Bonus Maroni, ad agosto il primo pagamento per chi rinuncia a Quota 103: cosa sapere

Economia
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Introduzione

L’Inps ha reso noto il calendario dei pagamenti relativi al cosiddetto "Bonus Maroni", destinato ai lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato che decidono di continuare a lavorare nonostante il raggiungimento dei requisiti per accedere a Quota 103. L'incentivo consiste in un esonero contributivo pari al 9,19% e, di conseguenza, in un aumento dello stipendio netto.

 

L'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha precisato che l'agevolazione non assume la natura di incentivo all’assunzione, non è perciò soggetto all’applicazione dei principi generali in materia di incentivi all’occupazione, e non è subordinato al possesso del documento unico di regolarità contributiva da parte del datore di lavoro. La domanda va presentata presso il portale dedicato nel sito dell'Inps, oppure attraverso i patronati che poi comunicheranno i dati all'istituto.

Quello che devi sapere

Il rinnovo del Bonus Maroni per il 2024

  • Il cosiddetto "Bonus Maroni" è stato introdotto con la Legge di Bilancio 2023 ed è stato rinnovato con la Finanziaria 2024. Si tratta di un incentivo per tutti coloro che decidono di continuare a lavorare nonostante il raggiungimento dei requisiti per accedere a Quota 103. Secondo il calendario diramato dall’Inps, il pagamento è previsto nei prossimi giorni

 

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In cosa consiste

  • Si tratta di un esonero contributivo pari al 9,19% (aliquota massima del contributo IVS "Invalidità, Vecchiaia e Superstiti") e, di conseguenza, in un aumento dello stipendio netto

I requisiti da rispettare

  • Per poter accedere al "Bonus Maroni" è necessario essere lavoratori dipendenti del settore pubblico o privato
  • Bisogna essere iscritti, alla data di esercizio della facoltà di rinuncia, all’assicurazione generale obbligatoria o alle forme sostitutive ed esclusive della medesima
  • È necessario maturare i requisiti per l’accesso al trattamento di pensione anticipata flessibile nel 2024 di cui all’articolo 14.1 del Decreto Legge n.4 del 2019 e scegliere di proseguire l’attività lavorativa dipendente
  • Non bisogna essere titolari di pensione diretta, a eccezione dell’assegno ordinario di invalidità, a carico, anche pro quota, delle gestioni previste dall’articolo 14.1 del Decreto legge n.4 del 2019
  • Non si devono perfezionare il requisito anagrafico per il diritto alla pensione di vecchiaia nel caso di contribuzione accreditata in due o più gestioni previdenziali, o dell’età anagrafica inferiore richiesta per la pensione di vecchiaia ai sensi di disposizioni di legge più favorevoli, nelle ipotesi in cui sia presente contribuzione in un’unica gestione
  • Si deve avere la facoltà di rinunciare all’accredito contributivo della quota dei contributi previdenziali a carico relativi all’Assicurazione generale per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti (IVS) o a forme sostitutive ed esclusive della medesima

Come funziona

  • Il beneficio genera vantaggio sia al datore di lavoro che al dipendente: i contributi non vengono più pagati e quelle somme possono entrare nelle tasche dei lavoratori, o meglio in busta paga come incentivi, mentre il datore di lavoro ha una riduzione del costo del lavoro
  • Per fare un esempio, con un sistema a incentivo al 10% coloro che ricevono uno stipendio di 1.600 euro otterranno mensilmente un aumento di 160 euro in busta paga. Se lo stipendio fosse di 1.800 euro, l’aumento mensile relativo al sistema di incentivo del 10% sarebbe di 180 euro mensili e così via

La precisazione dell’Inps

Nella circolare l’Inps ha specificato che il bonus:

  • Non assume la natura di incentivo all’assunzione. Di conseguenza, non è soggetto all’applicazione dei principi generali in materia di incentivi all’occupazione
  • Non è subordinato al possesso del documento unico di regolarità contributiva da parte del datore di lavoro. Ciò perché opera sulla sola quota IVS a carico del lavoratore, esso non comporta benefici in capo al datore di lavoro

Come si presenta domanda

  • Ma come si presenta domanda? La richiesta per ottenerlo va presentata presso il portale dedicato nel sito dell'Inps, oppure attraverso i patronati che poi comunicheranno i dati all'istituto

L’iter

Dopo la presentazione della domanda, il riconoscimento del bonus segue questo iter:

  • L’Inps provvede a certificare al lavoratore, dandone comunicazione al datore di lavoro, il raggiungimento dei requisiti minimi pensionistici per l’accesso al trattamento di pensione anticipata flessibile entro 30 giorni dalla richiesta o dall’acquisizione della documentazione integrativa necessaria;
  • Il datore di lavoro, acquisita la certificazione, procede all’eventuale recupero, a conguaglio, delle contribuzioni pensionistiche eventualmente già versate

Le date degli accrediti/1

  • La prima data a cui fare riferimento per l'accredito è il 2 agosto 2024, per i lavoratori dipendenti con datore di lavoro privato, qualora il trattamento pensionistico sia liquidato a carico della Gestione esclusiva dell’AGO

Le date degli accrediti/2

  • A seguire c'è il 1° settembre 2024, per i lavoratori dipendenti di un datore di lavoro privato, qualora il trattamento pensionistico sia liquidato a carico di una Gestione diversa da quella esclusiva dell’AGO

Le date degli accrediti/3

  • Poi il 2 ottobre 2024, per i dipendenti delle pubbliche Amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del Decreto legislativo n. 165 del 2001, ove il trattamento pensionistico sia liquidato a carico della Gestione esclusiva dell’AGO

Le date degli accrediti/4

  • Da ultimo va segnalato il 1° novembre 2024, per i dipendenti delle pubbliche Amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del Decreto legislativo n. 165 del 2001, ove il trattamento pensionistico sia liquidato a carico di una Gestione diversa da quella esclusiva dell’AGO

 

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