Mentre cresce l'attesa per il deposito alla Camera del testo della legge di bilancio, arrivano le prime richieste di rivedere alcune norme annunciate nel testo. Un provvedimento che al momento è rimasto fuori dal contributo alle coperture della manovra è il concordato preventivo biennale, a cui si può aderire entro fine ottobre. Secondo un sondaggio de “Il Sole 24 Ore” 8 operatori su 10 vorrebbero più tempo mentre 9 professionisti su 10 dicono che per ora ha aderito una percentuale non superiore al 10% dei clienti
Il via libera al concordato preventivo biennale è arrivato dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato a fine settembre. I contribuenti che vi aderiscono potranno accedere a un "ravvedimento speciale" per gli anni 2018-2022. A permetterlo è un emendamento riformulato della Maggioranza al decreto Omnibus. Tale provvedimento consente di pagare un'imposta sostitutiva parametrata al punteggio di affidabilità fiscale per sanare le somme evase, appunto, dal 2018 al 2022. Ma, mentre cresce l'attesa per il deposito alla Camera del testo della legge di bilancio, varata la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri, arrivano le prime richieste di rivedere una serie di norme annunciate nel testo. Un provvedimento che al momento è rimasto fuori dal contributo alle coperture della manovra è proprio il concordato preventivo biennale, al quale si può aderire entro fine ottobre. Intanto un sondaggio curato da “Il Sole 24 Ore” promosso tra i lettori che operano nell'area fisco-lavoro, ha segnalato che 8 operatori su 10 vorrebbero più tempo per aderire. Mentre 9 professionisti su 10 dicono che per ora ha aderito una percentuale non superiore al 10% dei clienti.
I primi dati a metà novembre
Questi dati stanno contribuendo ad accrescere le incertezze intorno allo stesso concordato biennale, con la deadline che, come detto, si sta avvicinando. "E' un flop totale", ha tuonato il M5s. Ma al Mef si predica cautela, anche considerando il fatto che i dati potrebbero essere più chiari non prima di metà novembre. "Prima vediamo quanto arriva, poi ci sediamo al tavolo tutti insieme, come fa una coalizione, e decidiamo cosa farci", ha affermato il sottosegretario all'Economia, Federico Freni. Forza Italia, intanto, spinge per tagliare l'Irpef dei ceti medi dal 35% al 33%, allargando lo scaglione fino a 60mila euro, mentre la Lega spera di trovare spazi per la flat tax.
La protesta
La situazione, comunque, resta incerta. Dopo lo sciopero proclamato da alcuni sindacati dei commercialisti, che chiedono una proroga dei termini, la protesta assume anche altri connotati. A Milano, città con più partite Iva in Italia, è comparso uno striscione, su iniziativa di Federcontribuenti, con la scritta: "Concordato Preventivo Biennale: non cadere nella trappola! Informati bene prima di aderire!". Come spiegato da Marco Paccagnella, presidente di Federcontribuenti, “non contestiamo la misura ma le modalità con cui viene spiegata e proposta ai cittadini. Modalità che, come abbiamo esposto al Garante dei Contribuenti, riteniamo lesive della libertà decisionale del contribuente e in contrasto con i principi costituzionali di equità e trasparenza”. Tra i rischi del concordato, ha aggiunto, ci sarebbe “l’impossibilità per due anni di accedere a tutti gli strumenti di protezione del patrimonio che la normativa prevede. E questo, in un momento di grave crisi economica, con prospettive fosche sul futuro, una situazione internazionale molto incerta e nessuna garanzia di stabilità finanziaria per imprese e partite Iva è molto rischioso”.