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Tassa sulle criptovalute al 42%? "Pura follia" per Ardoino, l'italiano a capo di Tether

Economia

L'intervista a Sky TG24 Business di Paolo Ardoino, ex hacker e startupper oggi a capo di Tether, che gestisce la più importante stablecoin al mondo.

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Continua a far discutere la proposta del Ministero dell'Economia di una supertassa sui guadagni da criptovalute, che nella manovra di bilancio passerebbe da 26 al 42%. Secondo Paolo Ardoino, amministratore delegato di Tether, questa sarebbe una "pura follia".

 

Intervistato a Sky TG24 Business, l'informatico italiano a capo della più grande stablecoin del mondo ha espresso timori per "tutte le società italiane, tantissime, che hanno costruito posti di lavoro, opportunità e indotto attorno alle criptovalute. Nessuno userà più i loro servizi".  Per Ardoino questo "non è un approccio logico che ci si aspetta da un Governo che punta a diffondere la buona innovazione", che porterà "chi se lo può permettere a portare le proprie criptovalute all'estero", azzerando le ambizioni di gettito dell'esecutivo.

Di chi si fidano gli utenti?

Spazio anche ad altri temi nell'intervista a Sky TG24 di Ardoino, che ha un patrimonio stimato da Forbes di 3,9 miliardi di dollari. Le nuove monete digitali emesse dalle banche centrali, su cui lavorano Bce e Fed, potrebbero creare delle "similitudini con la Cina, per l'eccessivo controllo sui propri cittadini" per Ardoino, che giudica l'euro digitale "troppo aggressivo" per i timori sulla privacy degli utenti.

Le stablecoin come USDT, emesso da Tether e dal valore fisso di 1 dollaro, secondo Ardoino "non sono tante rivolto all'Europa o agli Stati Uniti" dove le istituzioni finanziarie sono mature e godono della fiducia dei cittadini "ma a quei 3 miliardi di persone che non hanno un conto bancario, perché troppo povere per attrarre l'attenzione delle banche".

Tether, il dilemma tra privacy e collaborazione con le autorità

Di fronte invece alle accuse di scarsa trasparenza e di utilizzi illegali dei token di Tether, Ardoino ha ricordato che la società collabora con più di 180 agenzie governative in più di 45 paesi al mondo: "abbiamo lavorato con l'Fbi, il Dipartimento di Giustizia americano, l'Europol per fermare, bloccare le transazioni e restituire il maltolto ai legittimi proprietari".