Il consumo di vino nei ristoranti sta calando a causa del nuovo Codice della strada?

Economia
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Introduzione

Il nuovo Codice della strada, entrato ufficialmente in vigore lo scorso 14 dicembre, prevede tolleranza zero per chi guida in stato di ebbrezza. E le misure stanno già avendo un effetto sul consumo di alcol - in particolare vino - in ristoranti, locali e cantine.

 

Il primo grido d’allarme è arrivato dai ristoratori. Come riporta La Stampa, il calo di consumi oscillerebbe tra il 30 e il 40%. Ma, passato l’effetto sorpresa, c’è chi si è già organizzato per trovare soluzioni per continuare ad essere attrattivo per la clientela, tra navette e vini senza alcol

Quello che devi sapere

Le nuove regole sul consumo di alcol

  • Partiamo dalle novità previste dal codice della strada per il consumo di alcol. Se il tasso alcolemico è compreso tra 0,5 e 0,8 grammi per litro si ha una sanzione tra 573 e 2.170 euro, con sospensione della patente da 3 a 6 mesi. 
  • Se il tasso alcolemico è tra 0,8 e 1,5 grammi per litro, si è puniti con doppia sanzione, detentiva e pecuniaria, oltre alla sospensione della patente da 6 mesi a un anno. 
  • Se il tasso alcolemico supera gli 1,5 grammi per litro, la contravvenzione è punita con sanzione detentiva e pecuniaria e sospensione della patente da uno a due anni.
  • Per i neopatentati, poi, le norme già in vigore prevedono un tasso alcolico zero per tre anni. Tutte le ipotesi di guida in stato di ebbrezza portano alla decurtazione di 10 punti dalla patente.
  • Tra le sanzioni c'è anche l'obbligo di installare sulla macchina l'alcolock, un dispositivo che impedisce l'avvio del motore in caso di rilevamento di un tasso alcolemico superiore a zero

Per approfondire:

Codice della strada: ecco tutte le misure

Le nuove regole sul consumo di alcol

La situazione nei ristoranti da Milano a Roma

  • Con le nuove regole parla di “un calo del 18-20% rispetto a gennaio dello scorso anno” sul consumo dell’alcol, Roberto Paddeu, del ristorante “Frades” a Milano, come scrive Il Messaggero. "Il problema non è Milano o le nuove norme, qui ci sono metro, taxi e Uber. Ma a Porto Cervo dove abbiamo l’altro punto vendita sarà un disastro: lì senza macchina non vai da nessuna parte". "Stiamo pensando a una navetta per i nostri clienti. Scelta costosa, ma meglio che vedere i tavoli senza bottiglie", spiega Paddeu.
  • Nella zona di Bologna, Paolo Pezzoli, gestore della "Corte dei molini" a Castel Maggiore, e presidente del neonato 'Consorzio tutela ristoranti Bologna', spiega a Bologna Today: “Durante le festività non ho notato differenze significative nei consumi rispetto agli anni scorsi, ma dall’ultimo dell’anno sì: alcuni clienti hanno deciso di rinunciare persino al calice di vino, dicendo che era meglio evitare per non rischiare".
  • Intanto Fiepet Confesercenti Modena segnala un significativo calo delle vendite di alcolici nei ristoranti e nei bar, con una riduzione compresa tra il -10% e il -20% dall’entrata in vigore del nuovo Codice della strada. Per questo, propone l’installazione incentivata di etilometri nei pubblici esercizi per consentire ai clienti di effettuare controlli preventivi prima di mettersi alla guida. 
  • E da Roma, Alberto Martelli, del ristorante “La Carbonara” a Campo dei Fiori, osserva: “Prima a pranzo un bicchiere era quasi la norma. Ora? Zero. E le famiglie che ordinavano due bottiglie si fermano a una”. 

Le cantine

  • "Quello che è evidente è la mancanza di collegamenti alternativi indispensabili per chi non vive e lavora nelle grandi città. Dove non ci sono taxi e metropolitane a disposizione, diventa molto più difficile muoversi con mezzi alternativi all’automobile privata", sottolinea poi - a La Stampa - Daniela Cinelli Colombini, imprenditrice del vino e fondatrice di Cantine Aperte.

I vini senza alcol

  • Intanto, l’attenzione è puntata sul mondo del vino senza alcol che può essere un’alternativa valida per chi vuole mettersi al volante. Paolo Castellati, segretario generale dell'Unione Italiana Vini, su questo, sottolinea: "Finalmente possiamo produrre vini dealcolati in Italia. Entro l’anno, prevediamo 50 impianti attivi. È una rivoluzione”. I numeri sembrano promettenti. “Il 21% degli italiani è interessato ai vini dealcolati, una percentuale che sale al 28% tra i giovani tra i 18 e i 34 anni”, continua Castellati

E la tradizione vinicola?

  • Sempre rimanendo nel mondo vinicolo, Roberta Ceretto, produttrice dell’omonima cantina ad Alba, sul vino senza alcol ha le idee chiare: “Per me, è un ossimoro. Il vino è tradizione, cultura, un rituale che va ben oltre il semplice bere. Come si può chiamare Barolo qualcosa che non ha nemmeno alcol? È un vino che si gusta con calma, in momenti di tranquillità, e non è certo pensato per eccessi. È un prodotto che racconta un territorio e una storia. Non riesco a immaginare un abbinamento serio tra un cibo e un calice senza alcol”.

Per approfondire:

Quanti bicchieri di vino posso bere per non sforare i limiti di legge?