Bonus edilizi, stop alle agevolazioni per seconde e terze case: le ultime novità

Economia
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Introduzione

Giorgia Meloni ha annunciato una stretta sui bonus dall’Assemblea di Confindustria. A essere confermato potrebbe essere solo l’Ecobonus al 65%, ma esclusivamente per la prima casa e solo se l’intervento potrà assicurare una riqualificazione energetica dell’edificio. Lo sconto per le ristrutturazioni edilizie, come è noto, dovrebbe inoltre passare dal 50% al 36% nel 2025.

 

Già qualche giorno fa la premier aveva dichiarato finita la stagione dei bonus, non solo edilizi: in ottobre, nella definizione della legge di bilancio, si scoprirà quali sopravviveranno dal primo gennaio, quali verranno ridotti e quali invece del tutto eliminati.

Quello che devi sapere

La stretta annunciata da Meloni

  • La premier Giorgia Meloni ha confermato una stretta sui bonus edilizi. Lo ha fatto dall’assemblea di Confindustria dove ha chiarito che saranno interrotte le agevolazioni sulle seconde e sulle terze case. Il governo se ne occuperà in occasione della prossima legge di Bilancio. A essere confermato potrebbe essere solo l’Ecobonus al 65%, ma esclusivamente per la prima casa e solo se l’intervento potrà assicurare una riqualificazione energetica dell’edificio. Lo sconto per le ristrutturazioni edilizie, come è noto, dovrebbe inoltre passare dal 50% al 36% nel 2025.

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Stop ai bonus (anche quelli non edilizi)

  • Già qualche giorno fa la presidente del Consiglio aveva dichiarato finita la stagione dei bonus, non solo edilizi: in ottobre, nella definizione della legge di bilancio, si scoprirà quali saranno quelli che sopravviveranno dall'1 gennaio 2025, quali verranno ridotti e quali invece del tutto eliminati. Il settore casa rischia di essere quello più colpito

Circa 220 miliardi di euro

  • Secondo i calcoli di Assoutenti, l’insieme dei crediti legati ai bonus edilizi in vigore da fine 2020 al 2024 ha raggiunto un costo totale di circa 220 miliardi di euro, con un peso virtuale, spalmato sulla collettività, pari a 8.527 euro a famiglia, 3.679 euro a cittadino, neonati compresi. Gli stanziamenti per i bonus non edilizi, invece, si attestano attorno ai 2 miliardi di euro solo nel 2024

I bonus che rischiano di sparire

  • Tra quelli che rischiano di sparire l'associazione cita innanzitutto l'ecobonus al 75% riconosciuto per i lavori di riqualificazione energetica degli edifici unifamiliari o nei condomini; il sismabonus fino all’85% per lavori riguardanti misure antisismiche su abitazioni e immobili usati per attività produttive; il bonus verde, la detrazione Irpef del 36% per la sistemazione di aree verdi scoperte degli edifici privati. Il superbonus subirà invece un netto ridimensionamento, passando dal 70% al 65% e solo per i lavori di condominio approvati entro il 17 febbraio 2023, documentando le spese entro il 29 marzo 2024

Quali potrebbero restare

  • In generale a sopravvivere e a raccogliere tutti gli altri sconti edilizi sarà il bonus ristrutturazioni che però (come accennato) passerà dal 50% su una spesa pari a 96mila euro al 36% su un massimo di 48mila euro. Quanto basta a far scattare l'allarme dei sindacati: ridurre gli incentivi per l'efficienza energetica e per la ristrutturazione delle case, "in totale contraddizione con le stesse politiche europee e relativi fondi", sottolinea la Fillea-Cgil, "sarebbe un errore clamoroso a danno di cittadini, lavoratori e imprese"

Gli altri bonus

  • Tutto da vedere poi il destino del bonus mobili ed elettrodomestici, il contributo fiscale per l'acquisto di arredi e di lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi di classe superiore e meno impattante sull'energia elettrica. Su quest'ultimo nella maggioranza c'è però chi si è già mosso: la Lega lo definisce un incentivo 'buono e virtuoso' e per rinnovarlo ha presentato una proposta di legge che il primo firmatario Alberto Gusmeroli spera possa essere assorbita nella manovra. Situazione simile per il bonus psicologo introdotto nel 2022. L'intenzione di rinnovarlo è condivisa ma servono i soldi: l'anno scorso sono stati stanziati 10 milioni che ora andranno nuovamente reperiti

In cosa è impegnato il governo ora

  • L’esecutivo deve intanto trovare risorse per chiudere entro l’anno la Manovra economica. Al momento sono stati individuati 20-25 miliardi, ma il governo sta puntando a recuperarne altri in modo tale da metter in pratica alcune misure (l’aumento delle pensioni minime, i tagli Irpef per determinate categorie di lavoratori e il potenziamento dell’assegno unico per le famiglie numerose sono alcune) 

Il decreto Omnibus

  • Il prossimo passo in cui sarà impegnato il governo, con tempistiche strette, è il decreto Omnibus in esame al Senato. Sono stati presentati oltre 700 emendamenti di cui 237 dichiarati improponibili. Restano dunque in piedi, tra le altre, la proposta che allarga le maglie del concordato, con un paracadute per il pregresso, e l'emendamento che riattiva le agevolazioni fiscali per i lavoratori impatriati, compresi i calciatori.

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