il 2026.
Considerando sempre il 13 dicembre 2024, dei 42 miliardi (poi ridotti a 22) pianificati sul sistema Regis (quel sistema sviluppato dalla Ragioneria Generale dello Stato e incaricato di monitorare l’andamento del Pnrr) per il 2024, risultavano spesi 13,5 miliardi, circa il 32% di quanto programmato per l’anno scorso
Quello che devi sapere
Le differenze di spesa fra una missione e l’altra: la Missione 3
- Il quadro della distribuzione di spesa risulta eterogeneo. La percentuale infatti varia molto da missione a missione. La Missione 3, "Infrastrutture per una mobilità sostenibile", registra il tasso di avanzamento più alto rispetto al cronoprogramma 2020-2024, con l’86% delle risorse già erogate (91% per gli investimenti nelle reti ferroviarie e sicurezza stradale). La spesa effettiva resta però inferiore al 40% delle risorse totali assegnate
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Le Missioni 1 e 2 con e senza interventi sui crediti d'imposta
- Rispetto al cronoprogramma 2020-24 procedeno bene anche le Missioni 1 - "Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura" (71%) - e 2 - "Rivoluzione verde e transizione ecologica" (69%) -, trainate rispettivamente dagli investimenti nella digitalizzazione del sistema produttivo (77%) e dalle misure di efficienza energetica (97%). Se però si escludono gli interventi relativi ai crediti d’imposta (Transizione 4.0 della missione 1 e Superbonus della missione 2) il tasso di avanzamento scende rispettivamente al 42% e al 36%
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"Critico" lo stato della Missione 5, "inclusione e coesione"
- Le missioni 4 ("Istruzione e ricerca") e 6 ("Salute") mostrano tassi di avanzamento sul cronoprogramma superiori al 60%, ma anche in questi casi la spesa effettiva è bassa: si attesta rispettivamente al 25% e al 15% del totale delle risorse disponibili. Assonime definisce “particolarmente critico” lo stato della Missione 5 ("Inclusione e coesione"), con una percentuale di spesa del 29% rispetto al cronoprogramma e il 12% del totale delle risorse allocate. In questo ambito paiono evidenti le criticità sui progetti riguardanti le politiche del lavoro. Sono in difficoltà in particolare le politiche attive e il progetto GOL, cioè un’azione di riforma prevista dal Pnrr per riqualificare i servizi di politica attiva del lavoro
La maggior parte delle risorse usate per incentivi fiscali
- Ad aver assorbito le maggiori risorse sono stati gli strumenti di incentivazione fiscale: a dicembre 2024 il valore era 31,2 miliardi. Di questi, circa 16 si riferiscono agli incentivi alle imprese e 15 miliardi a contributi a favore di soggetti privati diversi da unità produttive (es. incentivi a famiglie, Ecobonus)
Indietro la spesa per i lavori pubblici: 21%
- Molto più indietro la spesa per la realizzazione di lavori pubblici, che risulta in aumento di circa 7 miliardi rispetto all’anno precedente, ma raggiunge solo il 21% del budget
Gli interventi
- Il report di Assonime ricorda che il Governo è intervenuto lo scorso dicembre per cercare di affrettare i tempi: ha introdotto misure per velocizzare il trasferimento delle risorse ai soggetti attuatori. Le amministrazioni responsabili potranno trasferire fino al 90% delle risorse richieste entro 30 giorni, riducendo così i tempi di attesa per l’accesso ai fondi necessari. Grazie a questa misura si dovrebbero ridurre i ritardi dovuti alle verifiche preventive, che spesso rallentano l’erogazione delle risorse
Foti: "Siamo al 52%"
- Tornando alla percentuale di spesa, il ministro per gli Affari europei con delega al Pnrr Tommaso Foti ha parlato di una percentuale complessiva più alta: "Siamo al 52% di quanto ricevuto. Va accelerata, ma non dimentichiamo che c'è stata una situazione di programmazione più lunga del previsto. Oggi iniziamo a mettere a terra gli interventi, che si portano dietro la spesa'', ha detto. E sull'ipotesi di un rinvio della scadenza prevista al 2026, ha aggiunto: "La Commissione europea ha un report in tempo reale su come va la spesa e come si stanno raggiungendo gli obiettivi. Penso farà una valutazione, mi auguro non necessiti di istanze di parte". Il report Assonime ricorda infine che Il governo italiano ha annunciato l’intenzione di procedere (entro marzo 2025), a una nuova revisione del Piano: l'idea è intervenire dove necessario per chiudere le riforme e gli investimenti nel rispetto delle scadenze (giugno 2026)
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