Fisco, dalle 120 rate per saldare i debiti al discarico delle cartelle: le novità dal Cdm

Economia
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Introduzione

Il Consiglio dei ministri ha dato ieri il via libera al decreto legislativo che concederà fino a 10 anni per saldare i debiti e farà scattare dopo 5 anni il "discarico automatico" delle cartelle a partire dal 2025. L’obiettivo di queste ulteriori novità nelle procedure di riscossione è quello di rendere il sistema “più veloce ed efficiente”: ad oggi, infatti, sono più di 1.200 i miliardi di euro che lo Stato vanta nei confronti di cittadini e imprese, di cui però soltanto 100 saranno forse recuperabili.

 

Nel testo del decreto si estende fino a 120 rate la possibilità di saldo per coloro che hanno fino a 120 mila euro di debiti, mentre per coloro che hanno cifre superiori, così come prevede la legislazione vigente nella cosiddetta rateazione "straordinaria", il contribuente dovrà invece provare la propria situazione di obiettiva difficoltà economico-finanziaria. Inoltre, a partire dal prossimo anno le cartelle dovranno essere notificate al creditore entro 9 mesi dall'affidamento del carico e ci sarà la possibilità di raggruppare i crediti per codice fiscale, avendo così in un'unica cartella tasse e multe.  

 

Oltre ai 10 decreti fiscali approvati in via definitiva, il governo ha approvato in via preliminare altri 4 provvedimenti su dogane, imposizione indiretta, imposizione diretta e un primo correttivo su concordato, adempimento collaborativo, calendario fiscale. "Con questo avremo un quadro completo della materia. Ulteriori interventi richiederanno ulteriori risorse”, ha detto il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo. Sull'Iva, ha aggiunto, "qualche passo avanti lo potremo fare" con la revisione dei testi unici che "abbiamo in cantiere: in attesa di reperire risorse possiamo avviare meccanismo di semplificazione”.

Quello che devi sapere

La novità

  • Dieci anni e 120 rate per pagare i debiti con il fisco e saldare le cartelle esattoriali. Ci sono novità nel sistema della riscossione, ulteriormente aggiornato dal governo dopo la rottamazione quater, finora però rispettata solo dalla metà dei morosi. Il Consiglio dei ministri ha dato ieri il via libera al decreto legislativo che concederà ancora più tempo per saldare i debiti facendo anche scattare, dopo 5 anni, il "discarico automatico" delle cartelle. L'obiettivo dichiarato della riforma è rendere la riscossione “più veloce ed efficiente”, snellendo così la montagna di debiti fiscali

 

Per approfondire: Fisco, debiti stralciati se non riscossi entro cinque anni

Il costo dell’operazione

  • Un’operazione dai costi non indifferenti, come fanno notare le opposizioni, visto che con le facilitazioni di pagamento lo Stato potrebbe arrivare a rinunciare, tra mancato incasso di sanzioni, interessi, aggi e more, fino a 2,5 miliardi di euro

Chi ha oltre 120 mila euro di debito

  • All’interno del decreto è previsto un allungamento dei tempi per saldare i debiti con il fisco: si passa dalle 72 rate mensili attuali ad un massimo di 120 (su un orizzonte quindi di 10 anni), possibilità a disposizione di chi ha fino a 120 mila euro di debito. Per ottenere lo stesso numero di rate per i debiti superiori a 120mila euro, invece, così come prevede la legislazione vigente nella cosiddetta rateazione "straordinaria", il contribuente dovrà invece provare la propria situazione di obiettiva difficoltà economico-finanziaria

Chi ha meno di 120 mila euro di debito

  • Il prossimo anno e anche nel 2026, per i debiti fino a 120mila euro, si potrà avere una dilazione in 84 rate mensili contro le 72 attuali. Nel 2027 e 2028 si passerà a 96 rate, mentre dal 2029 la dilazione si allungherà fino a 108 rate. A partire dal 2031 poi, "a semplice richiesta", si potrà dilazionare ancora, arrivando a 120 rate mensili

Il "discarico automatico" dopo 5 anni

  • Dal primo gennaio 2025 entrerà in vigore il “discarico automatico” delle cartelle a 5 anni. In pratica, dopo cinque anni di tentativi (fallimentari) di riscossione, l'agente restituirà la cartella all'ente che l'ha emessa. Per i carichi che saranno affidati nel 2025, il discarico automatico opererà al 31 dicembre 2030, per quelli che saranno affidati nel 2026 opererà al 31 dicembre 2031, e così via. A quel punto l'ente creditore potrà cercare di incassarli per conto suo, magari affidandosi a enti privati di riscossione e cartolarizzando - qui la novità introdotta dopo l'esame parlamentare - il credito.

Prima dello stralcio

  • In ogni caso fino alla prescrizione l'ente creditore potrà gestire in proprio la riscossione coattiva delle somme discaricate oppure affidarla in concessione a soggetti privati con gara pubblica, o riaffidarle all'Agenzia entrate-riscossione per 2 anni nel caso in cui si venga a conoscenza di nuovi e significanti elementi reddituali del debitore. Nel caso ci si affidi a entri creditori privati, questi potranno "chiedere all'agente della riscossione la riconsegna anticipata dei carichi ad esso affidati e non ancora riscossi, mediante cessione con trasferimento del rischio"

Notifica entro 9 mesi

  • Dal prossimo anno poi, le cartelle dovranno essere notificate al creditore entro 9 mesi dall'affidamento del carico e arriva anche la possibilità di raggruppare i crediti per codice fiscale con l'effetto di avere ad esempio in un'unica cartella tasse e multe

Gli obiettivi

  • Questi interventi puntano innanzitutto a snellire l'attuale magazzino del non riscosso, una montagna di debiti che allo scorso 31 dicembre ammontava a 1206,6 miliardi di euro, ed “evitare che in futuro se ne crei un altro”. Verrà anche istituita una commissione ad hoc che analizzerà la situazione e proporrà al Mef “le possibili soluzioni per conseguire il discarico di tutto o parte” del magazzino

Debiti non esigibili

  • L'idea della commissione è ambiziosa, ma il piano sui miliardi resta tutto da vedere, visto che dei 1200 miliardi di crediti che lo Stato può vantare, quelli ottenibili sono una minima parte (alcune stime parlano di 100 miliardi), essendo la maggior parte in capo a defunti, imprese fallite o chiuse

Leo: “Riforma fisco completa, per altre misure servono fondi”

  • Oltre ai 10 decreti fiscali approvati in via definitiva, il governo ha approvato in via preliminare altri 4 provvedimenti su dogane, imposizione indiretta, imposizione diretta e un primo correttivo su concordato, adempimento collaborativo, calendario fiscale. Dopo il Consiglio dei ministri è intervenuto il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo: "Con questo avremo un quadro completo della materia. Ulteriori interventi richiederanno ulteriori risorse”. Sull'Iva, ha aggiunto, "qualche passo avanti lo potremo fare" con la revisione dei testi unici che "abbiamo in cantiere: in attesa di reperire risorse possiamo avviare meccanismo di semplificazione”

Leo: “Riapertura rottamazione quater non all'esame”

  • Il viceministro delle Finanze Maurizio Leo, rispondendo alle domande al termine del cdm sulla possibile riapertura della rottamazione quater, ha detto che “non se ne parla, non c'è nessun provvedimento all'esame”.


Per approfondire: 

Irpef, governo studia intervento sui redditi tra 50 mila e 60 mila euro: le ipotesi