Introduzione
Il governo starebbe valutando l’idea di una tassa piatta per chi aderisce al concordato preventivo biennale, ovvero lo strumento che permette alle imprese e ai professionisti di concordare un imponibile fisso in via preventiva su cui calcolare le tasse sul reddito d’impresa o di lavoro autonomo, liquidando le imposte sulla base di quanto accordato a prescindere dal fatturato effettivo.
Intanto il decreto correttivo alla Riforma fiscale, approvato dal Consiglio dei ministri, ha introdotto ulteriori modifiche all'adempimento collaborativo, rivedendo - fra le altre cose - il calendario degli adempimenti fiscali (dichiarazioni e versamenti).
Quello che devi sapere
Flat tax e concordato preventivo biennale
- Con il decreto correttivo alla Riforma fiscale si torna a parlare di flat tax per le partite Iva. Nello specifico, il governo starebbe valutando l’ipotesi di una tassa piatta per chi aderisce al concordato preventivo biennale: spunta quindi l’idea di una tassazione agevolata sul reddito incrementale
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Cos’è il concordato preventivo biennale
- Il concordato preventivo biennale è uno strumento che permette alle imprese e ai professionisti di concordare un imponibile fisso in via preventiva su cui calcolare le tasse sul reddito d’impresa o di lavoro autonomo, liquidando le imposte sulla base di quanto concordato a prescindere dal fatturato effettivo. Riguarda le partite Iva a cui si applicano gli Isa (gli indici sintetici di affidabilità fiscale), con proposta biennale, e i forfettari (con proposta per un solo anno fiscale). Sono esclusi dal concordato gli autonomi che aderiscono al regime forfettario a partire da quest'anno
Una prima richiesta
- Fra le ipotesi circolate nelle ultime settimane sulla possibilità di una flat tax c’è quella di prevedere il versamento di un’imposta sostitutiva sulla differenza tra il reddito concordato e quello utilizzato come base di calcolo per il versamento del primo acconto. Una prima richiesta è arrivata al viceministro dell’Economia Maurizio Leo da Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti: dare ai soggetti Isa che aderiranno al concordato la possibilità di applicare sul differenziale fra il reddito dichiarato e quello "normalizzato" a 10 una tassazione a imposta sostitutiva (Irpef, addizionali regionali e comunali e Ires)
Il Consiglio nazionale dei commercialisti
- E l’idea di una tassa piatta piace anche al Consiglio nazionale dei commercialisti, con il consigliere con delega alla fiscalità e tesoriere Salvatore Regalbuto che annuncia: "Il Consiglio Nazionale nel percorso di esame in commissione parlamentare dello schema di decreto correttivo presenterà le ulteriori proposte tra cui, in particolare, una tassazione flat sul maggior reddito concordato"
Il decreto correttivo
- Il decreto correttivo approvato dal Consiglio dei ministri introduce ulteriori modifiche all'adempimento collaborativo, intervenendo anche sul concordato preventivo biennale e rivedendo il calendario degli adempimenti fiscali (dichiarazioni e versamenti). L'obiettivo, ha detto il viceministro Leo, è "migliorare ulteriormente il rapporto di fiducia tra amministrazione finanziaria e contribuente"
Niente sanzioni per chi ammette le violazioni
- In particolare, non ci saranno sanzioni per le imprese che ammettono, in via preliminare, eventuali violazioni con il Fisco. Sono esclusi i casi di frode, puntualizza il viceministro, per i quali "non ci sarà nessuno sconto sulle somme dovute allo Stato". Altre modifiche riguardano gli adempimenti e i versamenti, con una ridefinizione dei termini per la presentazione delle dichiarazioni fiscali e dei relativi versamenti, con un ulteriore potenziamento della precompilata e del cassetto fiscale
Le nuove scadenze per il concordato
- Vengono poi introdotte anche nuove scadenze per il concordato preventivo biennale: nel 2024 i software per i forfettari verranno resi disponibili entro il 15 luglio e la proposta del concordato, sia per gli Isa che per i forfettari, potrà essere accettata entro il 31 ottobre. Gli autonomi avranno quindi due settimane in più per accettare la proposta del Fisco, rispetto alla precedente scadenza fissata al 15 ottobre. Inoltre il concordato partirà soft, con una proposta del Fisco dimezzata nel primo anno, che poi salirà alla cifra piena solo dal secondo. L'obiettivo è quello massimizzare la platea, e quindi anche gli introiti attesi dal meccanismo su cui il governo scommette per reperire risorse importanti per la Manovra
Il Redditometro
- Il decreto correttivo sarà anche il veicolo con cui "migliorare" il Redditometro, la cui partita non è ancora chiusa. A distanza di un mese dal polverone sollevato dal decreto ministeriale che reintroduceva il meccanismo, poi subito stoppato, si concretizza lo scenario emerso nei giorni scorsi dopo il pressing di Forza Italia per abrogarlo con un emendamento al decreto Coesione. "Chiaramente, come già concordato con il presidente Meloni e con le forze di maggioranza, il provvedimento sarà migliorato in sede d'esame parlamentare del decreto correttivo con il contributo di tutti", annuncia Leo, che ringrazia il capogruppo azzurro in Senato Gasparri per aver convertito l'emendamento in un ordine del giorno. Il cosiddetto Redditometro comunque "non esiste più", torna a ripetere Leo: "Al suo posto è stato introdotto il nuovo accertamento sintetico 2.0, uno strumento che andrà a contrastare i grandi evasori in maniera 'chirurgica' colpendo chi si nasconde dal Fisco"
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