Fisco, il concordato preventivo parte scontato: il primo anno sarà al 50%

Economia
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Introduzione

Con questo sistema il governo punta a recuperare nuove risorse indispensabili per proseguire l'anno prossimo con il taglio dell'Irpef. L'esecutivo ha deciso di farlo partire con uno sconto molto ampio: il primo anno i contribuenti che sceglieranno di aderire potranno avere un’agevolazione del 50%.

 

Ecco come dovrebbe funzionare: se l'aumento del reddito necessario per ottenere il massimo punteggio di affidabilità fiscale (voto 10) sarà pari a 10.000 euro, per accordarsi con l'amministrazione finanziaria sui redditi di quest'anno sarà sufficiente pagare il dovuto su un aumento dell'imponibile di 5.000 euro

Quello che devi sapere

Maxi sconto

  • Il concordato preventivo biennale allarga le maglie nel tentativo di recuperare il più alto numero di contribuenti: partirà infatti con un maxi-sconto. Il primo anno, secondo quanto anticipato dal quotidiano Il Sole 24 Ore, offrirà ai contribuenti che decideranno di aderire un'agevolazione del 50% sull'imponibile richiesto dal fisco. Il secondo anno salirà invece al 100%, dando quindi alle partite Iva che lo avranno scelto più tempo per adeguarsi

Per approfondire: 

Fisco, in arrivo un decreto per cambiare il concordato: l’adesione slitta al 31 ottobre

Nuove risorse

  • Con questo nuovo sistema tutto il governo punta a reperire nuove risorse indispensabili per proseguire l'anno prossimo con il taglio dell'Irpef

10mila e 5mila

  • In pratica, se l'aumento del reddito necessario per ottenere il massimo punteggio di affidabilità fiscale (voto 10) sarà pari a 10.000 euro, per accordarsi con l'amministrazione finanziaria sui redditi di quest'anno sarà sufficiente pagare il dovuto su un aumento dell'imponibile di 5.000 euro

Nel 2025

  • Nel 2025 si terrà invece conto della cifra intera. Ad essere interessati sono potenzialmente 4,5 milioni di partite Iva. Per la maggior parte di loro sono pronti i calcoli dell'Agenzia delle Entrate per aderire al concordato in base alle richieste del fisco

Il software sull’Agenzia delle entrate

  • Il software per sapere quanto si dovrà pagare per mettersi in regola è attivo online sul sito dell'Agenzia con tutti i relativi aggiornamenti e con una guida operativa per assistere gli interessati passo passo. Per chi invece risulta già in regime forfettario dal 2023 la piattaforma sarà avviata entro il 15 luglio

Tolti i requisiti Isa

  • Nel testo definitivo è stato tolto il requisito di un Isa – Indici sintetici di affidabilità – pari ad almeno 8 su 10, prima ritenuto necessario per essere ammessi al concordato. Questa soglia avrebbe escluso dal nuovo regime il 56% circa degli autonomi

Gli esclusi

  • Sono invece esclusi tutti i contribuenti che si trovano con un debito tributario superiore ai 5mila euro. Tra le cause di esclusione ci sono la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi in relazione ad almeno uno dei tre periodi d’imposta precedenti a quelli di applicazione del Concordato, in presenza dell’obbligo a effettuare tale adempimento e la condanna per uno dei reati previsti dal decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74, dall’articolo 2621 del codice civile, nonché dagli articoli 648-bis, 648-ter e 648-ter 1 del codice penale, commessi negli ultimi tre periodi d’imposta antecedenti a quelli di applicazione del Concordato

Le tempistiche

  • In base al decreto legislativo dello scorso febbraio, il termine ultimo per valutare il da farsi alla luce dei calcoli e aderire è il 15 ottobre, ma le Finanze hanno già previsto solo per quest'anno, il primo di applicazione, uno slittamento di due settimane, al 31 dello stesso mese. La nuova scadenza sarà messa nero su bianco in un decreto correttivo che arriverà con ogni probabilità sul tavolo del consiglio dei ministri giovedì prossimo. Lo stesso 31 ottobre diventerà a regime la data ultima per la trasmissione telematica dei modelli Redditi e Irap

L’evasione/1

  • Secondo uno studio della Cgia di Mestre, la propensione all'evasione investe soprattutto le regioni del Mezzogiorno: in Calabria è al 18,4%, in Campania al 17,2, in Puglia al 16,8 e in Sicilia al 16,5, mentre i più fedeli sono la Provincia autonoma di Trento con una stima dell'evasione dell'8,6%, la Lombardia con l'8% e la Provincia autonoma di Bolzano con il 7,7%

L’evasione/2

  • La media nazionale è pari all'11,2%. La Cgia ricorda che l'evasione in Italia è di 83,6 miliardi di euro (anno 2021 ultimo disponibile), secondo i dati del Mef. L'Italia conta 43,3 milioni di contribuenti dei quali poco più di 42 milioni sono persone fisiche e 1,3 milioni quelle giuridiche

Roma in testa per contribuenti Irpef

  • Tra le 107 province monitorate dalla Cgia, Roma presenta il più alto numero di contribuenti Irpef: 2,9 milioni di persone di cui 1,7 milioni di lavoratori dipendenti, 904 mila pensionati e 64.300 soggetti con redditi da partecipazione

Le altre città

  • Seguono Milano (2,4 milioni), Torino e Napoli (1,6), Brescia (927.100), Bari (828.500), Bergamo (823 mila) e Bologna (796.700). Infine, sulle società di capitali (Spa, Sapa, Srl, Srl unipersonale, cooperative, etc.), la distribuzione territoriale disponibile è solo regionale e ad ospitarne il maggior numero è la Lombardia con 259.805. Seguono il Lazio (183.800), la Campania (129.300) e il Veneto (106.800)

Per approfondire: 

Evasione fiscale in Italia, la classifica delle attività e delle città più a rischio