Pensioni anticipate, allo studio finestre d'uscita più lunghe: cosa sappiamo

Economia
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Introduzione

Il dossier pensioni è uno dei tanti su cui il governo Meloni sta lavorando in vista della prossima Manovra. I tecnici sono alle prese con i primi calcoli e le simulazioni. Si starebbe esaminando la possibilità di introdurre un allungamento delle finestre per l'accesso alla pensione anticipata solo sulla base dei contributi e indipendentemente dall'età.
 

Oggi ci si accede con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) e la finestra mobile è di tre mesi: l'ipotesi, per l'anno prossimo, è di allungarla a 6-7 mesi. Con il risultato che l'uscita dal lavoro scatterebbe dopo 43 anni e 4 mesi (42 anni e 4 mesi per le donne) o 43 anni e 5 mesi in caso di allungamento a 7 mesi.

Quello che devi sapere

Le ipotesi sulle pensioni

  • Potrebbe arrivare una nuova stretta per chi vuole andare in pensione in anticipo. La possibilità di uscire dal lavoro con 42 anni e 10 mesi di contributi, infatti, potrebbe richiedere tempi più lunghi del previsto. L'ipotesi, che è allo studio del governo in vista della Manovra, passa anche attraverso l'estensione della “finestra mobile”, cioè il tempo d'attesa tra la maturazione del diritto alla pensione e il momento in cui si può effettivamente riscuotere l'assegno

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Il dossier

  • Il dossier pensioni è uno dei tanti in evoluzione e con la scritta “lavori in corso” nel cantiere della Legge di bilancio, che è pronto ormai a entrare nel vivo. La Manovra, infatti, sarà al centro del vertice di maggioranza che si terrà venerdì 30 agosto, con il confronto tra la premier Giorgia Meloni e i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani. La quadra da trovare passa attraverso il difficile equilibrio tra gli appetiti elettorali dei partiti e l'incognita risorse, resa ancora più complessa dalle nuove regole del Patto di stabilità

Le misure

  • Su alcune misure la maggioranza si mostra compatta: assicura anche per il 2025 il mantenimento del taglio del cuneo e l'abbassamento della pressione fiscale attraverso la riforma dell'Irpef, con la sfida di estenderla anche ai redditi fino a 50-55mila euro. Nella lista delle priorità vengono indicate anche le agevolazioni per le madri lavoratrici e la maxi-deduzione per chi assume. A creare qualche attrito, invece, potrebbe essere appunto il tema pensioni, con la Lega che guarda alle uscite anticipate e Forza Italia che punta ad aumentare le minime. Sul tavolo anche l'idea di prevedere nel 2025 incentivi a chi resta al lavoro

L’ipotesi: allungare le finestre

  • Sul rebus pensioni i tecnici sono già al lavoro con i primi calcoli e le simulazioni. Si starebbe esaminando, in particolare, la possibilità di introdurre un allungamento delle finestre per l'accesso alla pensione anticipata solo sulla base dei contributi e indipendentemente dall'età. Oggi ci si accede con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) e la finestra mobile è di tre mesi: l'ipotesi, per l'anno prossimo, è di allungarla a 6-7 mesi. Con il risultato che l'uscita dal lavoro scatterebbe dopo 43 anni e 4 mesi (42 anni e 4 mesi per le donne), o addirittura 43 anni e 5 mesi in caso di allungamento a 7 mesi

Si ripristinerebbe l'equilibrio con Quota 103

  • In questo modo si ripristinerebbe l'equilibrio con il canale di Quota 103 (62 anni d'età e 41 contributi), diventato non solo più difficilmente raggiungibile con l'allungamento delle finestre (portate da 3 a 7 mesi per il privato e da 6 a 9 per il pubblico) ma anche meno conveniente con l'imposizione del ricalcolo contributivo che per molti significa una riduzione a regime dell'assegno. La conferma di queste difficoltà è evidente guardando alle adesioni più scarse del previsto registrate finora: le domande arrivate all'Inps sono circa 7mila e a fine anno potrebbero essere circa la metà di quelle stimate nella legge di Bilancio per l'anno (17mila). Per confermare la nuova Quota 103 anche il prossimo anno, quindi, potrebbe bastare il 70% di quanto stanziato l'anno scorso (quindi poco meno di 590 milioni, rispetto a 835 milioni postati per il 2025). Sembra invece remota, ma non esclusa del tutto, l'ipotesi di introdurre anche per le pensioni anticipate con 42 anni e 10 mesi il metodo di ricalcolo contributivo: consentirebbe un forte risparmio ma appare difficilmente digeribile dall'attuale maggioranza oltre che dai sindacati

Le risorse

  • Parallelamente, poi, prosegue a tutto campo la caccia alle risorse, con l'asticella puntata verso i 25 miliardi. In attesa dei potenziali incassi del concordato biennale e del possibile tesoretto derivante dal buon andamento delle entrate, al Mef si studia a fondo anche il capitolo delle tax expenditure. L'obiettivo è sfoltire la selva di 626 spese fiscali (che salgono a 740 se si contano anche quelle locali). Un fenomeno che aumenta la complessità del sistema e genera una perdita di gettito pari al 4% del Pil, evidenzia l'Ufficio Valutazione Impatto del Senato, che rileva anche come per quasi l'80% delle misure ci siano "dati incompleti su oneri, beneficiari o importi pro capite", mentre per quasi il 28% "non sia fornita alcuna stima". Questo rende più difficile per il decisore politico poter fare valutazioni, osservano i tecnici di Palazzo Madama, che offrono quindi il loro suggerimento: porre attenzione alle spese con "elevati importi pro capite e basso numero di beneficiari", oltre a quelle con "frequenze più consistenti ma valori per ciascun beneficiario poco significative"

I dati Inps

  • Intanto, Inps ha diffuso alcuni dati tratti dal Monitoraggio sui flussi di pensionamento. Le pensioni anticipate decorrenti nei primi sei mesi del 2024 sono state 99.707 e tra queste 27.962 hanno riguardato persone con meno di 60 anni. Il 28% di chi è andato in pensione, in altre parole, lo ha fatto prima di compiere 60 anni. Il dato è legato al lavoro precoce e al canale di uscita che consente il pensionamento una volta raggiunti i 42 anni e 10 mesi di contributi e attesi i tre mesi di finestra mobile previsti. Il numero più consistente è quello dei lavoratori dipendenti del settore privato, con 17.074 pensioni anticipate erogate prima dei 60 anni con il 33% del totale. Sono invece circa la metà delle pensioni anticipate quelle erogate prima dei 62 anni, età soglia per potere invece accedere a Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi oltre a 7 mesi di finestra mobile nel privato e 9 nel pubblico)

  • Per approfondireQuota 103, le domande sono sotto le stime