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Scuola, aumenti medi da 140 euro al personale. Cosa cambia con il nuovo contratto?

Economia
©IPA/Fotogramma
Aggressioni a scuola, Valditara propone l'arresto in flagranza
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Aggressioni a scuola, Valditara propone l'arresto in flagranza
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Introduzione

È il turno del comparto dell’Istruzione e Ricerca per tentare di arrivare alla firma di un nuovo accordo. Ad attenderlo ci sono 1,2 milioni di dipendenti tra professori, ricercatori, personale Ata e amministrativo.

 

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha firmato l’atto di indirizzo per avviare i tavoli della trattativa. E l'Aran, l’agenzia che negozia a nome del governo, ha subito convocato i sindacati per il 27 febbraio.

 

Per il comparto, secondo le tabelle certificate dal Tesoro e allegate all’atto di indirizzo, ci sono 3,2 miliardi di euro di fondi, a cui vanno aggiunti altri 43 milioni l’anno stanziati per la formazione. Secondo i primi conteggi, l’aumento medio per i dipendenti dovrebbe essere attorno a 140 euro lordi mensili. Ecco quali sono le possibili novità sul tavolo e quali le tempistiche

Quello che devi sapere

Gli incrementi di stipendio

  • Come detto, il 27 febbraio parte il tavolo per il rinnovo del contratto della scuola. Secondo le prime indiscrezioni, sono previsti aumenti medi per tutto il comparto intorno ai 140 euro lordi mensili (150 per i docenti). Sarebbero previsti anche corsi di formazione triennali al termine dei quali, in caso di valutazione positiva e svolgendo funzioni aggiuntive (tutor, orientatori, collaboratori del dirigente, responsabili di progetto), ci saranno incrementi di stipendio.
  • Sempre secondo indiscrezioni circolate negli ultimi giorni, ci sarebbe una forte spinta al merito, con la conferma che i premi economici aggiuntivi dovranno andare ai dipendenti che hanno avuto i voti migliori, limitando la quota dei beneficiari che, in termini percentuali, potrà ricevere la quota massima.

Per approfondire:

Scuola, il 27 al via trattative per nuovo contratto: per docenti aumenti medi di 150 euro

Come verrà impostato il sistema retributivo per i docenti

  • L’elemento retributivo è fissato una tantum in una misura non inferiore al 10% e non superiore al 20% dello stipendio, che sarà destinata agli insegnanti di ruolo per il superamento dei corsi di formazione triennali e in caso di valutazione positiva
  • A essere premiati saranno dunque quegli insegnanti che svolgeranno “funzioni aggiuntive” rispetto a quelle di insegnamento o funzionali all’insegnamento. Il contratto, spiega l’atto di indirizzo, dovrà prevedere che il docente interessato alle funzioni di supporto all’offerta formativa, frequenti un percorso di formazione della durata di tre anni. Al termine di questo triennio, il docente dovrà superare una valutazione finale e, in caso di esito positivo, potrà ricevere un incentivo economico una tantum. 
  • Dopo questo passaggio, avrà accesso ad altri due trienni di formazione. Alla fine di questo ciclo, e sempre dopo una valutazione positiva dei risultati raggiunti, il docente acquisirà il diritto a ricevere un “assegno annuale ad personam”, come scrive Il Messaggero, che sarà fisso e strutturale, e a cui sarà possibile aggiungere anche un’ulteriore parte variabile connessa all’effettivo impiego nelle attività di supporto della scuola.

Le critiche dei sindacati

  • Diverse sigle sindacali, come Cgil e Uil, non hanno nascosto la loro delusione per il fatto che l’ammontare degli aumenti previsti sia inferiore alla perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione degli ultimi anni. Tuttavia, decisivo sarà il ruolo delle sigle autonome. Mentre in alcuni comparti Cgil e Uil riescono a raggiungere da sole la maggioranza in termini di rappresentatività, nel comparto Istruzione e Ricerca pesano anche altri sindacati come Confsal (12,1%) o Gilda (8,29%) o Anief (6%). 

Sistema di valutazione dei risultati dei dirigenti della scuola

  • Intanto, arriva il Sistema nazionale di valutazione dei risultati dei dirigenti della scuola. Il ministro Valditara ha emanato il decreto, in attuazione alle recenti disposizioni legislative promosse dallo stesso ministro. Il provvedimento che sarà in vigore già dall'attuale anno scolastico. La valutazione dei presidi avverrà tenendo conto della specificità delle funzioni e sulla base degli strumenti e dei dati a disposizione del sistema informativo del ministero e del Sistema nazionale di valutazione dei risultati dei dirigenti scolastici. Il procedimento, spiega il ministero, sarà articolato in una fase di assegnazione degli obiettivi, anche di rilevanza regionale, e in una di valutazione, a cura dei direttori degli Uffici scolastici regionali, garantendo un eventuale momento di contraddittorio con gli interessati e il ruolo di un organismo di garanzia.

"Crescita professionale dei dirigenti scolastici"

  • Agli esiti della valutazione sarà collegata la retribuzione di risultato. "Si tratta di un momento storico per il comparto della scuola - sottolinea il ministro Valditara - perché arriva dopo 25 anni di assenza normativa, segnalata più volte a livello istituzionale e dovuta anche ad una forte ostilità culturale. Il nuovo sistema di valutazione consentirà di verificare e accompagnare il raggiungimento dei risultati, al servizio degli studenti e delle famiglie, anche nella prospettiva di una crescita professionale dei dirigenti scolastici, che svolgono una funzione fondamentale per un sistema scolastico sempre più efficiente".

Il parere dei sindacati

  • I sindacati sono divisi sulla questione che riguarda i presidi. Cgil e Uil bocciano senza mezzi termini il provvedimento. "Esercita un controllo diretto sull'attività dei dirigenti scolastici" dice Gianna Fracassi, numero uno della Flc Cgil. “È una procedura che non supporta il lavoro dei presidi, ma li mette in competizione tra loro, come se fossero top manager di un'azienda e non figure fondamentali per la crescita e l'organizzazione della scuola”, aggiunge Giuseppe D'Aprile (Uil). Entrambi chiedono il ritiro ma i sindacati dei presidi. Da Udir a DirigentiScuola, all'Anp, plaudono invece alle nuove norme.

Per approfondire: 

Scuola, il concorso docenti Pnrr 2: i posti disponibili e i prossimi step