Introduzione
Si apre oggi una settimana ricca di appuntamenti importanti, ai quali i Mercati guardano con interesse. Giovedì, ad esempio, inizia il consueto simposio della Fed a Jackson Hole: venerdì è atteso sul palco Jerome Powell, presidente della Banca centrale americana, che dovrà delineare la strada per i prossimi mesi.
La Bce, poi, aspetta la diffusione di alcuni dati per studiare le mosse future: martedì 20 sono previsti quelli sui prezzi alla produzione e l'inflazione nell'area euro, mentre il 22 sono in calendario gli indici Pmi di vari Stati
Quello che devi sapere
Una settimana ricca di appuntamenti
- La settimana che si apre oggi è ricca di appuntamenti importanti, ai quali i Mercati guardano con interesse. Si va dall’inflazione europea, all’incontro di Jackson Hole negli Stati Uniti per i banchieri centrali di tutto il mondo, alla raffica di indici Pmi dal Vecchio continente. Con l'attenzione sempre puntata anche sui segnali per le prossime scelte della Federal reserve e della Banca centrale europea
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Lunedì
- Oggi, lunedì 19 agosto, è previsto un inizio abbastanza morbido. Nel primo pomeriggio italiano c’è il discorso del componente della Fed Christopher Waller. Segue, poi, la pubblicazione dell'Indice predittivo dell'economia degli Stati Uniti di luglio. Oltreoceano inizia anche la convention democratica a Chicago, che proseguirà fino a giovedì e porterà all’investitura ufficiale di Kamala Harris come candidata alla Casa Bianca contro Donald Trump
Martedì
- Martedì 20 agosto si apre con la diffusione dei prezzi alla produzione della Germania di luglio. Seguirà, a metà mattinata, il dato definitivo dell'inflazione europea sempre del mese scorso, compreso il cruciale segmento “core”
Mercoledì
- Mercoledì attenzione, nel pomeriggio, al dato delle buste paga statunitensi, sempre in chiave inflazione, con gli operatori che sperano di avere elementi concreti sulla possibile riduzione dei tassi da parte della Fed. Si cercherà di capire ancora meglio la politica della Banca centrale Usa nella serata italiana, con la pubblicazione dei verbali del Federal open market committee dello scorso 31 luglio
Giovedì
- Ma la giornata decisamente clou è quella di giovedì. Nella notte italiana arriveranno dal Giappone gli indici Pmi (cioè le previsioni dei direttori degli acquisti delle aziende dei diversi settori), seguiti - in concomitanza con l'avvio dei Mercati europei - da quelli francesi, tedeschi, dell'area euro e della Gran Bretagna. Sempre nella mattinata di giovedì, la Bce pubblicherà gli indicatori dei salari del secondo trimestre. Nel pomeriggio sarà il turno dei dati Pmi dagli Stati Uniti, ai quali seguirà l'indice di fiducia di agosto dei consumatori dell'area euro. Inoltre, giovedì si apre l'incontro di Jackson Hole, che comunque entrerà nel vivo soprattutto il giorno dopo
Venerdì
- Venerdì, ultimo giorno della settimana lavorativa, vede nella notte italiana come primo appuntamento in calendario il discorso nel Parlamento giapponese del governatore della Banca centrale Kazuo Ueda: parlerà del rialzo dei tassi che, il 5 agosto scorso, ha fatto crollare la Borsa di Tokyo. Nel pomeriggio, poi, forte attesa per l'intervento a Jackson Hole del governatore della Fed Jerome Powell, seguito dal numero uno della Banca centrale inglese Andrew Bailey
Jackson Hole e le ipotesi sui prossimi mesi
- Passata la pausa estiva, quindi, le Borse guardano all'autunno e attendono il consueto simposio della Fed a Jackson Hole: come detto, venerdì 23 agosto è atteso sul palco Jerome Powell e il presidente della Banca centrale americana dovrà delineare la strada per i prossimi mesi. Un taglio dei tassi a settembre per la Fed è dato ormai per scontato, alla luce del rallentamento dell'inflazione e dell'indebolimento del mercato del lavoro. Il consenso è per una sforbiciata di 25 punti base, anche se non si esclude la possibilità di un taglio dello 0,50%
Le possibili strategie
- Ad agitare la banca centrale, però, non è il breve termine: la prova da superare è quella di delineare una strategia per i prossimi sei-nove mesi, in un contesto caratterizzato da un'elevata incertezza con due guerre in corso e le elezioni presidenziali americane. All'interno della Banca centrale c'è accordo sul fatto che sia arrivato il momento per una riduzione del costo del denaro, ma c'è chi vuole in ogni caso attendere perché il mercato del lavoro - pur avendo rallentato - non segnala una crisi imminente. Altri, invece, ritengono che un tasso di disoccupazione al 4,3% - come rilevato a luglio - sia una linea rossa da non superare e per questo è necessaria un'azione immediata
La posta in gioco è alta
- Ulteriori indicazioni sul dibattito interno alla Fed potrebbero arrivare dai verbali della riunione del 30 e 31 luglio, attesi come detto mercoledì 21 agosto. La posta in gioco per la Fed e Jerome Powell è elevata: il presidente non lo ha nascosto, affermando che raggiungere l'obiettivo di un atterraggio morbido lo tiene sveglio la notte. Per la Banca centrale in gioco c'è la sua reputazione: Powell e i suoi colleghi si sono rivelati in ritardo nell'agire di fronte al balzo dei prezzi, che per mesi hanno ritenuto transitorio. Ora rischiano di lasciare i tassi troppo alti troppo a lungo, con il pericolo di far scivolare l'economia in recessione e mandare su tutte le furie il Congresso e gli americani. Una recessione rischierebbe di infiammare il dibattito sul ruolo della Fed, che Donald Trump e il suo vice J.D. Vance vorrebbero mettere sotto il controllo del presidente nella convinzione che fissare i tassi è una decisione politica
La Bce
- E se la Fed è chiamata a decidere la sua politica monetaria il 17 e 18 settembre, poco prima del voto americano, la Bce di Christine Lagarde scioglierà le sue riserve il 12 settembre. Nell'ultima riunione di luglio, l'Eurotower non ha dato indicazioni sulle sue prossime mosse: l'appuntamento di settembre “è completamente aperto", ha detto Lagarde. Tutto dipenderà dai dati: il 20 agosto, come detto, sono attesi quelli sui prezzi alla produzione e l'inflazione nell'area euro, mentre il 22 sono in calendario gli indici Pmi di vari Stati. Tra questi anche la Germania, la cui economia di recente ha iniziato a preoccupare, con il Pil nel secondo trimestre che ha frenato dello 0,1% e il crollo a picco dell'indice di fiducia Zew. Anche per la Bce, quindi, si prospetta un quadro complesso. E su tutti aleggia anche un possibile ritorno alla casa Bianca di Donald Trump
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