Fisco, tasse non riscosse sono oltre 1.200 miliardi. Caccia alle risorse per taglio Irpef

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Introduzione

Nelle intenzioni dichiarate dal governo Meloni, il 2025 appena iniziato dovrebbe essere l’anno in cui si interverrà per ridurre il carico fiscale sul ceto medio. A confermarlo è stato il viceministro dell'Economia Maurizio Leo, che in un’intervista sul Corriere della Sera ha detto che “sul piano della riduzione della pressione fiscale, c'è ancora da fare, partendo dai redditi medi che necessitano di un'attenzione specifica. Lo faremo, come sempre, con scelte responsabili e sostenibili finanziariamente”.
 

Il 2025, ha spiegato nell'intervento il viceministro, "è l'anno in cui il governo conta di percorrere, con ancora più convinzione, il cammino di riforma fiscale, avviato con l'approvazione della legge delega nell'agosto del 2023". Per Leo "al cuore della riforma c'è l'idea che il fisco debba abbandonare, ove possibile, il ruolo di 'controllore sospettoso' per diventare un 'partner affidabile’". Inoltre "abbiamo potenziato l'autotutela che consente all'amministrazione di correggere autonomamente i propri errori. L'abbiamo resa obbligatoria per i casi evidenti, come errori di calcolo o di persona. Se al contribuente viene notificato un atto sbagliato, anche se si perde il termine per impugnarlo, lo stesso non avrà danni"

Quello che devi sapere

Mancano all’appello oltre 1.200 miliardi

  • Tra le altre novità, ha spiegato ancora il viceministro Leo, "è stata poi istituita una commissione tecnica, incaricata di analizzare il 'magazzino della riscossione', ossia l'insieme dei crediti fiscali non riscossi, con l'obiettivo di proporre soluzioni che evitino l'ulteriore accumulo e il relativo smaltimento di questi crediti che, al 31 dicembre 2024, ammontano a 1.275 miliardi di euro”.

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Somme da incassare e risorse

  • Il problema con cui si deve confrontare il governo Meloni nel tentativo di alleggerire l’aliquota Irpef al 35% è quello delle risorse. L'esecutivo ha tentato nell’autunno scorso con il concordato preventivo biennale per gli autonomi, ma la misura ha raccolto meno  di quanto era stato ipotizzato e auspicato: 1,7 miliardi di euro contro 2,5. E dunque rimane la necessità di recuperare risorse: a tal fine la Lega starebbe da mesi puntando a proporre la quinta edizione della rottamazione.

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Ritorna la rottamazione?

  • La misura finora ha portato risultati: secondo la relazione finale dell’ormai ex direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, nei primi 11 mesi dello scorso anno la rottamazione ha permesso di incassare 4,6 miliardi. Sono in totale 31,6 miliardi rientrati in cassa negli ultimi 8 anni. Anche per questo il cantiere delle rottamazioni è destinato a riaprirsi soprattutto dopo la richiesta già formalizzata dalla Lega in sede di Manovra. L'emendamento relativo fu ritirato e non era visto di buon occhio da Leo che però, in quei giorni, era alle prese con il risultato non esaltante del concordato biennale per gli autonomi. 

La quinta versione del provvedimento

  • Sono proprio questi risultati ottenuti negli ultimi anni ad aver spinto la Lega a puntare su una nuova riapertura della rottamazione, che qualora arrivasse sarebbe la quinta versione del provvedimento. E adesso non è escluso che la proposta del partito del vicepremier Matteo Salvini possa tornare sotto forma di un emendamento al decreto Milleproroghe. Tuttavia il rischio è che la misura, se ripresentata dalla Lega via emendamento, possa essere espunta per estraneità alla materia del provvedimento. La possibile difficoltà è che si tratterebbe di una riapertura dei termini, e non di una proroga, tuttavia potrebbe comunque esserci spazio per un tentativo.

Aumentano le rate dei debiti

  • Intanto è già partito l'aumento delle rate per pagare i debiti: pochi giorni fa l'agenzia della Riscossione ha annunciato la novità voluta da Leo, che prevede il pagamento delle cartelle a rate fino a 7 anni - dunque 84 rate - con una semplice richiesta online.

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La scadenza del 16 gennaio

  • Nel frattempo lo scadenzario fiscale chiama in cassa le partite Iva con redditi fino 170mila euro che, sempre grazie ad un emendamento della Lega, hanno potuto contare su qualche mese in più per pagare Irpef, Ires e Irap. Entro giovedì prossimo, il 16 gennaio, sono circa 300mila quelle chiamate in cassa: si potranno pagare in unica soluzione il 16, oppure in cinque rate di pari importo da gennaio a maggio del 2025.

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