Introduzione
Con l’inizio del nuovo anno sono scattati gli adeguamenti tariffari, limitati a circa la metà della rete nazionale, quella gestita da Autostrade per l’Italia. L’aumento dell'1,8% corrisponde al tasso programmato di inflazione per il 2025 e interessa i pedaggi sui 2.800 chilometri di Aspi. Sono saliti anche i costi sulla Napoli-Pompei-Salerno (dell'1,677%) mentre non sono stati applicati adeguamenti sulle altre 22 società concessionarie autostradali.
Quello che devi sapere
La nota del ministero
- Le novità sono state comunicate in una nota dal Mit in cui si spiega che dal 1° gennaio 2025, per tutte le 22 Società Concessionarie Autostradali interessate dalla procedura di aggiornamento dei Piani Economico - Finanziari non sono previste variazioni tariffarie sulla rete autostradale a pedaggio. Quindi le società che non hanno aggiornato il proprio Pef – il documento che spiega nel dettaglio come si intende usare le entrate derivate dai pedaggi, e che normalmente stabilisce anche di quanto crescono le tariffe di anno in anno – non hanno potuto aumentare i costi.
Per approfondire: Non solo Telepass per pedaggi e parcheggi: da UnipolMove a MooneyGo, ecco le alternative
Senza sconti aumenti sarebbero stati del 3%
- Secondo quanto stabilito dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, d'intesa con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, coerentemente all'orientamento rappresentato dall'Autorità di regolazione dei trasporti, per le sole tratte gestite dalla Società Autostrade per l'Italia (2.800 km circa di rete) "l'adeguamento riconosciuto è pari all'1,80%, corrispondente al tasso di inflazione programmato per l'anno 2025. Su richiesta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Società Autostrade per l'Italia conferma la validità degli sconti generalizzati all'utenza che, qualora sospesi, avrebbero comportato un adeguamento tariffario complessivo corrispondente a circa il 3%. Una variazione pari all'1,677% è riconosciuta alla Società Concessionaria Salerno-Pompei-Napoli”.
Per approfondire: Il Ddl concorrenza diventa legge, nel testo norme su pedaggi e buoni pasto. Cosa prevede
Dove si paga di più
- Autostrade per l’Italia gestisce quasi la metà delle autostrade italiane, con 2.800 chilometri su 6mila complessivi, e la sua rete comprende autostrade molto utilizzate. Ecco l'elenco delle tratte autostradali che risultano affidate ad Aspi, secondo il ministero dei Trasporti: A1 Milano – Napoli, diramazione Roma Nord e diramazione Roma Sud; Raccordo A1 – Tangenziale Est di Milano; A4 Milano – Brescia; A7 Serravalle – Genova; A8 Milano – Varese, diramazione Gallarate – Gattico; A9 Lainate – Como – Chiasso; A10 Genova – Savona; A11 Firenze - Pisa Nord; A12 Genova – Sestri Levante, Roma – Civitavecchia; A13 Bologna – Padova, diramazione per Padova Sud e diramazione per Ferrara; A14 Bologna – Taranto, diramazione per Ravenna, diramazione per la Tangenziale di Bari, Raccordo A1 – A14; A16 Napoli – Canosa; A23 Udine – Tarvisio; A26 Genova Voltri – Gravellona Toce, diramazione Predosa – Bettole, diramazione Stroppiana – Santhià; A27 Mestre – Belluno; A30 Caserta – Nola – Salerno
La reazione di Italia Viva
- "Ecco il regalo di inizio anno di Giorgia Meloni e Matteo Salvini: nonostante siano stati bloccati in legge di Bilancio, loro aumentano comunque i pedaggi autostradali dell’1,8%”, ha commentato sui social Raffaella Paita, senatrice e coordinatrice nazionale di Italia Viva. "E lo fanno in molte parti d'Italia, tra cui Genova e la Liguria, dove la tratta è costantemente rallentata da cantieri di opere che Autostrade per l'Italia deve fare ora perché non li ha fatti in passato. Nuova beffa per cittadini, lavoratori e studenti. Buon anno dal governo degli aumenti e delle tasse", ha concluso
L’imbuto al Brennero
- A proposito di autostrade, sempre dal primo gennaio è scattato il temuto “imbuto” con il restringimento ad un'unica corsia sul versante austriaco dell'autostrada del Brennero, per i lavori inderogabili a ponte Lueg. Il rifacimento del viadotto, lungo 1,8 chilometri, durerà fino al 2030 e costerà 390 milioni di euro. La società autostradale austriaca Asfinag ha ribadito in più occasioni che non ci sono alternative al rifacimento completo del ponte realizzato ormai 50 anni fa. Si temono lunghe code di auto e tir al valico più trafficato delle Alpi centrali. Nei 180 giorni da bollino rosso e nero sarà comunque consentito il passaggio su due corsie, ma - per impattare meno sulla statica della struttura - i tir dovranno viaggiare sulla corsia di sorpasso e le macchine su quella normale. Un'operazione di gestione del traffico importante, ma i test effettuati avevano dato esito positivo. Inoltre, i paesini limitrofi temono l'assalto dei “furbetti” che lasciano l'autostrada per saltare le code. Come già avvenuto in altre situazioni simili in Austria, nei giorni di maggiore assalto sarà vietato bypassare il cantiere autostradale sulle strade secondarie. Dal 2027, con i lavori ancora in corso, dovrebbe comunque riaprire definitivamente la seconda corsia.
Per approfondire: Code e ingorghi stradali: perché si formano e come evitarli