Taxi e Ncc, verso lo stop al confronto di prezzi e tempi attesa sulle app. Cosa sappiamo

Economia
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Introduzione

Una norma introdotta nell’ultima bozza del 'decreto piattaforme di intermediazione' potrebbe rendere impossibile confrontare i tempi di attesa e i prezzi fra taxi e Ncc prima di scegliere il servizio. Secondo quanto riferisce Il Messaggero, il testo è stato inviato dal governo alla Commissione europea per la procedura di verifica Tris, necessaria per le norme relative ai servizi della società dell'informazione. Si prevede una possibile approvazione nei prossimi mesi, prima di maggio. 

Quello che devi sapere

Cosa prevede la bozza del decreto

  • Questa norma punta a oscurare il luogo di destinazione delle corse per evitare che vengano selezionate dai tassisti tramite le app di prenotazione che dialogano con Uber. Nel testo riportato dal quotidiano romano è spiegato che i soggetti gestori delle piattaforme di intermediazione “adottano apposite misure volte a garantire che la destinazione dell’utente sia comunicata al vettore taxi solo al momento del prelievo dell’utente e che non sia comunicato al vettore il corrispettivo stimato della corsa” e che “il corrispettivo stimato per il servizio taxi può essere comunicato all’utente, ferme restando le variazioni connesse alle condizioni di circolazione e alle ulteriori variabili che incidono sulla determinazione del costo del servizio”. Inoltre “i tempi di arrivo del vettore taxi o Ncc e il corrispettivo stimato per il servizio sono comunicati all’utente solo all’esito dell’opzione”.

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Il commento di Uber e dei tassisti

  • “Una bozza di decreto che va a punire principalmente gli utenti, in contrasto con le sentenze della Corte costituzionale e con il recente parere pubblicato dall’Antitrust, che di fatto si dimentica delle esigenze dei cittadini che ricercano servizi di trasporto in modo facile e veloce tramite applicazioni tecnologiche”, è stato il commento rilasciato a Il Messaggero da Lorenzo Pireddu, general manager di Uber Italia. I tassisti si dicono in parte sfavorevoli, perché contrari alla riduzione della possibilità di scelta. In parte però invitano il governo a procedere

La decisione del Tar del Lazio di gennaio

  • La diatriba fra Ncc e taxi dura tempo, come risaputo. In gennaio il Tar del Lazio ha bloccato la stretta sulle macchine con conducente voluta dal Ministero dei Trasporti. Dopo aver sospeso a dicembre l'obbligo di 20 minuti di pausa fra le corse, i giudici hanno infatti bloccato un'altra parte importante del decreto che il Mit ha introdotto lo scorso ottobre. Soddisfazione era arrivata dalle associazioni dei consumatori e degli Ncc, mentre per il Mit l'ordinanza del Tar è senza effetti visto che il decreto era di fatto già congelato

La sospensione

  • I tassisti hanno fatto sapere di voler contestare le decisioni del tribunale amministrativo. Per il Tar del Lazio il Mit si è spinto troppo in avanti con il suo decreto, e ha "indebitamente introdotto disposizioni" per "regolare le concrete modalità di organizzazione e svolgimento dell'attività di noleggio con conducente". Per questo i giudici, accogliendo parzialmente le richieste dell'Associazione Imprenditori Mobilità Sostenibile, hanno deciso di sospendere diversi articoli del provvedimento che disciplina il foglio di registro elettronico per poter svolgere il servizio di noleggio con conducente. Viene sospesa, ad esempio, la disposizione che impone di attivare le proprie credenziali su un unico dispositivo, in quanto questa limitazione "ostacola il corretto svolgimento dell'attività di impresa" nel caso in cui il dispositivo non funzionasse. Sospeso anche l'articolo che stabilisce che la partenza deve coincidere con l'arrivo del servizio precedente, perché sarebbe una "indebita reintroduzione dell'obbligo di rientrare in rimessa al termine di ogni servizio, già dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale". Per questi motivi l'istanza cautelare è stata parzialmente accolta, fino alla trattazione del merito del ricorso nell'udienza pubblica del 4 giugno prossimo

La presentazione di una legge di iniziativa popolare

  • L’Associazione Articolo 16, nata dalla collaborazione tra i Radicali Italiani e MuoverSì (la federazione che riunisce le principali associazioni Ncc), il 12 febbraio ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare che punta a “garantire la libertà di movimento, prevista dalla Costituzione ma oggi negata dalla catastrofe del trasporto pubblico non di linea e da una legge vecchia di oltre trent’anni. Introdurre un principio rivoluzionario per l’Italia: è il cittadino a scegliere il mezzo di trasporto che preferisce, non lo Stato a limitarne l’accesso. Più concorrenza, più benefici per i consumatori, più occupazione regolare”. La proposta, dicono i promotori, introduce il concetto di “trasporto al pubblico”, "definito come il trasporto di persone da un luogo a un altro attraverso qualsiasi modalità disponibile, incluse le piattaforme digitali, e ribadisce la separazione con regole chiare tra servizio taxi e servizio Ncc semplificando la concessione di autorizzazioni regionali e puntando a garantire che l’enorme domanda di trasporto pubblico non di linea incontri un’offerta sicura e sufficiente.

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