Introduzione
Il governo ha aperto il cantiere del Piano strutturale di bilancio che sarà varato dal Consiglio dei ministri prima del 20 settembre e votato in Parlamento entro fine anno. In una riunione esecutivo-maggioranza si è discusso anche l'impatto delle nuove regole Ue sui bilanci. Alla Camera il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha rassicurato i partiti sul coinvolgimento del Parlamento ma ha ribadito che sull'aumento di spesa la strada è stretta. Dalle pensioni al fisco, ecco tutte le misure confermate e quelle a rischio.
Quello che devi sapere
Verso la manovra 2025
- Nei giorni in cui nelle aule di Bruxelles e Strasburgo si definiscono i vertici Ue, in Italia la manovra 2025 inizia a muovere i primi passi. Alla Camera il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha lanciato messaggi alle forze politiche rassicurando sul ruolo centrale che avrà il Parlamento ma avvertendo sul rispetto dei vincoli di spesa. Il titolare dei Rapporti col Parlamento Luca Ciriani ha presieduto una riunione governo-maggioranza per impostare le priorità della Manovra secondo le nuove regole Ue.
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L'approccio alla legge di Bilancio
- A poche settimane della pausa estiva del Parlamento, si è tenuta una prima riunione governo-maggioranza per imbastire il lavoro sulla manovra 2025. Al centro dell'incontro tra il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, i presidenti delle commissioni Bilancio di Camera e Senato ed esponenti della maggioranza, c'è stato l'impatto delle nuove regole Ue sulle procedure nazionali di bilancio. Sul punto il presidente della commissione Bilancio del Senato Nicola Calandrini (FdI) ha auspicato un "coinvolgimento di tutti i gruppi, di maggioranza e opposizione"
I tempi
- Formalmente la nuova Commissione Europea entrerà in carica tra novembre e dicembre e, come ogni anno, sarà chiamata ad esprimere un giudizio sul Piano strutturale di bilancio che il governo presenterà entro il 20 settembre. Intervenendo al question time a Montecitorio, Giorgetti ha rassicurato che l'intero Piano sarà votato dal Parlamento
I vincoli di bilancio
- Le rassicurazioni del ministro sul coinvolgimento del Parlamento non si estendono invece all'aumento della spesa per finanziarie vecchie e nuove misure. Fa eccezione il taglio del cuneo fiscale che, secondo i calcoli del governo, per la proroga può contare su risorse per 11 miliardi di euro
Il taglio agli oneri contributivi
- Secondo Giorgetti la conferma del taglio degli oneri contributivi in busta paga si appresta a ricevere il via libera e non verrà "sacrificato" per aumentare le spese militari. "Posso garantire che il taglio del cuneo contributivo è la prima priorità e sarà assolutamente confermato e non intendo mettere assolutamente in discussione una sorta di sorta di 'trade off' tra questo e le spese per la Difesa che saranno gestite esattamente all'interno del quadro delle deroghe", ha affermato il ministro in Aula
Le spese per la Difesa
- In merito all'incremento delle spese per la Difesa verso l'obiettivo futuro del 2% del Pil, impegno riconfermato dalla premier Giorgia Meloni in occasione del vertice Nato di Washington, il governo sembra guardare più a una deroga del Patto di Stabilità
La previdenza
- Sulle pensioni, Giorgetti pur assicurando che da parte sua "non c’è alcuna intenzione di rinnegare la giusta aspettativa di pensionamenti anticipati", invita alla prudenza. "Quello che è stato fatto nell'ultima legge di Bilancio era quello che era possibile relativamente al quadro di finanza pubblica particolarmente complesso ed eventuali nuovi interventi devono tenere conto della sostenibilità", ha detto il titolare del dicastero di via XX Settembre frenando in qualche modo proposte come "Quota 41" della Lega
Il peso demografico
- Sulla prospettiva di una riforma organica, così come sulla proroga degli strumenti di pensione anticipata, il ministro dell'Economia ha posto l'attenzione sulla sostenibilità del sistema alla luce del trend demografico in Italia, tutt'altro che rassicurante. Il progressivo invecchiamento della popolazione insieme al calo, finora inarrestabile, delle nascite rischiano di minare la tenuta nel lungo termine
La sanità
- Mentre il Senato ha approvato il decreto legge per tagliare le liste d'attesa nella sanità, che ora passa alla Camera per l'esame in seconda lettura, in vista della conversione in legge entro il 6 agosto, la Corte dei Conti in audizione a Montecitorio ha avvertito che "il livello di spesa sanitaria in Italia è più contenuto rispetto ad altri Paesi Ue". Di contro, l'organismo rileva come la "spesa sanitaria privata stia crescendo in modo consistente", e indica la necessità di "mantenere un livello di spesa pubblica elevato per fermare il declino"
Le misure a rischio
- Nonostante non si prevedano misure "lacrime e sangue", la manovra che sta prendendo corpo si profila più "ristretta" rispetto al 2023, quando i finanziamenti in deficit arrivarono a 15,5 miliardi. Di conseguenza alcuni interventi in scadenza rischiano di essere ridimensionati se non addirittura di saltare. In attesa di rinnovo c'è la riduzione dell'Irpef (l'imposta sui redditi), che interessa 25 milioni di contribuenti, con benefici che variano da pochi euro fino a 260 euro l’anno per chi ha guadagni alti. A rischio anche gli sconti per incentivare le assunzioni e quello per le mamme lavoratrici con due figli, la Carta acquisti "Dedicata da te" da 500 euro destinata alle famiglie più in difficoltà e la riduzione da 90 a 70 euro del Canone Rai.
Per approfondire: Pensioni, allarme Giorgetti alla Camera: "Non sostenibili con questo quadro demografico"