Assicurazione auto, impennata di richieste per grandine ma rimborsi a rischio: ecco perché
EconomiaIntroduzione
Come denuncia il Movimento Consumatori, le compagnie assicurative sono sempre più restie a riconoscere gli indennizzi ai titolari di polizze accessorie a copertura di gravi danni atmosferici. Tra le insidie più comuni che si annidano nelle clausole dei contratti spicca il riconoscimento del rimborso solo se il cliente dimostra di essere stato assicurato anche l’anno precedente. Secondo l’associazione spesso le riparazioni eseguite presso carrozzerie convenzionate si limitano ad applicare il “tirabolli” e non intervengono su altri danni come le microfratture nella vernice.
Federcarrozzieri stima che in Italia i danni per eventi estremi climatici sono aumentati del 50% nell’ultimo decennio. Prosegue il record di danni causati dalla grandine con costi che variano dai 900 ai 10mila euro per le vetture più grandi mentre le polizze sono salite in media a 165 euro. Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna sono tra le regioni dove il meteo flagella di più gli automobilisti
Quello che devi sapere
Auto, i danni per grandine
- Basta una manciata di minuti ed ecco che una grandinata tanto improvvisa quanto violenta può arrecare danni ingenti alle vetture. Con l’aumento degli eventi climatici estremi, cresce il numero di automobilisti che ricorrono ad un’assicurazione aggiuntiva a copertura dei fenomeni naturali. Il Movimento Consumatori denuncia che non sempre le compagnie riconoscono i rimborsi dovuti
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I dati
- Secondo recenti dati di Federcarrozzieri in 10 anni i danni causati dal meteo sono cresciuti del 50% e nel 2023 le carrozzerie sono state letteralmente invase da automobili flagellate dalla grandine. Il trend prosegue anche quest’anno dove si contano circa 1.500 fenomeni intensi su tutto il territorio italiano, oltre 600 grandinate molto forti e 70 episodi di chicchi giganti
Il costo dei danni
- Dalle ammaccature ai vetri in frantumi, dalle fratture nella verniciatura ai buchi nella carrozzeria: i danni richiedono costi che variano dai 900 euro per gli interventi più lievi fino a 10mila euro nel caso delle vetture più grandi
Le regioni più colpite
- Oltre 7 richieste di riparazioni su 10 arrivano da automobilisti residenti nelle regioni più grandi della Pianura Padana dove le grandinate risultano più frequenti: Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna
Il caso del Piemonte
- Tra luglio e agosto di quest’anno il Piemonte in particolare ha fatto i conti con tempeste eccezionali che hanno sferzato un po' tutta la regione dalle valli prealpine a nord di Torino alla pianura. Come sottolinea a La Repubblica Marco Gagliardi, presidente regionale del Movimento Consumatori, dopo i danni gli automobilisti si “ritrovano a litigare con le compagnie che non vogliono procedere ai rimborsi”
Clausole nascoste
- Dopo i reclami l’associazione fa sapere di aver denunciato ad Antitrust e Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) condotte commerciali ingannevoli da parte di compagnie che nei contratti “infilano” clausole nascoste che puntano ad ostacolare i rimborsi
Insidie più comuni
- Tra le insidie più comune individuate in alcune polizze online spicca una clausola che fa scattare il rimborso per grandine solo se il cliente dimostra di essere stato assicurato anche l’anno precedente contro il medesimo agente atmosferico. La clausola non compare nel frontespizio ma si annida tra le condizioni generali e fuorvia l’assicurato convinto di essere coperto a partire dalla sottoscrizione della polizza
Franchigie care, massimali in calo
- Come evidenzia l’Associazione italiana periti ed estimatori danni (Aiped) negli ultimi tre anni il costo medio della polizza per eventi climatici estrema è salita dai 90 ai 165 euro. In secondo luogo, le franchigie a carico dell’assicurato sono aumentate mentre diminuiscono i massimali entro i quali la compagnia è tenuta a erogare il rimborso. “Dopo queste grandinate parecchie compagnie hanno iniziato a diminuire anche a 1500 euro il danno massimo liquidabile nonostante il valore dell’auto sia molto maggiore”, spiega sempre a La Repubblica l’avvocato Sonia Monteleone (Movimento Consumatore)
Tirabolli insufficiente
- Oltre ai costi, Movimento Consumatori lancia l’allarme su tempi di attesa “lunghissimi” e tariffe orarie al ribasso applicate dalle carrozzerie convenzionate che affossano la qualità dell’intervento. Per sostituire un pezzo serve spesso il via libera della compagnia mentre l’uso dei “tirabolli” non risolve altri danni da grandine come le microfratture nella vernice
Clausola degrado
- Infine, anche per l’eventuale sostituzione di un pezzo dell’auto, l’assicurazione valuta l’indennizzo facendo leva sull’usura, cioè l’età e le condizioni generali della vettura a prescindere dalla polizza sottoscritta
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