Guerre e crisi economica, per gli italiani “preoccupazione” è la parola del 2025
EconomiaIntroduzione
“Preoccupazione”. Tra guerre in corso, il rallentamento della crescita europea, l’aggravarsi della crisi ambientale e l’incognita della seconda presidenza di Donald Trump, è questo il termine più quotato per definire il 2025, almeno secondo il 40% degli intervistati nell’ambito delle due indagini dell’Ufficio Studi Coop che danno vita all'analisi "Le previsioni 2025".
Quello che devi sapere
Peggiorano le speranze degli italiani
- Non sorprende quindi che tra le parole più frequentemente citate ci siano anche “insicurezza” (25%) e “inquietudine” (21%), seppur qualche spiraglio arriva da chi sceglie “curiosità” (28%), “fiducia” (23%) e “ottimismo” (22%). Un gran cambiamento rispetto ad appena 12 mesi fa, quando “serenità” e “accettazione” aprivano il 2024. Al di là dei termini scelti per guardare al 2025, quello che si profila all’orizzonte è comunque un Paese diviso in due tra chi ha aspettative positive e chi invece non ne ha: i primi sono il 52%, i secondi il 48%.
Per approfondire: Su Insider, la rubrica di Carlo Cottarelli - Cosa aspettarsi dall'economia mondiale nel 2025
Pessimismo forte tra donne, baby boomers e lower class
- Il pessimismo per il futuro è più marcato tra donne, baby boomers (nati tra il 1946 e il 1964) e la lower class. Come detto, a pesare sulle percezioni è principalmente il contesto internazionale: preoccupano soprattutto le guerre e i conflitti (81%), le tensioni geopolitiche (76%) e i cambiamenti climatici (71%). Al contrario, ad alimentare la positività sono in particolare elementi individuali, come gli affetti familiari (69%), la salute fisica (59%) e il benessere psichico (56%)
Le prospettive per l’economia
- Anche le difficoltà economiche del sistema Paese turbano gli italiani. Sul punto, i manager italiani intervistati ipotizzano per i prossimi 12 mesi un forte rallentamento. Per gli opinion leader la crescita italiana del Pil potrebbe fermarsi nel 2025 appena sopra lo zero (+0,5%, a fronte di una previsione Istat di +0,8%), con un’Unione europea che per il 60% degli intervistati è destinata ad indebolirsi, mentre 8 manager su 10 (77%) credono che potrebbe essere necessaria l’introduzione di dazi per proteggersi dalle politiche statunitensi e cinesi
Timori di spesa
- Ci sono segnali discordanti sul fronte consumi. Per la prima volta dopo molto tempo, gli italiani che pensano si arriverà a una crescita dei consumi nel 2025 superano del 6% quelli che prevedono di diminuirli. Si tratta però più che altro di un timore: va sottolineato come tra le categorie di consumo che raccolgono le maggiori intenzioni di acquisto si registrano in primis le uscite economiche obbligate. Quanti pensano di spendere di più per le utenze superano del 26% quelli che sperano di pagare meno. Il saldo è allo stesso modo positivo per le spese per la salute fisica (24%) e il consumo domestico di cibo (21%). Per tutti gli altri settori si manifestano invece intenzioni di acquisto in prevalenza negative, specie per ristorazione, viaggi e intrattenimento extradomestico
Tra propensione al risparmio e metodi per spendere meno
- Un altro segnale discordante è che se da un lato le famiglie si attendono un rallentamento delle rinunce (scende del 10% la quota di chi pensa di non riuscire a pagare mutuo o affitto nei prossimi 12 mesi, dell’8% chi pensa di far ricorso ai risparmi e del 6% chi conta di rinviare spese programmate), rimangono in campo le strategie per risparmiare già sperimentate negli ultimi anni come l’usufruire di promozioni (lo farà l’88% del campione), la rinuncia al superfluo (77%) e la scelta della convenienza per il 75%
Rinviati i grandi acquisti
- Verranno poi rinviati ancora per un altro anno almeno gli acquisti di beni durevoli come case, auto, elettrodomestici e prodotti tech, così come gli smartphone
Forte l’attenzione alla dimensione privata
- Ecco quindi che, in un contesto collettivo difficile, gli italiani prevedono di farsi forza ripiegando su sé stessi e sulla dimensione privata. Per fare qualche esempio: stare di più con la famiglia è il progetto indicato dal 75% degli intervistati (+25% rispetto all’anno precedente), mentre tranquillità e armonia vengono indicati come obiettivi da raggiungere per il 25%. Il 16% pensa invece soprattutto al successo e alla realizzazione di sé
Verso un individualismo più marcato
- I propositi sopracitati sono pressoché trasversali a tutte le età e sono considerati prioritari rispetto a valori come generosità e altruismo, che avevano invece guidato l’apertura del 2024 (-8% la quota di italiani che dichiara questi riferimenti valoriali come primari). In sintesi, sembra quindi che molti italiani si spingano verso una dimensione più individualista
