Lavoro, dai manager ai tecnici: quando le competenze digitali contano più della laurea
EconomiaIntroduzione
Le competenze digitali avanzate aumentano la possibilità di trovare lavoro, sia per ruoli manageriali sia tecnici, influenzando la valutazione dei reclutatori più del possesso della laurea (+3%).
Lo rivela un'indagine comparata tra Italia, Germania e Regno Unito condotta da Fbk e Università di Trento. Secondo lo studio, inoltre, nel Regno Unito le capacità informatiche contano più della laurea, mentre il titolo terziario paga ancora in Germania e, soprattutto, in Italia (4,58%)
Quello che devi sapere
Le abilità richieste
- Le competenze digitali devono andare oltre l'uso aziendale dei sistemi operativi, dei social network e di internet: devono essere "abilità specifiche". Tra queste, l'indagine individua la capacità di usare linguaggi di programmazione avanzata, di utilizzo di software scientifico-statistici, di gestione di progetti e social media, di piattaforme di cloud computing e di tecnologie di elaborazione dei Big data, di conoscenza di algoritmi, strutture dati e basi dei sistemi distribuiti
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Come si è svolto lo studio
- I gruppi di lavoro del Centro per la ricerca valutativa sulle politiche pubbliche della Fondazione Bruno Kessler (Fbk) e del Dipartimento di sociologia e ricerca sociale dell'Università di Trento hanno coinvolto per ciascuno oltre 700 reclutatori e dirigenti del ramo delle risorse umane ai quali è stato chiesto di giudicare quattro diversi profili professionali e tre differenti livelli di padronanza delle competenze digitali (avanzato, intermedio e base)
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“Entro il 2030 l’IA sarà 3,5% del Pil mondiale”
- "Lungi dal creare disoccupazione tecnologica, l'innovazione e le competenze digitali aiutano a creare lavoro qualificato e a favorire il matching fra domanda e offerta di lavoro", ha osservato Paolo Barbieri, professore di sociologia economica all'Università di Trento e coordinatore Csis, promotore della ricerca, assieme al professor Antonio Schizzerotto. "Entro il 2030 l'intelligenza artificiale varrà il 3,5% del Pil mondiale, mentre aumenteranno i posti di lavoro in settori quali artificial intelligence, big data, coding, cybersecurity, internet of things e sviluppo di applicazioni mobili", ha sintetizzato Alessio Tomelleri, ricercatore di Fbk-Irvapp
Italia 19esima su 27 per digitalizzazione
- Il rapporto 2024 dell’Osservatorio Agenda Digitale ha stilato la classifica dei Paesi più digitalizzati all’interno dell’Unione Europea. L’Italia rimane abbastanza bassa: è 19esima su 27. Perde così tre posizioni rispetto ai dati raccolti a fine 2022. Secondo il rapporto, che si chiama “Italia digitale: dalla semina al raccolto”, l’Italia è diciottesima per maturità delle nostre infrastrutture digitali; undicesima sul fronte della digitalizzazione delle imprese; ventiduesima per diffusione di competenze digitali; e ventunesima per digitalizzazione della Pa. In particolare, l’Italia è sotto la media europea come competenze di base, con solo il 46% degli italiani fra i 16 e i 74 anni ha competenze digitali di base contro il 56% della media europea. Il problema, però, è il digital divide territoriale, con le forti differenze che caratterizzano i territori che sono difficili da colmare anche a causa dell'assenza di adeguate agende digitali regionali o, più precisamente, di un adeguato raccordo tra le agende digitali regionali
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Fondi spesi male o non spesi
- Sul piano delle risorse, è fondamentale impiegare nei tempi previsti tutti i fondi del Pnrr, integrandoli con le altre risorse disponibili per sostenere la trasformazione digitale del Paese, ed è importante abbinare a tali risorse altre non a prestito e dedicate a iniziative di innovazione e cooperazione. A oggi, però, gran parte dei fondi del Pnrr sono spesi male o non spesi, con le Regioni che hanno allocato alla trasformazione digitale solo 1,9 miliardi dei 48 a loro disposizione
Il gap di genere
- C’è anche da segnalare un già noto divario di genere: in Italia, le ragazze tra i 25 e i 34 anni con una laurea nelle materie Stem, cioè scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, sono solo il 16,8%. Meno della metà dei ragazzi, che arrivano al 37%. È il dato riportato da Save the Children, sulla base del rapporto Istat 2024, e diffuso nei giorni scorsi alla vigilia della Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza. L'organizzazione rileva l’importanza di abbattere questa differenza
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Il mercato dell’IA cresce
- Al contempo, il mercato dell'intelligenza artificiale in Italia "conferma una dinamica di forte crescita, con un valore consolidato nel 2023 di 674 milioni di euro, registrando un significativo +55% rispetto al 2022". Emerge dal report "Il Mercato dell'IA in Italia" pubblicato da Anitec-Assinform, l’associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’Ict, che evidenzia quanto le previsioni per il 2024 siano "altrettanto positive, con una stima di crescita del 34,8% che porterà il mercato a toccare i 909 milioni di euro e 1,802 miliardi di euro nel 2027". Tuttavia, "l'analisi evidenzia profonde disomogeneità strutturali", in particolare con un divario nell'adozione tra grandi imprese e pmi. A guidare l'adozione di IA è il settore bancario con investimenti pari a 173,6 milioni di euro, mentre il comparto Telco & Media ha raggiunto i 161,6 milioni di euro
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