Lo si legge in un 'occasional paper' pubblicato dalla Banca centrale europea. Il nostro Paese è con la Spagna quello che ottenuto i risultati migliori: per Madrid crescita prevista al +1,7%. Positivo anche l'impatto sul debito
Secondo un occasional paper pubblicato dalla Banca centrale europea (Bce), l’impatto del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sull’economia di Italia e Spagna sarà significativamente più ampio rispetto agli altri Paesi dell’area euro. Entro il 2026, il PNRR potrebbe aumentare il livello del PIL italiano tra l’1,3% e l’1,9%, mentre per la Spagna si prevede un incremento compreso tra l’1,2% e l’1,7%. Questi risultati riflettono il ruolo centrale che i fondi europei giocano per i due principali beneficiari degli aiuti del NextGenerationEU.
Effetti rilevanti anche sul debito pubblico
La Bce specifica che le opinioni espresse nello studio sono quelle degli autori e non rappresentano necessariamente la posizione ufficiale dell'istituto centrale. Nel documento, si legge "stimiamo che la spesa finanziata dal Rrf (il meccanismo europeo per finanziare gli aiuti poi incanalati nei piani nazionali come il Pnrr, ndr) aumenti il livello del Pil dell'area euro attraverso il canale fiscale fra lo 0,3% e lo 0,8% nel periodo fino al 2026, e fra lo 0,2% e lo 0,6% al 2031. Un livello inferiore, dunque, giustificato "primariamente col fatto che le spese finanziate dal Rrf rappresentano una proporzione più alta del Pil" in Italia e Spagna. Gli effetti sul debito sono altrettanti rilevanti: "Sia per l'Italia che per la Spagna, l'impatto complessivo di riduzione del debito è stimato a circa 7-8 punti percentuali entro il 2031, nello scenario centrale, assumendo una produttività intermedia del capitale e un elevato assorbimento dei fondi nei prossimi due anni".
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Sul Pnrr italiano fatti "significativi progressi"
Lo studio si sofferma sul Pnrr italiano, il cui monitoraggio "mostra che l'Italia ha fatto significativi progressi nell'esecuzione dei lavori pubblici" con un aumento, fra il primo trimestre 2023 e il secondo trimestre 2024, da meno del 10% a oltre il 35% degli appalti che hanno dato luogo ad apertura dei lavori, arrivando a un livello "che corrisponde a oltre la metà dell'ammontare già appaltato, indicando che gli appalti maggiori sono entrati nella fase esecutiva". In termini di progressi dei lavori, secondo lo studio "il 18% dei progetti è stato completato" anche se dei lavori di costruzione avviati "circa due terzi sono a rischio di ritardi sulla tempistica programmata". Secondo lo studio della Bce, della quota del Rrf inizialmente destinata all'Italia, pari a 191,5 miliardi, "l'Italia ha già completato 269 'milestone e target' a giugno 2024, incluse rilevanti misure di riforma".