Pochi grandi progetti per il futuro
- In vetta alle tendenze in crescita nel nuovo anno si incontrano grandi classici: andare di più a piedi, fare sport e attività fisica, realizzare escursioni nella natura, leggere più spesso libri e riviste. Restano nel cassetto dei desideri grandi progetti come trasferirsi in un’altra città, riprendere gli studi o cambiare lavoro. Non solo: anche pensare a un nuovo amore o a farsi una famiglia non è esattamente in cima alla lista dei pensieri degli italiani. Soltanto il 6% degli intervistati li pone come obiettivi, stessa percentuale di chi pensa di sposarsi (che scende al 4% tra i 18-29enni)
Come influisce la classe sociale sulle abitudini alimentari
- Guardando alle abitudini alimentari, dai risultati raccolti da Coop emerge come mangiare fuori casa risulti sempre più appannaggio delle classi abbienti (la upper class sale di 13 punti, la lower indietreggia di 35 e la classe media si attesta su -14. È in linea con questa tendenza che il 71% degli intervistati privilegerà piatti dalle preparazioni lunghe a discapito dell’acquisto di piatti pronti, mentre il cibo preferito sarà salutare (66%), semplice (53%) e tradizionale (51%). Se poi sono tutte in crescita le previsioni di spesa dell’upper class, le famiglie con redditi più contenuti si vedono costrette a immaginare qualche sacrificio sulla spesa di verdura, frutta e pesce. E nelle strategie di risparmio comunque indicate dalle famiglie persiste il ricorso alla MDD (marca del distributore), con il 29% che ne aumenterà gli acquisti, e la frequentazione dei discount (lo farà di più il 24%)
Verso una dieta più sana
- Nella crescita delle intenzioni di consumo alimentare prevalgono le diete più salutari, con un maggior contenuto di verdure (31%), frutta (28%) e pesce (23%). In calo salumi (33%), dolci (29%), carni rosse (29%) e bevande alcoliche (24%). A guidare queste tendenze sono i giovani (18-25enni), che dichiarano di voler acquistare nel 2025 cibo plant-based o comunque di origine vegetale nell’85% dei casi (contro il 70% della fascia 26-70enni). Si riscontra interesse anche per il senza glutine
Le prospettive della GDO
- Un capitolo a sé dell’indagine Coop è tutto dedicato alle imprese della filiera alimentare italiana. Secondo i manager Food & Beverage il 2025 sarà un anno complesso, dove ci si aspetta però una crescita delle vendite a valore nel Largo Consumo Confezionato del +1,3%. Sulle imprese potrebbe pesare il rischio di un aumento dei costi, oltre al cambiamento dei modelli di consumo delle famiglie e forse la possibile adozione a livello internazionale di misure protezionistiche. Molti rischi, ma anche opportunità legate a una migliore gestione della supply chain, una riduzione dei costi ed un’implementazione proficua dell’utilizzo della AI.
- La novità più grande sembra però una rinvigorita attenzione al capitale umano, come dichiara quasi un manager su due, attraverso investimenti in formazione, miglioramento delle condizioni contrattuali e potenziamento delle politiche di welfare. Forti le tensioni competitive per la GDO, con i manager di settore che prevedono una ulteriore crescita nel 2025 del discount, secondo l’84% degli opinion leader), dell’e-commerce (in miglioramento per il 57%), dei drugstore (meglio per il 35%) e dei superstore (33%). Lo strumento per rispondere al meglio alle necessità dei consumatori, secondo l’indagine, sarà il prodotto a marchio: prevista una crescita nei prossimi mesi dell’85%
Le previsioni 2025 di Coop
- Le previsioni 2025 sono frutto di due indagini condotte nel mese di dicembre 2024 dall’Ufficio studi Coop e i suoi partner. La prima, in collaborazione Coop-Nomisma, Wish List 2025, è stata realizzata con metodo Cawi e ha coinvolto un campione di 1000 individui rappresentativo della popolazione 18-65 anni. Questa indagine ha visto anche la collaborazione con A21 Consulting di Mirko Veratti. La seconda, Looking Forward 2025, rivolta alla community del sito di italiani.coop, ha visto la partecipazione di 670 opinion leader e market maker fruitori delle passate edizioni del Rapporto.
Per approfondire: Eventi mondiali, i più attesi del 2025. Dal Giubileo all'Expo in Giappone
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in questa scheda
- Peggiorano le speranze degli italiani
- Pessimismo forte tra donne, baby boomers e lower class
- Le prospettive per l’economia
- Timori di spesa
- Tra propensione al risparmio e metodi per spendere meno
- Rinviati i grandi acquisti
- Forte l’attenzione alla dimensione privata
- Verso un individualismo più marcato
- Pochi grandi progetti per il futuro
- Come influisce la classe sociale sulle abitudini alimentari
- Verso una dieta più sana
- Le prospettive della GDO
- Le previsioni 2025 di Coop
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