Flat tax, la proposta di alzarla da 85mila a 100mila euro per gli autonomi: cosa sappiamo

Economia
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Introduzione

L’attuale regime forfettario riservato ai titolari di partita Iva prevede che fino alla soglia di 85mila euro di ricavi e compensi sia adottata una tassazione ridotta, con aliquota del 15 per cento. Si punta a estendere la possibilità di accedere a questa misura, ma va capita la disponibilità delle risorse in vista della prossima legge di Bilancio, che dovrebbe attestarsi sui 25-27 miliardi.

 

La proposta è arrivata dalla Lega, confermata sia dal ministro e leader del partito Matteo Salvini sia dal sottosegretario all’Economia Federico Freni

Quello che devi sapere

L’ipotesi

  • Allo studio del governo Meloni ci sarebbe l'ipotesi di estendere la possibilità per gli autonomi di accedere alla tassa piatta: la Lega, infatti, vuole portare il limite di accesso alla Flat tax dagli 85mila ai 100mila euro. Ne ha parlato nei giorni scorsi lo stesso Matteo Salvini, leader del partito e ministro delle Infrastrutture

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Freni: “Ci stiamo lavorando”

  • Ne ha parlato anche il sottosegretario all’Economia Federico Freni a Sky TG24: “Se per ceto medio si intendono le famiglie, le politiche per la famiglia ci sono e ci saranno: il bonus mamme sarà confermato, l'assegno unico sarà confermato, l'abbiamo già detto. Se per ceto medio intendiamo la classe dei liberi professionisti abbiamo già detto che la flat tax sarà confermata e stiamo lavorando per alzarla. Il ceto medio è oggetto di attenzione specifica da questo governo"

Cosa prevede la tassa piatta

  • L’attuale regime forfettario riservato ai titolari di partita Iva prevede che fino alla soglia di 85mila euro di ricavi e compensi sia prevista una tassazione ridotta, con aliquota del 15 per cento

Le risorse

  • Come detto, si punta ad arrivare a quota 100mila. Va capita però la disponibilità delle risorse in vista della prossima legge di Bilancio, che dovrebbe attestarsi sui 25-27 miliardi. Di questi, 18 dovrebbero essere utilizzati solo per confermare le novità previste per il 2024, quindi l’Irpef a tre aliquote e il taglio del cuneo contributivo

L’intervento sull’Irpef

  • Per quanto riguarda le risorse restanti, più volte è stato detto che in parte dovrebbero essere destinate per intervenire nuovamente sull’Irpef. Si punta infatti a ridurre le imposte per il ceto medio. Le ipotesi al momento sul tavolo sono due: 1) Abbassare la seconda aliquota dal 35 al 33% 2) Alzare il limite degli scaglioni che fa scattare la percentuale più alta di tassazione. Quindi il secondo gradino potrebbe passare dagli attuali 50mila a 60mila euro

La tassazione agevolata degli straordinari/1

  • Si ipotizza poi anche una tassazione agevolata degli straordinari, che vengono svolti da molti lavoratori. Lo dicono i dati Inapp, l’Istituto Nazionale per l'Analisi delle Politiche Pubbliche, riportati da Confapi, la Confederazione italiana della piccola e media industria. Il 60% dei dipendenti italiani - oltre 15 milioni di lavoratori - effettua regolarmente lavoro straordinario. L’attuale sistema fiscale, però, applica le stesse aliquote Irpef dei redditi ordinari anche agli straordinari. “E penalizza fortemente questi sforzi. Questo disincentiva molti lavoratori a fare straordinari, limitando così la produttività delle imprese", spiega il presidente Confapi Cristian Camisa. "I dati preliminari del Centro Studi Confapi - conclude il presidente - confermano che i costi iniziali per la detassazione degli straordinari saranno ampiamente compensati dall'aumento della produttività. Le risorse recuperate attraverso la maggiore attività produttiva contribuiranno alla fiscalità generale e al rilancio economico del Paese"

La tassazione agevolata degli straordinari/2

  • "La detassazione degli straordinari risponde perfettamente alla richiesta che Confapi porta avanti da oltre un anno e mezzo. Siamo pienamente a favore di una flat tax sugli straordinari, che non solo aumenterebbe il potere d'acquisto dei dipendenti e la produttività delle imprese, ma fornirebbe anche una risposta concreta alla carenza di personale che molte aziende italiane stanno affrontando. Oltre il 62% delle nostre Pmi industriali fatica a trovare manodopera; con la detassazione, i lavoratori sarebbero maggiormente incentivati a svolgere ore straordinarie", prosegue Camisa

Il Piano strutturale di bilancio

  • Tornando alla manovra, qualche elemento in più si avrà quando il Mef avrà chiuso il lavoro sul Piano strutturale di bilancio (Psb), il nuovo documento che prenderà il posto della Nadef e definirà la cornice finanziaria della manovra. Oltre agli obiettivi programmatici pluriennali per mantenere la traiettoria di spesa netta, che per 5 anni non potranno essere rivisti se non in casi particolari, come un nuovo governo o circostanze eccezionali

Le tempistiche

  • Il nuovo documento va inviato a Bruxelles entro il 20 settembre e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti vuole portarlo in cdm entro metà settembre, permettendo così al Parlamento di avere il tempo per esaminarlo. La sfida maggiore sarà definire gli obiettivi su un orizzonte di 5 anni, anziché i 3 come dei documenti di finanza pubblica previsti dalla normativa vigente. Oltre alla condizione di indicare una serie di riforme e investimenti, per poter estendere a 7 anni il rientro dal deficit eccessivo

I temi principali

  • Sembra sicura l'estensione alle autonome dello sgravio per le lavoratrici madri. Si punta poi a confermare i fringe benefit, che oggi hanno due diverse soglie di esenzione, (mille euro per tutti e 2mila per i lavoratori con figli): l'ipotesi, spiegano fonti parlamentari, è uniformarle. Difficile poi che non venga prorogata la maxi-deduzione al 120% (maggiorata al 130% per giovani, donne, e beneficiari del Reddito) per le aziende che assumono a tempo indeterminato. Appare invece in salita il dossier pensioni, con la Lega che spinge per Quota 41, su cui frena però FI che insiste per alzare le minime. Il nodo coperture intanto agita le opposizioni, che temono una stagione di tagli. "Siamo molto preoccupati per i conti", dice il presidente dei senatori Dem Francesco Boccia, che chiede al governo di riferire in Parlamento

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