Lavoro, ecco i settori dove si assume di più. Ma un terzo dei contratti è part-time
EconomiaIntroduzione
Secondo i dati emersi dall’Osservatorio sul mercato del lavoro dell’Inps, facendo il confronto fra il 2019 e il 2024, ai primi posti ci sono terziario professionale (+388.000), costruzioni (+362.000) e alloggio e ristorazione (+319.000). La crescita si è consolidata dopo la crisi legata al Covid, ma l'aumento dei posti di lavoro è dovuta in parte anche alla necessità nelle famiglie di lavorare in più persone per far fronte al calo del potere d'acquisto dovuto alla forte crescita dei prezzi.
Le dimissioni nel primo semestre sono diminuite rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso (-2,82%), ma sono rimaste sopra quota un milione, a significare comunque non tanto una rinuncia al lavoro dopo la pandemia, quanto una discreta mobilità verso un impiego migliore.
Quello che devi sapere
I dati forniti dall’Inps
- Tra giugno 2019 (prima dell'inizio della pandemia) e giugno 2024 l'Inps ha registrato quasi due milioni di posizioni di lavoro in più, con un saldo positivo di 440mila unità solo nell'ultimo anno. I dati son quelli diffusi dall'Inps con l'Osservatorio sul mercato del Lavoro e fotografano una situazione molto vivace con una crescita del lavoro a tempo indeterminato, un calo delle dimissioni e una riduzione delle cessazioni da contratti stabili
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I settori che hanno contribuito alla crescita
- I settori che hanno maggiormente contribuito alla crescita nel quinquennio sono stati: terziario professionale (+388.000), costruzioni (+362.000) e alloggio e ristorazione (+319.000); nell’ultimo anno si segnala una conferma di alloggio e ristorazione (+101.000) e del terziario professionale (+83.000), mentre le costruzioni lasciano il posto al commercio (+76.000)
Al Sud
- L'Inps segnala inoltre una crescita dei contratti di lavoro in tutti i settori e tutte le aree del Paese, con un avanzamento significativo nel Sud con oltre 658mila contratti in più. E la ministra del Lavoro, Marina Calderone, commenta con soddisfazione questi numeri, parlando di una "strategia inclusiva" del governo che "sta dando risultati", sottolineando come stia anche aumentando il numero delle aziende che riconoscono premi di produttività
I dati nel dettaglio
- Andando nel dettaglio, nei primi sei mesi dell'anno l'Inps ha registrato 4.294.151 attivazioni di contratti nel settore privato (esclusi i domestici e gli operai agricoli) e 3.354.482 cessazioni, con un saldo positivo di 939.669 contratti, oltre un quarto dei quali a tempo indeterminato (244.108). A giugno 2024 si è avuto un saldo annualizzato positivo per 440.248 posizioni di lavoro. Ma se si guarda a giugno 2019 la variazione netta positiva tocca 1.996,353 unità, sfiorando quota due milioni
Necessario far lavorare più persone in famiglia
- La crescita si è consolidata dopo la crisi legata al Covid, ma l'aumento dei posti di lavoro è dovuta in parte anche alla necessità nelle famiglie di lavorare in più persone per far fronte al calo del potere d'acquisto dovuto alla forte crescita dei prezzi
Oltre un terzo delle assunzioni è part time
- È da sottolineare poi che oltre un terzo delle assunzioni registrate nel primo semestre del 2024 (1,4 milioni su 4,3 milioni) è stata fatta con un contratto part time quindi con un numero di ore e uno stipendio non pieno
Lavoratori occasionali
- La consistenza dei lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale (CPO) a giugno 2024 si attesta intorno alle 20.000 unità, in aumento del +14% rispetto allo stesso mese del 2023; l’importo medio mensile lordo della remunerazione effettiva risulta pari a 247 euro. Per quanto attiene ai lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia (LF), a giugno 2024 essi risultano circa 10.000, in diminuzione del -4% rispetto a giugno 2023; l’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 177 euro
Le agevolazioni
- Le attivazioni di rapporti di lavoro incentivati, al netto dei rapporti di apprendistato, nel I semestre 2024 - considerando quindi sia le assunzioni che le variazioni contrattuali - presentano complessivamente una variazione negativa pari al -3% rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente. Gli esoneri contributivi totali per i giovani (-54%) e le donne (-18%) hanno registrato una importante flessione rispetto allo stesso periodo del 2023 in quanto a giugno 2024, tali incentivi non erano ancora stati rinnovati (il decreto Coesione - D.L. n. 60/2024 - approvato il 3 luglio 2024 ne ha previsto il rinnovo con decorrenza da settembre 2024). Una diminuzione si riscontra anche per le “altre misure” (-13%) mentre continua a essere in crescita l’agevolazione “Decontribuzione Sud” (+5%) che si conferma come l’agevolazione di maggior impatto
Dimissioni
- Le dimissioni nel primo semestre sono diminuite rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso (-2,82%) ma sono rimaste sopra quota un milione, a significare comunque non tanto una rinuncia al lavoro dopo la pandemia quanto una discreta mobilità verso un impiego migliore. Aumentano i licenziamenti economici (a 257.695) e si riduce la cassa integrazione, con 279mila beneficiari a giugno e una media di 40 ore nel mese: un dato che è inferiore a maggio e lievemente superiore a giugno 2023. Ad aprile 2020, mese di pieno lockdown durante la pandemia, i beneficiari della cassa avevano superato in un mese quota 5,5 milioni per 106 ore nel mese
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