Mutui: tassi medi ai minimi da 18 mesi, ma la discesa si è fermata. Il report

Economia
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Introduzione

Calano i tassi sui mutui, ai minimi da 18 mesi, ma la discesa si è "stabilizzata", ossia si è fermata. Si può sintetizzare così il report del mese di luglio di Abi (Associazione bancaria italiana) che raccoglie i dati delle banche. Anche il costo per finanziare un prestito da parte delle imprese aggancia il trend discendente, come emerge dal documento.

 

Tuttavia, l'incertezza sul futuro - legata anche al quadro geopolitico e a due elezioni chiave, quelle europee appena svolte e quelle americane a novembre - spinge imprese e famiglie a tenere liquidità disinvestita, facendo aumentare i depositi in conto corrente.

E nel frattempo la Bce sembra aver deciso di rimandare il nuovo taglio: più probabile arrivi a settembre e poi ancora dicembre, con una cautela accentuata proprio dall'incertezza geopolitica di cui sopra. Ancora una volta, pesano le elezioni Usa, le tensioni con Russia e Cina e la corsa ai dazi

Quello che devi sapere

Tassi sui mutui ai minimi di 18 mesi

  • I tassi sui mutui scendono da 7 mesi e raggiungono il minimo di 18 mesi. E anche il costo per finanziare un prestito da parte delle imprese aggancia il trend discendente, così come si registra un freno alla discesa in volume dei prestiti legata al rallentamento dell'economia. Lo certifica il rapporto di luglio dell'Abi (Associazione bancaria italiana). Una situazione simile a quella di altri Paesi europei dopo mesi in cui i tassi di mercato avevano iniziato ad anticipare il primo taglio della Bce arrivato a inizio giugno

Per approfondire:

Patuelli (Abi): "La tassazione sul risparmio è pesante, va ridotta"

Più depositi in conto corrente

  • Tuttavia, l'incertezza sul futuro legata anche al quadro geopolitico e a due elezioni chiave (quelle europee appena svolte e quelle americane a novembre), spinge imprese e famiglie a tenere liquidità disinvestita, facendo aumentare i depositi in conto corrente

Le mosse della Bce

  • Nel frattempo la Bce sembra aver deciso di rimandare il nuovo taglio: più probabile arrivi a settembre e poi ancora dicembre, con una cautela accentuata proprio dall'incertezza geopolitica. Ancora una volta, pesano le elezioni Usa, le tensioni con Russia e Cina e la corsa ai dazi. Una situazione che, come effetto primario, potrebbe ostacolare la discesa dell'inflazione. Se le minute dell'ultimo meeting Bce davano conto di alcuni timori sulla tenuta del processo di disinflazione, un recente sondaggio della Reuters segnala una quota di analisti, rilevante ma non maggioritaria, secondo cui è possibile anche un solo nuovo taglio dei tassi entro fine anno

La stabilizzazione della discesa dei tassi

  • Il documento dell'Abi riporta una "stabilizzazione" nella discesa dei tassi di mercato. Il tasso medio sui nuovi mutui ipotecari alle famiglie scende a giugno al 3,56%, rispetto al 3,61% di maggio 2024 e al 4,42% di dicembre 2023. Il valore è il più basso dal 3,01% del dicembre 2022. Bankitalia, i cui dati però si fermano a maggio, ha indicato un Taeg (comprensivo di spese accessorie) al 4,04%: un calo giudicato però ancora insufficiente da alcune associazioni di consumatori. Nel frattempo iniziano ad agganciare il trend discendente i tassi sul credito alle imprese: 5,25% in media giugno contro il 5,38% di maggio e il 5,45% di dicembre 2023, portando il tasso medio sullo stock totale dei prestiti sottoscritti negli anni al 4,77% dal 4,80% del mese precedente

Giù la domanda di prestiti

  • Con il ridimensionarsi della ripresa post-pandemica, la domanda di prestiti continua a sgonfiarsi. Ma il trend negativo rallenta dal fondo toccato a settembre 2023, quando i prestiti avevano segnato -3,7%: l'Abi scrive nel rapporto che a giugno 2024 i prestiti a imprese e famiglie sono scesi in volume dell'1,7% rispetto a un anno prima, contro -2,1% di maggio. A giugno 2024, infine, segnano un'inversione di tendenza i depositi dei clienti delle banche, tornati in rialzo (+1,4%) dopo almeno un anno in cui si erano registrate variazioni negative (-0,8% a maggio)

La raccolta diretta e indiretta

  • La raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, presenta un incremento di circa 213 miliardi tra maggio 2023 e maggio 2024 (134,8 miliardi famiglie, 20 miliardi imprese e il restante agli altri settori, imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione). A giugno 2024 la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto ad un anno fa del 14,9% (+18,4% nel mese precedente). La raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) a giugno 2024 è risultata in aumento del 3,0% su base annua, proseguendo la dinamica positiva registrata da inizio anno (+1,4% a maggio 2024)

I tassi di interesse sulla raccolta bancaria

  • Il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) a giugno 2024 è stato il 3,39%. A maggio 2024 tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 3,50%; area dell’euro 3,44%). Rispetto a giugno 2022 (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi Bce) quando il tasso era dello 0,29%, l’incremento è stato di 310 punti base. Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso a giugno 2024 è stato il 3,91%, con un incremento di 260 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l’1,31%. A giugno 2024 il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è stato l’1,02% (1,05% nel mese precedente; 0,32% a giugno 2022). Il tasso sui soli depositi in conto corrente è lo 0,56% (0,58% nel mese precedente; 0,02% a giugno 2022), tenendo presente che il conto corrente permette di utilizzare una moltitudine di servizi e non ha la funzione di investimento

I crediti deteriorati

  • A maggio 2024 i crediti deteriorati netti (cioè l’insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti calcolato al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati dalle banche) sono leggermente diminuiti a 30,3 miliardi di euro, da 30,5 miliardi di dicembre 2023 (31,2 miliardi a settembre 2023). Rispetto al loro livello massimo, 196,3 miliardi raggiunti nel 2015, sono in calo di 166 miliardi. A maggio 2024 i crediti deteriorati netti rappresentano l’1,43% dei crediti totali. A dicembre 2023, tale rapporto era l’1,41% (1,42% a settembre 2023; 9,8% nel 2015)

Il margine sulle nuove operazioni

  • Il margine (spread) sulle nuove operazioni (differenza tra i tassi sui nuovi prestiti e la nuova raccolta) con famiglie e società non finanziarie a giugno 2024 è sceso a 193 punti base (200 punti nel mese precedente)

Il commento di Abi

  • "Gli investimenti, in un quadro di incertezza, vengono rinviati", ha detto il vicedirettore generale vicario dell'Abi Gianfranco Torriero. La tendenza a tenere maggiore liquidità non investita, sotto forma di depositi bancari, riguarda anche le imprese e riflette sia una maggior resilienza, sia una maggior prudenza mantenendo liquidità in un quadro di incertezza

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