Introduzione
Nella Legge di Bilancio che sta per arrivare, sembra che il governo sia intenzionato a reperire 10 milioni di euro per rifinanziare il bonus psicologo. La misura, resa strutturale ma per la quale è necessario reperire le risorse, si inserisce nella più ampia ricerca di fondi per sostenere il comparto sanitario: in Italia oggi la spesa sanitaria pubblica vale il 6,2% del Pil, ben al di sotto sia della media Ocse (6,9%) che della media europea (6,8%).
L’intenzione di rifinanziare il bonus è stato accolta con favore dal Pd, che ha però parlato di “drammatica carenza di risorse" su questo fronte. Il senatore dem Filippo Sensi ha ricordato come “quando è stato introdotto, lo stanziamento era di 25 milioni, poi è stato ridotto a 5 e 8 e, solo grazie all'opposizione elevato a 10, che è comunque una goccia nel mare visto che le richieste sono state 400mila e se ne è coperta una percentuale ridottissima”.
Quello che devi sapere
Il bonus psicologo in manovra
- Il bonus psicologo va verso il rifinanziamento nella Manovra del 2025: il contributo per le spese di psicoterapia è stato introdotto nel 2022, e grazie alla scorsa Legge di Bilancio è stato non solo confermato ma anche reso strutturale. Tuttavia, per poterlo effettivamente erogare devono essere reperiti i finanziamenti e, secondo quanto viene riferito da fonti di maggioranza, il governo sarebbe al lavoro per confermare lo stanziamento previsto per l'anno in corso con fondi, dunque, per 10 milioni di euro.
Per approfondire:
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Cos’è il bonus psicologo
- Il bonus psicologo, secondo la formulazione in vigore per quest’anno, è un beneficio rivolto alle persone in condizione di fragilità psicologica,che siano nella condizione di beneficiare di un percorso psicoterapeutico. Per potervi accedere è necessario essere residenti in Italia ed avere un Isee in corso di validità che non sia superiore ai 50 mila euro. Il beneficio viene riconosciuto una sola volta all’anno.
Come funziona la domanda
- Le domande vengono gestite dall’Inps, e nelle graduatorie viene tenuto conto del valore dell’Isee più basso. A parità di valore, si passa all’ordine cronologico di presentazione della domanda. Se la domanda viene accolta, viene indicato l'importo del beneficio e il codice univoco associato, che dovrà essere comunicato per ogni sessione di psicoterapia al professionista scelto.
Quanto vale l’importo del bonus
- Per l’anno 2024 l’importo massimo del bonus psicologo era fissato a 1500 euro a persona. La cifra tuttavia può variare in base all’Isee: se è inferiore ai 15 mila euro, la cifra massima è di 1500 euro per un massimo di 50 euro a seduta. Se l’Isee è invece tra i 15 e i 30 mila euro, si passa a un importo massimo di mille euro. Infine, con Isee tra i 30 e i 50 mila euro, si scende a 500 euro.
Pd: “Faremo battaglia per aumentare fondi”
- L’intenzione del governo di rifinanziare il bonus è stato accolto con favore dal Pd, che ha però parlato di “drammatica carenza di risorse" su questo fronte. Il senatore dem Filippo Sensi ha detto: “Quando è stato introdotto (il bonus, ndr) lo stanziamento era di 25 milioni, poi è stato ridotto a 5 e 8 e, solo grazie all'opposizione elevato a 10, che è comunque una goccia nel mare visto che le richieste sono state 400mila e se ne è coperta una percentuale ridottissima. Faremo una battaglia per rimpinguarlo, per renderlo più corposo. Sul tema della salute mentale c'è tanta sensibilità in più nella società ma poi quando andiamo a stringere i fondi, così come sulla sanità in generale, restano la cenerentola per questo governo".
La Manovra e la sanità
- Il possibile rifinanziamento del bonus psicologo si inserisce nel complesso quadro della Manovra per il 2025, per la quale l’esecutivo sembra stia cercando 2 miliardi di euro da destinare al comparto sanità.
- Attualmente la spesa sanitaria in Italia è ferma al 6,2% del Pil, ben al di sotto dei livelli dei paesi Ocse. Chi sta lavorando sul dossier ha assicurato che non ci saranno tagli e, anzi, si punta a rimpolpare i 5 miliardi già stanziati. La ministra del Lavoro, Marina Calderone, indica invece una strada che sembra andare a favore non solo del pubblico ma anche della "sanità integrativa".
L’appello della fondazione Gimbe
- A riportare la sanità pubblica al centro del dibattito è stata la fondazione Gimbe, che ha evidenziato come la spesa sanitaria pubblica valga il 6,2% del Pil, ben al di sotto sia della media Ocse (6,9%) che della media europea (6,8%). Inoltre, considerando la spesa sanitaria pubblica pro-capite, l'Italia si colloca solo al sedicesimo posto tra i 27 Paesi europei Ocse e in ultima posizione tra quelli del G7. Serve "una rapida inversione di rotta", chiede l'organizzazione no-profit, che guarda alla manovra: serve "un progressivo e consistente rilancio del finanziamento pubblico per la sanità, oltre che coraggiose riforme di sistema".
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