Introduzione
Secondo l’aggiornamento al secondo trimestre 2024 dell’Ipab, l’Indice Istat del prezzo delle abitazioni, si è registrato un balzo del 3,2% rispetto al trimestre precedente e del 2,9% nei confronti dello stesso periodo del 2023. L’indice distingue tra abitazioni nuove e già esistenti. Su base congiunturale il nuovo cresce del 4,8%, l’usato del 2,4%. Ecco dove e come crescono i prezzi, e le principali differenze tra Milano, Roma e Torino
Quello che devi sapere
Salgono le quotazioni delle case
- Salgono le quotazioni delle case. Secondo l’aggiornamento al secondo trimestre 2024 dell’Ipab, l’Indice Istat del prezzo delle abitazioni, si è registrato un balzo del 3,2% rispetto al trimestre precedente e del 2,9% nei confronti dello stesso periodo del 2023. L’indice distingue tra abitazioni nuove e già esistenti e l’incremento è in gran parte dovuto all’aumento dei prezzi in cantiere. Su base congiunturale (cioè, il confronto trimestre su trimestre, ndr) il nuovo cresce del 4,8%, l’usato del 2,4%. Ecco dove e come crescono i pezzi, e le differenze tra le principali città
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Il rialzo del nuovo
- Prima di passare al confronto tra le diverse città del Paese, è bene analizzare più a fondo il tema dei prezzi: con l’ultimo aggiornamento, l’indice Ipab, rispetto all’anno di partenza (il 2010), si vede che il nuovo fa segnare un rialzo del 20,5%. Nel confronto con l’inflazione l’investimento immobiliare, stando a questi dati, però, risulta perdente, perché a fine giugno 2024 il costo della vita è risultato aumentato del 28% rispetto al dato medio 2010. In tutte le ripartizioni geografiche, comunque, si registra una crescita dei prezzi delle abitazioni sia su base congiunturale sia su base annua. Su base tendenziale si evidenziano ovunque tassi di incremento positivi e in accelerazione rispetto al trimestre precedente: la crescita più alta si registra nel Sud e Isole con un +3,9%, trainata dai prezzi delle abitazioni nuove che registrano un aumento del 9,5%. Seguono il Nord-Est (da +1,6% a +3,7%), il Nord-Ovest (da +1,9% a +2,5%) e il Centro (da +0,6% a +2,2%)
Gli aumenti a Milano
- L’indice considera anche gli andamenti nello specifico di Milano, Roma e Torino. Il capoluogo lombardo fa segnare un aumento su base annua del 4,7%, con l’usato in crescita dell’1,8% e il nuovo del 12,1%, mentre dal 2015, anno da cui inizia la serie storica relativa alle città, l’incremento nel complesso è stato del 68,5%, il nuovo è cresciuto del 60,8% e l’usato del 68,5%
Gli aumenti a Roma
- Nella Capitale i prezzi su base annua crescono dell’1,6%, con il nuovo in diminuzione del 4,9% e l’usato in crescita del 2,4%. Dal 2015 i prezzi nel complesso sono aumentati del 3,2%, con il nuovo a +4,6% e l’usato a +2,8%
Gli aumenti a Torino
- Infine, a Torino i prezzi su base annua crescono dello 0,3%, con il nuovo in calo dell’8% e l’usato a +1,5%. Dal 2015 i prezzi sono aumentati del 7,7%, con il nuovo a +11,4% e l’usato a +6,9%
Quanto pesa l'infalzione?
- Tra le tre grandi città considerate nell'analisi, solo Milano ha garantito un’efficace difesa dei soldi investiti, perché l’inflazione nel periodo 2015 (media annua) giugno 2024 è stata del 19,5%
I prezzi a Milano
- Sempre parlando della situazione a Milano, il capoluogo lombardo si è confermato anche a luglio il re dei valori immobiliari italiani, superando quota 5 mila euro al metro quadro (5.032 euro/metro quadro), al top delle quotazioni storiche, come emerso dall’analisi dell’indice dei prezzi delle abitazioni del portale immobiliare Idealista nel mese di luglio, che evidenzia un aumento del 2,3% dei valori immobiliari rispetto a giugno: la media italiana è di 1.863 euro al metro quadro ma Milano è saldamente in vetta con i suoi 5 mila euro al metro quadro che rappresentano il massimo storico dalla prima rilevazione di Idealista del 2012
Le conseguenze del caro prezzi a Milano
- Il costo delle case alle stelle, il caro vita e le prospettive lavorative ancora precarie per tanti hanno fatto sì che a Milano si allargasse la forbice tra chi resta e chi decide di spostarsi oltre i confini urbani, alla ricerca di un tenore di vita più sostenibile. La ricchezza è concentrata in poche mani: solo il 9% della popolazione ne detiene un terzo, mentre aumentano i nuclei familiari in stato di bisogno. I numeri sono contenuti nel rapporto Milano al lavoro della Cgil, secondo cui, dal Covid ad oggi, sono 35 mila le persone che hanno abbandonato la città, soprattutto, come detto, per i costi delle case
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