Export in crescita, 679 miliardi entro il 2025: il Doing Export Report 2024 di SACE

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La guida del gruppo assicurativo-finanziario analizza le potenzialità di sviluppo dell’export italiano e le nuove rotte su cui le aziende devono puntare, adottando un approccio sempre più dinamico riassunto nell’acronimo “sparkling” (Smart, Proactive, Agile, Revolutionary, Kinetic, Leader, Innovative, New e Green). “Le opportunità provengono dai mercati GATE: Messico, Brasile, Colombia, Turchia, Serbia, Egitto, Marocco, Sudafrica, India, Cina, Vietnam, Singapore”, spiega Alessandro Terzulli, Chief Economist di SACE

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Intelligenza artificiale, nuove tecnologie, transizione ESG, rischi geopolitici e cambiamento climatico. L’export torna a crescere e vive un grande momento di trasformazione tra nuovi rischi e opportunità emergenti. Le vendite oltre confine cresceranno nel 2024 per proseguire a un ritmo sostenuto nel prossimo triennio, con il ritorno a dinamiche di crescita simili a quelle pre-pandemia, grazie anche al calo dell’inflazione e al conseguente progressivo taglio dei tassi di interesse, con un miglioramento delle condizioni finanziarie globali. Dopo un 2023 caratterizzato da una relativa e in parte fisiologica debolezza degli scambi di merci, il valore delle esportazioni italiane di beni registrerà un +3,7% quest’anno, +4,5% nel 2025 e +4,2% in media nel biennio successivo. Un valore che in euro nel 2024 supererà i 650 miliardi mentre il prossimo anno raggiungerà i 679 miliardi. In questa cornice SACE ha presentato il Doing Export Report 2024 che approfondisce le potenzialità di crescita dell’export italiano e le nuove rotte su cui le imprese devono puntare, contando sulle soluzioni, le connessioni e gli strumenti di conoscenza del gruppo assicurativo-finanziario italiano. Ma quest’anno c’è una novità: sono state tracciate 9 direttrici lungo le quali le aziende italiane devono strutturare le proprie strategie di crescita per brillare - essere “sparkling” - ed essere un’impresa del futuro.

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L’export nazionale dei servizi e le nuove tecnologie

Si conferma il trend positivo anche per l’export nazionale di servizi, con una crescita media in valore del 4% nel 2024-2027, grazie anche al continuo sviluppo delle tecnologie digitali più avanzate (in particolare dell’intelligenza artificiale), che faranno da apripista a una nuova fase della globalizzazione. L’adozione di nuove tecnologie sta dettando l’evoluzione anche dei beni di consumo: dal settore della moda al legno-arredo che impiegano prodotti e processi innovativi, come ad esempio la stampa 3D. Per i beni intermedi i segnali positivi arriveranno quest’anno da cosmetica e farmaceutica, mentre dal 2025 anche dalla chimica in senso stretto. L’agroalimentare si conferma uno dei settori di punta per le vendite estere del Made in Italy, ancora una volta grazie all’evoluzione digitale e sostenibile: sensori, dispositivi di irrigazione intelligente, piattaforme di monitoraggio e gestione delle colture sono solo esempi di come le imprese italiane stiano affrontando le sfide del futuro.

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Gli effetti di tecnologie e IA sulle performance economiche

Le imprese che nel tempo hanno investito in tecnologie digitali e adottato processi produttivi digitalizzati - e continuano a farlo - godono di vantaggi di produttività misurabili e durevoli: +3,1% all’anno, per la sola IA. E tra i maggiori benefici dichiarati dalle imprese ci sono l’aumento della produttività, una migliore qualità tailor-made e la produttività delle risorse umane. Ma qual è l’effetto delle tecnologie 4.0 in termini economici? Le imprese che hanno adottato tecnologie 4.0 nel 2025 avranno migliori performance sia produttive che di export rispetto a quelle che non hanno adottato il 4.0 (il 33% contro il 25% delle imprese nel primo caso e il 27% contro il 24% nel secondo caso). Dati evidenziati anche dalle recenti indagini del Centro Studi Tagliacarne-Unioncamere. Esiste anche un effetto “skills 4.0”: le imprese che hanno investito sia nelle tecnologie digitali sia nella formazione prevedono per il prossimo anno aumenti di produzione in maniera più diffusa rispetto a quelle che pur adottando il 4.0 non hanno puntato sulla formazione (il 36% contro il 29%). In particolare, le imprese che usano strumenti di intelligenza artificiale hanno una maggiore probabilità di quasi il 10% di registrare un aumento dell’export nei prossimi anni, probabilità che raddoppia nel caso delle imprese di piccole dimensioni.

