Ci sono sempre più donne che insegnano all’università in Italia

Quante sono le donne che insegnano nelle università italiane? In quali aree disciplinari sono più dei colleghi uomini? Dal portale Cineca è possibile consultare l’elenco aggiornato completo di tutti i docenti delle università italiane. Al 7 gennaio 2025, il personale docente dell’università italiana è composto da 64.719 unità, di cui la gran parte, il 92%, sono docenti in atenei statali, mentre l’8% insegna in istituzioni private. Attualmente, le donne rappresentano il 40% del totale dei docenti universitari, mentre gli uomini il 60%. Si tratta di un progresso significativo rispetto a 25 anni fa, quando le donne erano appena il 29%. Tuttavia, la distribuzione di genere varia considerevolmente nei diversi stadi della carriera accademica. Il gradino più basso, quello dei ricercatori, mostra una quasi parità: le donne costituiscono il 46% del totale, contro il 54% degli uomini. Salendo al livello intermedio, quello dei professori associati, la percentuale di donne scende al 43% . Il divario si accentua ulteriormente tra i professori ordinari, dove solo il 29% è costituito da donne, mentre il restante 71% da uomini. Se andiamo poi a guardare i dati relativi al ruolo più apicale dell’università, quello del rettore, vediamo che la parità è ancora più lontana: sul sito della CRUI, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, le donne sono appena 17 su 85, cioè esattamente una su cinque o, in percentuale, il 20%. Va evidenziato che se per essere ricercatore, ordinario e associato bisogna vincere un concorso, per diventare rettore è necessario vincere un’elezione, ma questo non cambia la sostanza: anche nella carriera accademica, come in altre carriere, la progressione risulta più difficile per le donne. Il divario cambia anche a seconda delle aree disciplinari: il Ministero dell’Università e della Ricerca ne individua 14 e dai dati si vede che le docenti donne sono almeno il 50% nelle aree disciplinari 03 , 05 , 10 e 11 . Le aree disciplinari meno “rosa”, invece, in cui le donne sono meno del 30% dei docenti, sono: la 01 , la 02 , la 04 e la 09 . Un dato ancora più interessante si osserva riducendo a due categorie le 14 aree disciplinari individuate dal Ministero: consideriamo da una parte i docenti di discipline STEM – sigla inglese che sta per “scienze, tecnologia, ingegneria e matematica” – e vi includiamo anche economia, statistica, medicina, veterinaria, agraria, e dall’altra di discipline non-STEM. Nelle discipline classificate come STEM, le donne costituiscono il 37% del corpo docente, mentre nelle discipline non-STEM la percentuale sale al 48%. Questa disparità è un fenomeno ben noto anche a livello internazionale, dove persistono barriere culturali e stereotipi di genere che influenzano le scelte educative e professionali delle donne fin dai primi anni di formazione. Nonostante i progressi registrati negli ultimi anni, quindi, il quadro che emerge è quello di un sistema accademico italiano in cui, pur essendo aumentata la presenza femminile, la carriera accademica resta più difficile per le donne.

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