Imu 2024, domani ultimo giorno per inviare la dichiarazione per immobili con variazioni

Economia
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Introduzione

Per rispettare la scadenza, slittata a domani perché oggi 30 giugno cade di domenica, è possibile inviare l’apposito modello Imu/Impi. Deve essere presentato nei casi in cui sono presenti delle variazioni, rilevanti ai fini del calcolo dell’imposta e del relativo versamento, che il Comune non può conoscere in via autonoma.

 

Secondo un'elaborazione di Centro Studi Enti Locali basata sui dati della banca-dati "Siope+", il gettito Imu del 2023 è di 13,09 miliardi. Dai comuni del Nord sono arrivate più della metà delle entrate. A questi incassi, di natura ordinaria, vanno sommati altri 1,2 miliardi di versamenti fatti a seguito di accertamento. Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli, Bologna, Firenze, Palermo, Bari e Verona insieme hanno incassato quasi 3 miliardi. 

Quello che devi sapere

La scadenza per la dichiarazione Imu con variazioni

  • Entro domani, 1 luglio, i possessori di immobili per i quali sono intervenute delle variazioni oggettive e soggettive rilevanti per il calcolo dell’imposta dovuta, sconosciute al Comune, dovranno inviare l’apposito modello Imu/Impi. L’adempimento ha invece cadenza annuale per gli enti non commerciali che possiedono almeno un immobile esente in quanto utilizzato per lo svolgimento della propria attività. Anche in questo caso l’ultimo appuntamento è il 1° luglio ma il modello dichiarativo è Imu/Enc

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Va utilizzata la nuova modulistica

  • Per la dichiarazione in scadenza, relativa quindi all’anno 2023, dovrà essere utilizzata la nuova modulistica Imu/Impi (Imposta municipale propria/Imposta immobiliare sulle piattaforme marine) e Imu/Enc (Imposta municipale propria/Enti non commerciali) approvata, unitamente alle istruzioni e specifiche tecniche, dal Dipartimento delle finanze del Mef con dm del 24 aprile 2024

Cosa dice la legge

  • Secondo la disciplina vigente (articolo 1, comma 769, legge n. 160/2019) la dichiarazione “ordinaria” Imu/Impi deve essere presentata dai soggetti passivi che possiedono e utilizzano gli immobili utilizzati per finalità non commerciali in modalità cartacea o telematica, entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui è iniziato il possesso degli immobili o sono intervenute variazioni significative ai fini dell’imposta. La modalità è esclusivamente telematica per gli immobili denunciati all’autorità giudiziaria in quanto occupati abusivamente. Quest'anno la scadenza slitta al 1° luglio perché oggi 30 giugno è domenica

La durata della dichiarazione

  • La dichiarazione ha effetto anche per gli anni successivi, salvo modifiche dei dati che incidono sulle somme dovute

Per gli immobili destinati ad attività non commerciali

  • Stessa scadenza ma diverso modello (Imu/Enc) per la dichiarazione telematica degli enti non commerciali che possiedono e utilizzano gli immobili destinati esclusivamente allo svolgimento di attività non commerciali o istituzionali, fra cui quelle assistenziali, previdenziali, sanitarie, di ricerca scientifica, culturali (articolo 7 comma 1 lettera i) del Dlgs n. 504/1992), i quali sono tenuti all’adempimento con cadenza annuale. La dichiarazione dovrà essere presentata anche dagli Enc che possiedono un immobile utilizzato solo in parte per attività non commerciali, trattandosi di immobili che fruiscono di un’esenzione parziale (articolo 5 dm n. 200/2012)

Dichiarazioni da presentare al Comune

  • Entrambe le dichiarazioni devono essere presentate al Comune in cui si trovano gli immobili dichiarati

Il gettito Imu

  • Il gettito Imu arrivato nel 2023 è di 13,09 miliardi. Dai comuni del Nord sono arrivate più della metà delle entrate. Stando a quanto emerge da un'elaborazione di Centro Studi Enti Locali basata sui dati derivanti dalla banca-dati "Siope+", il primato nella riscossione dell'imposta spetta all'Italia nord-occidentale, i cui Comuni hanno incamerato 3,9 miliardi di Imu, pari al 30% del totale del gettito nazionale. Seguono i Comuni dislocati nell'Italia centrale (3,1 miliardi, 24%), quelli dell'Italia nord-orientale (2,9 miliardi, 23% del totale), meridionale (2,1 miliardi, 16%) e delle isole (964 milioni, pari al 7% del totale). Complessivamente, il 53% del gettito complessivo è appannaggio di Comuni del nord Italia

3 miliardi dalle grandi città

  • A questi incassi, di natura ordinaria, vanno sommati altri 1,2 miliardi di versamenti fatti a seguito di accertamento. Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli, Bologna, Firenze, Palermo, Bari e Verona insieme hanno incassato quasi 3 miliardi. La classifica nazionale però cambia rapportando il gettito alle dimensioni del Comune: vincono le zone ad alta densità di seconde case e gli oltre 11 milioni di incassi fanno di Courmayeur il comune più ricco dal punto di vista del gettito Imu "pro-capite", 4.308 euro ad abitante, contro una media nazionale di 228. "Va da sé - sottolinea il Centro studi locali- che il ragionamento è volto solo a dare la dimensione dell'enormità della somma rispetto alla dimensione dell'ente ma chiaramente il numero dei contribuenti non coincide con quello dei cittadini"

“Ripresa del gettito pre-Covid”

  • Altissimi, in relazione alla dimensione dell'ente, anche gli importi incassati da Lignano Sabbiadoro e Moggio, nel Lecchese. "Dai dati emerge come sia ormai consolidata la ripresa del gettito ordinario rispetto al periodo pre-Covid - osserva Alessandro Maestrelli, esperto di entrate locali di Centro studi Enti Locali - ma anche una decisa accelerazione degli incassi da recupero evasione, passati dai 922,7 milioni del 2019 agli 1,1 miliardi del 2022 e 1,2 miliardi del 2023"

I dati per città

  • In questo ambito il Comune che è riuscito a recuperare la somma più ingente è Napoli, che nel 2023 ha incassato versamenti Imu a seguito di accertamento per un totale di 23,6 milioni di euro. Seguono Milano (quasi 22 milioni), Bologna (17,2 milioni) e Venezia, con oltre 15,7 milioni di euro

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