Italia leader nell’export di tecnologie low-carbon (LCT)

Un altro aspetto che non può essere trascurato è la transizione ambientale che è in corso a livello globale, e le tecnologie abilitanti sono una delle forze motrici dell’evoluzione dell’export italiano. Un traino di crescita, infatti, arriverà dai piani di sviluppo nell’ambito della transizione green e digitale che stimoleranno la domanda dei beni di investimento. Il nostro Paese è tra i leader dell'export di beni LCT, ovvero i prodotti che causano meno inquinamento rispetto ai tradizionali, ad esempio i pannelli solari o le turbine eoliche. Il Made in Italy green raggiungerà i 50 miliardi di vendite all’estero entro il 2025 ed è previsto in crescita dell’11,1% nel 2024 e del 13,7% il prossimo.

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Essere “sparkling” nell’era del cambiamento

“Le imprese italiane si trovano a varcare la soglia di una nuova era, dove, per essere competitive, devono ripensarsi e investire, puntando su modelli organizzativi agili e sostenibili e guardando al futuro - spiega Alessandra Ricci, Amministratore Delegato di SACE - E per tutto questo, SACE c’è, insieme alle imprese con soluzioni, persone e sedi, in Italia e in tutto il mondo. Il Doing Export Report di SACE è la guida pratica per evolversi, presidiare e intercettare le opportunità per l’export italiano in un contesto internazionale complesso, ma ad alto potenziale per il Made in Italy”. Ed è in quest’ottica di cambiamenti che, per navigare con successo nel futuro, le imprese italiane dovranno adottare un approccio sempre più flessibile e dinamico che anticipi i cambiamenti: in sintesi, “sparkling”. Un acronimo nel quale ogni lettera rappresenta una caratteristica di fondamentale importanza: Smart, Proactive, Agile, Revolutionary, Kinetic, Leader, Innovative, New e Green.

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I Paesi GATE (Growing, Ambitious, Transforming ed Emerging)

Per quanto riguarda la crescita dell’export, “le opportunità provengono dai mercati GATE dove SACE c’è e che oggi valgono 80 miliardi di euro e potranno valerne 95 al 2027: Messico, Brasile, Colombia, Turchia, Serbia, Egitto, Marocco, Sudafrica, India, Cina, Vietnam, Singapore - osserva Alessandro Terzulli, Chief Economist di SACE - Il futuro non è domani, è oggi e le imprese possono sviluppare il proprio potenziale sfruttando l’Intelligenza artificiale e le nuove tecnologie anche nei settori del futuro come la meccanica strumentale applicata all’efficienza, la circolarità applicata ai cicli produttivi e le low carbon technologies che oggi valgono 40 miliardi e potranno valerne 50 al 2025”. Sono 95 i miliardi di export italiano che saranno generati entro il 2027 dai 14 mercati GATE identificati e presidiati da SACE, da Oriente a Occidente (nel 2023 sono stati 80 miliardi). GATE è un acronimo che sta per Growing, Ambitious, Transforming ed Emerging con il quale SACE ha identificato i Paesi più promettenti per le vendite estere Made in Italy e dove SACE è presente con i suoi uffici per supportare le imprese italiane: Cina, India, Singapore, Vietnam in Asia; Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Turchia nel Medio e Vicino Oriente; Serbia; Egitto e Marocco nel solco del Piano Mattei e Sudafrica come entry point nel Continente Subsahariano; Brasile, Messico, Colombia in America Latina.

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Terzulli: “Aiutiamo le aziende ad accendere la scintilla dell’export”

“Il Doing Export Report di SACE è la guida pratica per le imprese ‘sparkling’, ossia le imprese che brillano - spiega Terzulli - Noi di SACE le aiutiamo ad accendere la scintilla dell’export”. Terzulli, ricordando le previsioni di crescita fino al 2025, sottolinea come “dall’agricoltura ai macchinari, le maggiori occasioni di business passeranno dall’evoluzione dai settori tradizionali alle industrie del futuro. E proprio con riferimento al futuro il nostro focus è sui beni sostenibili, sui quali noi siamo più che ottimisti, e anzi direi fieri, perché le imprese italiane sono fra i leader a livello mondiale nella produzione di tecnologie low carbon”.

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