Introduzione
Il costo dei conti correnti scende per la prima volta dopo 7 anni: nel 2023 ha raggiunto i 100,7 euro l'anno, ovvero 3,3 euro in meno rispetto al 2022. Ecco cosa sapere dell’indagine pubblicata da Bankitalia, che ha analizzato i conti correnti delle famiglie e ha evidenziato come tale diminuzione sia attribuibile per l'80% alle spese fisse e per la parte restante alle spese variabili
Quello che devi sapere
L’analisi
- L’indagine ha passato al setaccio 11.985 conti correnti bancari selezionati a partire da 605 sportelli, su 1.174 conti online non riferibili a sportelli e su 1.000 conti correnti postali, selezionati a partire da 50 sportelli postali. Gli esperti di via Nazionale ricordano come dal 2011 al 2023 la variazione delle spese fisse “abbia contribuito in modo determinante all'andamento delle spese di gestione sia nel periodo di contrazione sia in quello di crescita”
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Calano costi fissi e costi variabili
- La diminuzione delle spese fisse, pari a 70,1 euro nel 2023 e in calo di 3,4 euro rispetto al 2022, è legata principalmente alla minore spesa per i canoni di base e in seconda istanza per le minori spese di gestione ed emissione delle carte di credito. Storia diversa, invece, per le spese variabili, scese a 30,6 euro per effetto del minor numero di prelievi di contante e di bonifici allo sportello, che ha coinciso con l'aumento del numero di bonifici online e dei pagamenti automatici. Le commissioni sui pagamenti e sui prelievi di contante sono rimaste pressoché invariate
Per approfondire: Conto corrente, i dettagli da tenere d'occhio per capire se è davvero a costo zero
La spesa di gestione dei conti online
- La spesa di gestione dei conti online, non riferibili a sportelli bancari, è diminuita di 4,8 euro, attestandosi a 28,9 euro l'anno. In questo caso, prosegue Bankitalia, il calo è derivato principalmente dalla minore proporzione di clienti assoggettata al pagamento del canone di base
La spesa di gestione dei conti postali
- La spesa di gestione dei conti postali è invece cresciuta per il secondo anno, passando da 59,6 a 67,3 euro; l'aumento è in larga parte attribuibile alle spese variabili, cresciute di 6,5 euro per effetto di un aumento generalizzato dell'operatività. Secondo l'analisi, la spesa media ponderata per le tre tipologie di conto corrente si attesta a 87,8 euro
I criteri dell’indagine
- L'indagine di Bankitalia raccoglie informazioni analitiche sulle spese di gestione effettivamente sostenute dalle famiglie nel corso del 2023 e documentate negli estratti conto. Per ciascun conto e per ciascuna tipologia di servizio ad esso associata, spiega l'istituzione con un comunicato, sono rilevati il numero di operazioni svolte nell'anno e la spesa corrispondente, permettendo di calcolare il costo medio unitario delle operazioni. La stima della spesa riflette pertanto sia gli effettivi comportamenti dei correntisti (i quali possono aumentare o diminuire il proprio ricorso ai servizi collegati al conto) sia le condizioni concretamente applicate dagli intermediari
Le commissioni
- Per i conti collegati a contratti di apertura di credito in conto corrente, lo scorso anno la commissione per la messa a disposizione dei fondi è stata pari in media all'1,7 per cento del credito accordato, dice ancora Bankitalia, come nell'anno precedente. La commissione media di istruttoria veloce applicata sugli sconfinamenti è diminuita da 16,4 a 13,7 euro
Per i consumatori costi ancora troppo alti
- Per i consumatori i dati del 2023 mostrano dei costi ancora troppo alti. Sia Assoutenti sia Unc chiedono infatti delle riduzioni maggiori dopo i rialzi degli ultimi anni che hanno portato la spesa media sopra i 100 euro
I costi in carico ai correntisti
- "Se si estende lo sguardo agli ultimi anni si scopre che i costi a carico dei correntisti sono saliti enormemente: nel 2013 la spesa media di gestione dei conti correnti, includendo spese fisse e variabili, era pari a 81,9 euro, contro i 100,7 dello scorso anno. Questo significa che per le medesime operazioni un correntista spende rispetto a 10 anni fa ben 18,8 euro in più, con un aumento dei costi del 23%", calcola Gabriele Melluso, presidente Assoutenti
Una micro-riduzione a fronte della riduzione di costi
- “La digitalizzazione dei servizi bancari e il crescente ricorso a conti online, app e home banking da parte degli utenti, hanno di fatto portato ad una generalizzata riduzione dei costi in capo alle banche, che avrebbe dovuto determinare un conseguente abbattimento dei costi praticati ai cittadini. Al contrario la spesa per la gestione dei conti correnti rimane ancora su livelli elevati, nonostante la micro-riduzione registrata nel 2023", conclude Melluso
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Dona (UNC): “È un ribasso del tutto insufficiente”
- “Bene l'inversione di tendenza, ma si tratta di un ribasso del tutto insoddisfacente e inadeguato, visti gli extraprofitti delle banche e i rialzi spropositati degli anni passati. Questo calo non solo arriva dopo 7 anni di aumenti consecutivi, ma non basta nemmeno a compensare il solo rincaro dell'anno precedente quando vi era stato un balzo record che aveva fatto decollare la spesa per la gestione di un conto corrente dai 94,7 euro del 2021 ai 104 euro del 2022, con un maggior costo pari a 9 euro e 30 cent e un incremento annuo da infarto, pari al 9,8”, ha dichiarato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori
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- L’analisi
- Calano costi fissi e costi variabili
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