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Export di olio EVO, 65% delle vendite all’estero si concentra in 5 mercati: i dati

Economia
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In 20 anni il consumo mondiale di olio d'oliva è cresciuto a piccoli passi, con tassi di crescita più rilevanti nei paesi extra-Ue, che hanno visto aumentare il loro peso dal 28% al 57%. L'export di evo raggiunge 160 Paesi, ma il 65% del valore è realizzato in Stati Uniti, seguiti da Germania, Francia, Canada e Giappone

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Oggi l’export di evo dall’Italia raggiunge complessivamente 160 Paesi, ma il 65% del valore delle vendite all’estero è realizzato nei 5 top mercati, con il Stati Uniti in testa a quota 32% seguiti da Germania (15,5%), Francia (7,9%), Canada (4,7%) e Giappone (5,3%). Questi i dati della filiera olivicola made in Italy emersi oggi a Sol2expo (Veronafiere) nel corso del convegno dedicato a “Il mercato dell'olio di oliva in Italia e in Europa: realtà e prospettive”. 

I dati dell'osservatorio Sol2expo-Nomisma

Tra gennaio e novembre 2024, l’olio d’oliva made in Italy ha registrato performance sopra la media in Germania (+58% la crescita del tricolore contro un aumento delle importazioni del 42%), Corea del Sud (+141% vs +86%), Australia (192% vs 106%) e Messico (99% vs 82%). L’extravergine di oliva, in particolare, ha messo a segno crescite interessanti anche sul fronte dei volumi proprio in Corea del Sud e Germania, dove le quantità sono aumentate rispettivamente dell’82% e del 19,4% sulle cifre del 2023, a fronte di un aumento a valore del 152,6% verso Seul e del 68% verso Berlino. 

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Il consumo dell’olio d’oliva all'estero

In 20 anni il consumo mondiale di olio d’oliva è cresciuto “a piccoli passi” (da 2,7 a 3 milioni di tonnellate), denotando tassi di crescita più rilevanti nei paesi extra-Ue, che hanno visto aumentare il loro peso dal 28% al 57%. Il consumo è aumentato nei mercati non “tradizionalmente” produttori mentre è diminuito in Italia, Spagna e Grecia. Tra i top market di consumo, è cresciuta la domanda negli Stati Uniti (+35% tra il 2014 e il 2024), in Brasile (+42%) e in Francia (+6%), e se Europa e Nord America si confermano le principali aree di importazione, si rilevano segnali di crescita molto interessanti in Sud America e Asia, con incrementi in doppia cifra delle importazioni tra il 2013 e il 2023 di Cile e Perù (+15%), Colombia (+13%), Corea del Sud (+12%) e Indonesia (+11%).

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In Italia

Sul fronte della distribuzione moderna su base NielsenIQ, principale canale di vendita in Italia, gli ultimi tre anni sono segnati dagli effetti combinati dell'inflazione e di una produzione leggera, che hanno determinato una riduzione delle vendite a volume tra il 2022 e il 2024 del 10%, a fronte di un aumento del 64% a valore. "L'auspicio è che il consumatore italiano acquisisca una maggior consapevolezza sul valore reale dell'olio extravergine di oliva - ha detto  Denis Pantini, responsabile Agroalimentare di Nomisma - portandolo a riconoscere l'evo, come un alimento principe della dieta mediterranea e non un semplice condimento o ingrediente da utilizzare in cucina".  

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